1. La morte esiste; anche in occidente si muore. Ma se la morte è anonima, statistica, lontana non importa a nessuno. Se invece è nominativa, vicina, pubblica, scatta il panico. Il consumismo prevede la morte precoce delle merci ma nega e nasconde quella del consumatore. Da qui il rapporto esterno ed estraneo con la natura.
2. Le religioni hanno come unico vero motivo l’esorcizzazione del morte. In mancanza di queste ci pensano i mass media che (per soldi e ruolo) sì la enfatizzano ma la contengono nel contenitore come fosse una chiesa. L’unica religione giusta è l’animismo.
3. La paura è uno noto strumento di comando sulle folle. Da questo punto di vista non è un arma di distrazione di massa ma di controllo. C’è ovviamente anche la distrazione per tenere in piedi un governo traballante, ma è cosa di breve durata. Poi i nodi vengono al pettine.
4. Anche in questa occasione abbiamo visto una classe dirigente che balbetta perché si contraddice in continuazione. Salvini è il più fastidioso. È monotono come la goccia di un rubinetto rotto.
5. Il servizio pubblico è indispensabile. Funziona nonostante tutti i tagli. Il privato esiste con l’80% di soldi pubblici ma quando serve non c’è perchè non si guadagna. I servizi devono essere efficaci ma non guadagnare è un merito.
6. I confini sono utili per proteggersi, ma vanno usati cum grano salis. C’è un sovranismo sano ed uno idiota. Il no border è sempre idiota.
7. Situazioni come queste, ma la normalità non è diversa, vanno gestite con coerenza su tutto il territorio nazionale: altro che autonomia differenziata. La differenziazione già esistente ed insita nelle modifiche del Titolo V è un virus che infetta già da tempo. Va debellato.
8. Il tutto comporterà una riduzione del Pil ed un aumento del debito e, magari un intervento del MES, il meccanismo evira stati, banche, risparmi. Hanno già cominciato a rompere mentre siamo impegnati a contenere la malattia. La concessione sono i soliti decimali. Ciò avviene perché siamo nell’euro.
9. Come gestiremo il post coronavirus è affare nostro: riprendiamoci il controllo dei nostri problemi e delle rispettive soluzioni. A culo l’Unione, i Mercati, gli speculatori.
*Ugo Boghetta è membro del Comitato Popolare Territoriale di Bologna