Contro l’obbligo di fedeltà aziendale – solidarietà all’infermiere Marco Lenzoni
Lo scorso 29 aprile è stata notificata all’infermiere Marco Lenzoni una contestazione disciplinare da parte dell’ASL Nord-Ovest Toscana. Il motivo è quello di aver denunciato più volte la mancanza di DPI adeguati o la loro totale assenza per il personale sanitario impegnato a fronteggiare l’emergenza Covid19. I vertici dell’azienda sostengono che Marco abbia in questo modo “leso l’immagine dell’ASL” e per questo lo hanno convocato il 9 giugno a Livorno dalla Commissione Disciplinare.
Al di là della retorica e della propaganda di governo sul fatto che dottori e infermieri siano degli “eroi”, si vede bene come chi denuncia la scarsa sicurezza sul posto di lavoro viene messo a tacere, ricattato, sospeso o licenziato. La verità è che questi “eroi” sono stati mandati in guerra disarmati: ad oggi si contano più di 200 morti tra il personale sanitario a causa del Coronavirus e decine di inchieste sulla mala-gestione dell’epidemia si stanno aprendo in tutto il paese. Il clima da caserma e la paura di denunciare hanno nei fatti contribuito alla vera e propria strage di anziani nelle RSA e di medici, infermieri e pazienti negli ospedali; il non voler far uscire fuori il marcio e rendere palesi gli effetti dello smantellamento decennale della Sanità pubblica, hanno causato soltanto un danno ulteriore.
Ma Marco, denunciando la situazione, ha anche aperto una via per tutti gli altri che hanno paura ad esporsi e da quando ha lanciato l’appello (vedi sotto) e la raccolta firme, ha raccolto attestati di stima e testimonianze anonime da centinaia di altri lavoratori nelle sue stesse condizioni.
Per questo anche noi chiamiamo i lavoratori della sanità pubblica e privata ad applicare la Costituzione, a difendere il diritto alla salute e a organizzarsi per contribuire a rimettere in sesto il Servizio Sanitario Nazionale, innanzitutto usando il loro ruolo sociale e l’etichetta di “eroi” per portare alla luce i problemi e imporre le misure che servono per far fronte all’emergenza: assunzione di personale per sopperire alle croniche carenze di organico; riapertura degli ospedali e presidi sanitari dismessi negli scorsi anni (in particolare con la riforma della Sanità regionale del 2015 del presidente della Regione Rossi); produzione e distribuzione di DPI a norma e sanificazione degli ambienti.
Esprimiamo quindi la nostra solidarietà all’infermiere Marco Lenzoni e agli altri lavoratori della sanità pubblica e privata che stanno denunciando le condizioni indegne di lavoro e le manovre criminali delle istituzioni pubbliche che invece dovrebbero garantirci una sanità pubblica e gratuita ed efficiente. Ogni cittadino e ogni lavoratore che denuncia abusi, ruberie, malfunzionamento sul proprio posto di lavoro va premiato, non va punito, ammonito o licenziato.
Riprendiamoci il diritto di parola, riprendiamoci il diritto di organizzarci, riprendiamoci quello che ci spetta!
*Gaia Dondoli fa parte del CPT di Siena di Liberiamo l’Italia