Le maestranze hanno risposto compatte. Sono diverse centinaia [vedi foto.]
Il motivo della protesta è l’uso illegittimo della cassa integrazione da parte dell’azienda: “gli ordinativi ci sono, perché non ci fanno lavorare e scaricano sulla collettività i costi della Cig”?

Lo sciopero in corso è di grande importanza.
Non è il primo che si svolge nel regime repressivo emergenziale. Ricordiamo quelli recentissimi e spontanei alla Piaggio di Pontedera e alla Electrolux di Susegana (Treviso) per protestare contro l’obbligo delle mascherine del tipo Ffp2/3: “si soffoca, non si respira, in queste condizioni lavorare è una tortura”.
La grande importanza simbolica della protesta sindacale di oggi a Genova dipende dal fatto che allo sciopero è seguito un grande corteo che ha sfidato il famigerato Dpcm che vieta ogni “assembramento”, ovvero ogni manifestazione.
Per questo la Rsu dell’ex-ILVA, onde aggirare le prescrizioni emergenziali, l’ha chiamata “Passeggiata civile”.
Non è tuttavia solo una sfida allo stato d’emergenza, al criterio del “distanziamento sociale” e al divieto di manifestare.
E’ una sfida alla paura indotta, alla psicosi irrazionale generata dalla pandemia, all’accusa per cui chiunque violi le prescrizioni rischia di essere bollato come untore.
Mentre il Paese precipita nella catastrofe, il potere si dimentichi che resteremo inermi e chiusi in casa.
Un esempio che quindi speriamo verrà seguito.
Fonte: sollevazione.it