Continua il dibattito sull’epidemia e sulla sua gestione da parte del governo. Su questi temi Liberiamo l’Italia ha espresso posizioni molto nette: contro il lockdown e le scelte del governo Conte, contro la narrazione dominante, contro lo stato d’emergenza e la strumentalizzazione dell’epidemia al fine di far passare le peggiori misure autoritarie.
La redazione del sito ritiene che queste posizioni – più volte ribadite dal Coordinamento nazionale di Liberiamo l’Italia – stiano trovando delle puntuali conferme nei fatti di queste ultime settimane. E’ giusto tuttavia che il dibattito rimanga aperto, ospitando anche le opinioni di chi, legittimamente, non si riconosce negli orientamenti assunti a larghissima maggioranza da LIT. E’ questo il caso dell’intervento di Armando Mattioli che pubblichiamo di seguito.
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Con il decreto “Rilancia Italia” si potrebbe ripartire con il piede giusto per contrastare la pandemia, a patto di riflettere sugli errori commessi e sanandoli in modo sistemico. Non entro nel merito delle misure economiche, alle quali farò solo un cenno più avanti.
L’art. 1 del decreto descrive come si articolerà il contrasto alla pandemia nella cosiddetta fase 2, cioè esattamente con le caratteristiche che non ha potuto avere la fase 1, a causa di una grave inadeguatezza ed insufficienza delle strutture sanitarie, penalizzate da decenni di tagli e mancati investimenti.
In particolare le strutture sanitarie territoriali (Dipartimenti di prevenzione e distretti sanitari per l’assistenza di base), soprattutto in Lombardia, non sono state in grado di individuare i casi di SARS-COV-2 ed i loro contatti in fase precoce, bloccando così nella fase iniziale le catene dei contagi e la diffusione dell’epidemia. Sul fronte ospedaliero, sono perciò stati ricoverati malati riconosciuti tardivamente e quindi in condizioni cliniche più gravi e più difficili da guarire; le terapie e le diagnosi sono state inoltre spesso inadeguate perché i reparti erano sovraccarichi e non c’erano il personale e la strumentazione indispensabili per fare le cose per bene o semplicemente farle, tanto che in diversi casi i medici hanno dovuto addirittura decidere chi salvare e chi lasciar morire. E non si può dimenticare il pesante tributo in vite umane pagato proprio dal personale sanitario, medico in particolare, ad ulteriore riprova dalla drammatica situazione in cui versa la sanità in Italia e che il SARS-COV-19 ha portato alla luce.
L’ISTAT e l’INPS ci dicono che i morti dovuti alla pandemia e non conteggiati nelle cifre ufficiali sono molti di più, comprese le persone in condizioni precarie di salute che erano scampate all’influenza, quest’anno sfavorita dal clima. Ma della mancata raccolta fatta dalla nera signora a gennaio e febbraio, ne ha poi approfittato SARS-COV-19 a marzo e aprile.
Pandemia o semplice influenza? Ovvero, l’Italia non è la Lombardia
In queste settimane, soprattutto nella variegata area no vax, no 5G e complottista in generale, è circolata la convinzione che quella del SARS-COV-19 non era una pandemia, ma solo un’influenza un po’ più aggressiva. Per suffragare questa tesi, si è fatto ricorso sui social alla tecnica virale tipica del complottismo, linkando ossessivamente sulle chat video e post che mescolavano cose vere a cose verosimili a cose francamente insostenibili, manipolando i testi degli articoli scientifici, estrapolando e decontestualizzando alcuni dati che andavano nella direzione esattamente opposta alle conclusioni degli stessi articoli citati.
Altri, pur non negando l’epidemia, hanno comunque sostenuto l’inefficacia del “lockdown stretto” adottato dal governo, mettendone in evidenza peraltro soprattutto più gli aspetti illiberali che quelli dannosi per l’economia, portando a paragone la Svezia. Un paragone sbagliato, che dimostra una scarsa conoscenza della complessità della diffusione dell’epidemie, legata a specifici fattori sociali, culturali, demografici, economici, geografici, infrastrutturali e, last but not least, allo stato del sistema sanitario, molto diversi fra stato e stato. In realtà sarebbero bastate le conoscenze che si avevano al tempo del Boccaccio, quando costrinse in lockdown per farli scampare alla pandemia della peste 10 giovani in campagna a raccontarsi barzellette spinte. Ma chi ha sostenuto questa tesi sbagliata non ha tenuto conto nemmeno dei numeri: la fig. 1 mostra un assoluto outlier (dato fuori scala), cioè la Lombardia, che da sola rappresenta il 48% dei morti in Italia, la cui struttura sanitaria, invece di curare è diventata un moltiplicatore del contagio per una serie di gravi errori e carenze strutturali, rendendola la regione d’Europa con il più alto tasso di mortalità. E questo fatto avrebbe dovuto essere il primo elemento su cui portare l’attacco politico alle politiche di austerità figlie dell’ordoliberismo europeo degli ultimi anni ed all’attuale governo, che irresponsabilmente, 27 giorni dopo aver dichiarato lo stato di emergenza nazionale, mandava in giro liberamente Zingaretti a fare aperitivi negazionisti ai navigli di Milano, nel cuore dell’epidemia! Invece, stante la distopia negazionista/minimizzatrice andata a braccetto con Zingaretti stesso, ciò non è stato fatto.
