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COVID-19: POSSIBILI STRATEGIE DI CONTRASTO

di Armando Mattioli*
27 Maggio 2020
in Salute
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L’Italia si trova di fronte ad una pandemia senza precedenti recenti, che ha imposto a tutti i paesi l’adozione di misure di contrasto, inquadrabili in due tipi 1, 2, 3, 4 :

  1. la mitigazione, che tende a rallentare la diffusione dell’epidemia mediante l’isolamento domiciliare dei casi infetti e dei loro contatti e proteggendo con il distanziamento sociale le persone a maggior rischio di grave malattia (anziani e/o malati). Da una parte permette l’instaurarsi dell’immunità di gregge, l’unica condizione che può bloccare definitivamente l’epidemia, dall’altra però, pur riducendo i picchi dei casi di malattia, non evita comunque che venga sopraffatta la capacità recettiva delle strutture sanitarie, con particolare riferimento ai reparti di terapia intensiva e rianimazione. In riferimento alla Gran Bretagna, in cui l’epidemia lasciata al suo decorso si stima che produrrebbe 500.000 morti, le strategie di mitigazione ridurrebbero di 2/3 gli accessi alle strutture sanitarie ed il numero di morti della metà,.

Il suo impatto sulle libertà di movimento e riunione dei cittadini e sull’economia è limitato.

  1. la soppressione, adottata da Cina, Italia, Spagna, Gran Bretagna ed altri paesi mira ad invertire fino a bloccare del tutto l’epidemia (fase del “martellamento” 4), aggiungendo il distanziamento sociale di tutta la popolazione, consigliando di restare a casa il più possibile, chiudendo luoghi di aggregazione, scuole, università e luoghi di lavoro e vietando gli assembramenti. Questa condizione estrema blocca temporaneamnete la diffusione del contagio, ma nel contempo impedisce l’instaurarsi dell’immunità di gregge e pertanto, una volta sospesa, il virus può riprendere la sua diffusione nella popolazione. Quindi la sua sospensione definitiva è subordinata alla scoperta e produzione di un vaccino o di farmaci efficaci, allo stato non disponibili prima di 12-18 mesi e ciò comprensibilmente genera una situazione insostenbile. L’ipotesi più plausibile è che la fase del martellamento serva ad aumentare la disponibilità di posti letto e numero del personale nei reparti di terapia intensiva e rianimazione negli ospedali, in modo che sia possibile gestire picchi più elevati di ricoveri rispetto all’inizio dell’epidemia. A quel punto si allentano le misure restrittive ed inizia la fase cosiddetta della “danza 4 ”: quando il numero dei ricoveri aumenta fino ad avvicinarsi al picco massimo gestibile dalle strutture sanitarie, si attiva una nuova fase di “martellamento”, seguita da un altro allentamento e così via, per molti mesi, fino a quando l’immunità di gregge conseguita nelle fasi di allentamento non blocchi definitivamente il COVID-19. Si ipotizza che per porre termine all’epidemia potrebbero occorre fino a 18 mesi. L’impatto delle fasi di “martellamento” sulle libertà dei cittadini e sull’economia è molto più pesante rispetto alla strategia di mitigazione.

Il decisore politico deve fare un’attenta valutazione dei costi e benefici nella scelta della strategia che adotta, tenuto conto che gli aspetti sanitari, sociali ed economici sono strettamente intrecciati fra loro, oltre a quelli geografici e demografici. Rispetto a questi ultimi, si comprende, ad esempio, che l’impatto positivo del divieto generalizzato di uscire da casa, peraltro non previsto dalla letteratura reperita, è diverso in una grande e popolosa città rispetto ad un paese di montagna. Sulla base dello studio dell’Imperial College di Londra (1) in Gran Bretagna, per cui i morti sarebbero circa 500.000 in assenza di misure di contrasto, si può stimare attorno ai 400.000 il numero dei morti in Italia. Si tratta di una stima approssimativa che dà comunque l’idea dell’ordine di grandezza, tenuto conto che la media delle epidemie stagionali di influenza di aggira attorno agi 8.000 morti l’anno

Ciò premesso e venendo alla situazione italiana, le considerazioni più importanti da fare sono le seguenti:

1) se non si fossero adottate misure di soppressione dell’epidemia i morti sarebbero stati migliaia di più di quelli effettivamente contati, vista la impossibilità di gestire i malati gravi da parte dei reparti di terapia intensiva, come è accaduto nelle prime settimane dell’epidemia;

2) le misure adottate sembrano aver dato i loro frutti positivi nel contrastare la mortalità da coronavirus a partire dal 10-11 marzo, come ci dicono le analisi statistiche 5

elaborazione propria
elaborazione propria

3) nulla sappiamo però ancora sui costi effettivi in termini di mortalità e morbosità, legati al fatto che:

– le normali attività di diagnosi e cura delle strutture sanitarie, compresi i centri igiene mentale, sono state bloccate;

– le pesanti restrizioni nella vita quotidiana dovute al distanziamento sociale e la paura generale, l’ansia e l’incertezza   sul domani generano stress nella popolazione 6 ;

– la crisi economica da una parte genera stress legato alla perdita del lavoro, con aumento di suicidi, cirrosi epatica e malattie respiratorie 7, dall’altra riduce la possibilità di accedere alle prestazioni a pagamento tra le fasce di popolazione economicamente più svantaggiate.

4) Visto che il trend esponenziale della pandemia attorno al 10-11 marzo inizia a calare progressivamente in ragione delle misure di soppressione della pandemia adottate nei giorni precedenti, si ritiene opportuno rivalutare l’adozione del divieto di uscire di casa per attività motoria e sportiva all’aperto introdotto il 21 marzo dal ministero della sanità su tutto il territorio nazionale, magari togliendolo a partire dalle zone di aperta campagna. Infatti tale divieto impatta negativamente sulla salute della popolazione, sia per lo stress cui la sottopone, in particolare nei confronti dei soggetti psicologicamente più fragili, sia perché inibisce l’attività motoria benefica per l’apparato cardio respiratorio e muscolare delle fasce di popolazione anziana 8, cioè quella stessa più vulnerabile al coronavirus.

  • Impact of non-pharmaceutical interventions (NPIs) to reduce COVID-19 mortality and healthcare demand 16 March 2020 Imperial College COVID-19 Response Team
  • Efficacia delle misure di distanziamento sociale per contrastare le pandemie influenzali, Fondazione GIMBE, Marzo 2020 | Volume 12 | Issue 3 |
  • Coronavirus, Social Distancing and Self-Quarantine, Lisa Lockerd Maragakis, Johns HopkinsUniversity Medicine,
  • Coronavirus: The Hammer and the Dance Tomas Pueyo, MSc in Engineering. Stanford MBA.
  • I dati non parlano da soli: l’epoca del Coronavirus smaschera l’inganno dell’algoritmo-onnipotente e rivaluta il metodo statistico, Arbia e V. Nardelli, Università Sacro Cuore di Roma e Università degli Studi di Milano Bicocca. 
  • Il contagio vero sarà la strage fra le nuove povertà? https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2020/03/16/coronavirus-contagio-poverta/
  • Trade-Induced Mortality, Adda e Y. Fawaz, Università Bocconi, 2015
  • Linee di indirizzo sull’attività fisica per le differenti fasce d’età e con riferimento a situazioni fisiologiche e fisiopatologiche e a sottogruppi specifici di popolazione, Ministero salute, maggio 2017

Armando Mattioli è membro del Comitato Popolare Territoriale di Foligno

Tags: Armando Mattiolicovid-19
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