Dato che oggi l’ipocrisia è il segreto del successo del buon giornalista, la sua intervista è un capolavoro del giornalismo. Ma il signor Regling è un tipo indaffarato, e non avrebbe mai sprecato il suo tempo solo per questo. Se si è concesso al più astuto dei pennivendoli è solo per inviare un messaggio. Nient’affatto cifrato.
Certo, il signor Regling è pieno di rassicurazioni. «Siamo in un mondo diverso», non sono mica più i tempi della Grecia, «stiamo cercando di gestire uno choc comune». Oggi i fondi del Mes sono disponibili per tutti i paesi con «termini standardizzati concordati in precedenza». Dunque che temete, italiani? Dovete solo farvi avanti. Quei soldi son già pronti lì sul tavolo per la vostra sanità, e voi esitate?
Commovente direi. Sembra quasi di sentir parlare Prodi. Ma avete visto mai tanto disinteresse nei palazzi dell’UE? Tanta attenzione per la nostra sanità?
Anche ad un piddino normo-dotato potrebbe venire il dubbio che costui ci stia prendendo per i fondelli. Ma in fondo è un tedesco, e la verità alla fine ce la dice, ma ben diluita ed a dosi omeopatiche.
Prima verità: «In seguito (dopo aver ottenuto il grazioso prestito del Mes, ndr), tutti gli Stati membri dell’Unione europea restano impegnati a rafforzare i loro fondamentali in base al quadro di vigilanza europeo, inclusa la flessibilità. L’Eurogruppo dice anche questo». Grazie di avercelo ricordato signor Regling. In europeese, il “rafforzamento dei fondamentali” non vuol dire crescita economica, aumento degli investimenti, tantomeno diminuzione della disoccupazione. Nella lingua dell’Eurogruppo e del direttore del Mes, significa piuttosto il contrario: rigore fiscale ed austerità senza fine.
Seconda verità del signor Regling: l’attivazione del Mes è la condizione affinché la Bce acquisti i titoli italiani. Ecco il succo dell’intervista, il ricatto che si vuole sia noto. Il Fubini, che non è pagato solo per farci leggere delle amabili conversazioni tra euroinomani incalliti, gli fornisce ovviamente l’assist. Parlando della relazione tra la linea di credito Eccl (Enhance Conditions Credit Line), quella che nel caso verrebbe attivata – per il bene della nostra sanità, ci mancherebbe! – e l’acquisto dei titoli italiani da parte della Bce, il Fubini chiede al signor Regling la sua interpretazione di questo legame. E la sua risposta è netta: l’attivazione del Mes è una condizione necessaria per utilizzare le OMT (Outright Monetary Transactions), anche se – bontà sua – non ancora sufficiente.
Lasciando qui da parte i tecnicismi, il succo del discorso è chiaro. Se un paese ha bisogno dell’acquisto massiccio di titoli, di fatto di un’ampia monetizzazione del debito, il Quantitative easing (Qe) non può bastare. Ma questa monetizzazione potrà avvenire solo a condizione di aver prima commissariato quel Paese. Ecco dunque il ricatto all’Italia.
Il Mes non ci viene proposto perché risolutivo di qualche problema. Tutti sanno che non lo è, che i 36 miliardi ottenibili per quella via sono solo un decimo di quel che servirà. Ma il Mes è la pistola puntata alla tempia dell’Italia. Questo è il vero nodo politico.
Giustamente, nell’appello dei 101 economisti si sostiene che l’unica via per affrontare la crisi è quella della monetizzazione del debito, da attuarsi alla svelta. Comprensibilmente ci si chiede il perché la Bce non dovrebbe farlo, mentre lo fanno le banche centrali di tutto il mondo. Chiaramente, però, la Bce è una cosa assai diversa dalle altre banche centrali. Ma la diversità non sta tanto nello statuto (come pensano i faciloni), essa sta nell’assurdità di una moneta senza stato, anzi nell’irrazionalità di una moneta per 19 stati con interessi diversi e spesso contrastanti. E’ da un simile aborto che nascono le famose regole europee, tra queste quelle del Mes.
Ad ogni modo il ricatto euro-tedesco è servito. Era chiaro che lì sarebbero andati a parare. Adesso la scelta è politica. Squisitamente politica. O inizia un percorso di liberazione, o l’Italia sarà condannata, dopo l’inevitabile recessione, ad una stagnazione senza fine. Gli euroservi del Pd si sono già schierati. Senza illusione alcuna,vedremo cosa faranno i Cinque Stelle.
Vada come vada, la battaglia è appena iniziata. La maggioranza delle persone sa oggi da che parte stare. Se il governo non capitolerà, tanto meglio. Se invece cederà, lo pagherà caro.
*Leonardo Mazzei è membro del Coordinamento nazionale di Liberiamo l’Italia
Bellissima analisi, il momento della verità sembra ormai arrivato… In ogni caso, dobbiamo essere pronti alla battaglia… Ce l’ha fatta Farage, ce la faremo anche noi !..