Vi aspettiamo venerdì 6 dicembre, dalle ore 15:30 sotto il Parlamento affinché Governo e Parlamento respingano il MES e pongano il veto in sede europea.
Interverranno tra gli altri: Nino Galloni, Tiziana Alterio, Guidio Grossi, Vadim Bottoni, Daniela Di Marco, Francesco Neri, Fabio Frati, Giancarlo D’Andrea, Moreno Pasquinelli
Inemendabile, il MES? Inemendabile!
Perché Conte, violando apertamente il mandato ricevuto dal Parlamento, ha approvato senza riserve la formulazione proposta dalla Commissione europea così dice Borghi in Parlamento, dopo aver ascoltato il ministro dell’economia a questo punto il Parlamento può solo approvare in blocco, o respingere in blocco prendere o lasciare ?
Beh… mi sembra chiaro: lasciare! e siccome le istituzioni sono confuse, sarebbe il caso che si esprima direttamente il Popolo il 6 dicembre, tutti davanti al Parlamento dalle ore 15:30 alla manifestazione-assemblea organizzata da Liberiamo L’Italia!
Siete tutti invitati, senza distinzione di colore, razza, sesso, ed età.
Andiamo a ricordare ai parlamentari (che purtroppo non possiamo più scegliere, a causa di una legge elettorale chiaramente truffaldina), che il Popolo Sovrano questo MES, proprio NON LO VUOLE !!!
Ragioniamo:
su una violazione così grave delle regole della rappresentanza democratica, sarebbe il caso di pensare seriamente a procedure di messa in stato di accusa nei confronti del Presidente del consiglio (per non parlare dell’atteggiamento dei partiti di maggioranza e del Presidente della Repubblica…) .. se non fosse, però, che la Corte Costituzionale, riempita di persone scelte da Napolitano & C., non starebbe certo dalla parte del popolo e del Parlamento, in un eventuale giudizio.
Ascoltate il senatore Claudio Borghi:
Dalla risoluzione 6/00076 presentata da Riccardo Molinari risulta chiaro chiaro come Conte e Tria fossero stati messi in guardia dal NON approvare modifiche capestro del MES e che l’ultima parola sarebbe spettata al Parlamento.
Riporto i punti del documento:
9) ad avviare un dibattito nelle istituzioni europee al fine di riformare il Patto di stabilità e di crescita, prevedendo, tra gli altri, l’esclusione degli investimenti produttivi, inclusi quelli in capitale umano, dal computo dei parametri utili al pareggio di bilancio e del rapporto deficit/pil, e la revisione del riferimento al saldo strutturale, indicatore la cui natura pro-ciclica è riconosciuta a livello internazionale, al fine di sostenere crescita, lavoro e inclusione sociale, investendo nella politica industriale aperta alle nuove tecnologie, nella ricerca e nell’innovazione, nelle infrastrutture materiali e digitali, nella cultura, rilanciando l’economia e uscendo dalle spirali recessive;
10) in ordine all’approfondimento dell’unione economica e monetaria, a confermare l’impegno ad opporsi ad assetti normativi che finiscano per costringere alcuni Paesi verso percorsi di ristrutturazione predefiniti ed automatici, con sostanziale esautorazione del potere di elaborare in autonomia politiche economiche efficaci;
11) più specificamente, in ordine alla riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità, a non approvare modifiche che prevedano condizionalità che finiscano per penalizzare quegli Stati membri che più hanno bisogno di riforme strutturali e di investimenti, e che minino le prerogative della Commissione europea in materia di sorveglianza fiscale;
12) a promuovere, in sede europea, una valutazione congiunta dei tre elementi del pacchetto di approfondimento dell’unione economica e monetaria, riservandosi di esprimere la valutazione finale solo all’esito della dettagliata definizione di tutte le varie componenti del pacchetto, favorendo il cosiddetto « package approach», che possa consentire una condivisione politica di tutte le misure interessate, secondo una logica di equilibrio complessivo;
13) a render note alle Camere le proposte di modifica al trattato ESM, elaborate in sede europea, al fine di consentire al Parlamento di esprimersi con un atto di indirizzo e, conseguentemente, a sospendere ogni determinazione definitiva finché il Parlamento non si sia pronunciato.
(6-00076) (Nuova formulazione) (Testo modificato nel corso della seduta) «Molinari, D’Uva».
Mala tempora
Care sardine, che mischiate le antipatie personali con gli affari di stato…spiegateci cosa intendete per fascismo da che parte lo vedete perché se non è nella prevaricazione delle regole più elementari della democrazia, se non è nello schierarsi di fatto a favore degli sporchissimi interessi del grande capitale sopra nazionale, che sono dichiaratamente protetti dal MES, sfacciatamente anteposti ai diritti degli esseri umani allora della storia non abbiamo capito nulla. Quanta confusione! Quanta puzza!