Le tab. 1 e 2 smentiscono i sostenitori della bontà della via svedese al contrasto di SARS-COV-19: dopo aver scalato molte posizioni ed al 27 maggio 2020 in fase ancora di forte crescita dei morti, la Svezia si colloca al 6° posto della classifica dei paesi europei in base al tasso di mortalità, perdendo anche il confronto con l’Italia senza la Lombardia (!), regione che fa storia a sé, come sopra ricordato. I sostenitori italiani della via svedese, peraltro, sono stati più realisti del re: il governo svedese, infatti, non ha mai detto che il lockdown era inefficace, ma che di esso non si tenevano nel dovuto conto i riflessi economici negativi ed inoltre che la triste gara dei morti non era una corsa sui 1000 metri, ma una maratona. Su questo punto si tratta di aspettare: per ora il tasso di mortalità della Svezia, se proprio vogliamo paragonarla con paesi scandinavi ad essa più simili, va dal 400% al 950% in più!
Sul lockdown duro, si sarebbe dovuto attaccare il governo non perché inutile, ma perché reso necessario dalla sua impreparazione ed incapacità totale ad affrontare la pandemia nel modo corretto: gli si sarebbe cioè dovuta addossare la responsabiltà delle tante morti, molte più di quelle ufficiali ammesse dal governo stesso, come ci dicono INPS e ISTAT. E’ auspicabile che adesso non ci si infili in assurde battaglie contro le mascherine, di cui giunge qualche avvisaglia, sia perché sbagliata nei suoi presupposti, ma soprattutto perchè la gente la giudicherebbe fuori dal mondo.
01-mag | 27-mag | 29-mag | |
tasso mortalità svezia/altri | tasso mortalità svezia/altri | tasso mortalità svezia/altri | |
lombardia | 18,3% | 24,09% | 26,2% |
svezia | 0,0% | 0,0% | 0,0% |
italia-lombardia | 87,9% | 112,08% | 122,6% |
danimarca | 324,7% | 415,83% | 430,0% |
finlandia | 662,7% | 724,12% | 748,9% |
dk+fin+n | 381,8% | 609,04% | 629,9% |
norvegia | 665,2% | 921,07% | 952,6% |
tab 1
27 maggio 2020
nazione | morti | tasso grezzo mortalità | abitanti | |
1 | lombardia | 15500 | 1540 | 10,060,000 |
2 | Belgium | 9108 | 786 | 11,583,739 |
3 | Spain | 27,778 | 594 | 46,752,703 |
4 | UK | 35,341 | 521 | 67,844,241 |
5 | France | 28,022 | 429 | 65,256,826 |
6 | Sweden | 3,743 | 371 | 10,091,856 |
7 | Netherlands | 5,715 | 334 | 17,130,492 |
8 | Italy minus lombardia | 16569 | 331 | 50,000,000 |
9 | Ireland | 1,561 | 317 | 4,931,150 |
10 | Switzerland | 1,891 | 219 | 8,647,139 |
11 | Luxembourg | 109 | 174 | 624,720 |
12 | Portugal | 1,247 | 122 | 10,200,063 |
13 | Germany | 8,169 | 98 | 83,752,855 |
Tab. 2
Il dilemma sbagliato “lockdown o libertà” e il trilemma di Brancaccio
Il governo è stato incapace di gestire il contrasto alla pandemia con misure di controllo dei casi e dei contagi e distanziamento sociale mirate e ragionate, come hanno fatto paesi quali la Corea del sud, la Germania e la stessa Svezia, seppure con modalità diverse. Oltre alla sua incapacità, il governo si è trovato nella oggettiva situazione di una sanità pubblica disastrata ereditata dai precedenti governi del rigore e dell’austerità; pertanto, messo alle strette da una situazione completamente al di fuori del suo controllo, è stato costretto al lockdown duro. Questo è un altro punto che i negazionisti non hanno avuto chiaro ed ha impedito loro di fare una battaglia politica corretta, cadendo nella logica senza via d’uscita del dilemma salute contro libertà, giocando perciò una una partita sbagliata, che era nella logica “o perdi o perdi”.
Chi ha posto in modo chiaro e nei termini giusti la questione alcune settimane fa (vedi nota) è stato il prof. Emiliano Brancaccio che ha correlato la quarantena imposta dal lockdown non alla compressione delle libertà individuali, giustificata peraltro da costituzionalisti come Zagrebelsky e Maddalena, ma alle tematiche economiche, nella formula quarantena contro disoccupazione (fig. 2).
Il prof. Brancaccio infatti introduce un terzo elemento per risolvere questo dilemma, un piano di investimenti pubblici (qui le slides) che agisca sia sul lato della domanda che dell’offerta, evitando le inevitabili strozzatura a cui i “mercati” hanno condotto anche in questa vicenda. Questo trilemma (qui il video) che permette di conciliare tutti e tre i suoi elementi costitutivi, avrebbe dovuto costituire lo schema su cui articolare una battaglia politica sensata, basata da una parte sulle critiche al governo ed alle politiche austeritarie dei tagli alla sanità imposte in questi anni dalla UE e dall’altra su proposta economiche che inevitabilmente avrebbero posto in luce la necessità di avere una piena sovranità economica incompatibile con la permanenza nella UE.
E’ auspicabile che le riflessioni del prof. Brancaccio inducano ad articolare nel senso da lui indicato la proposta politica di tutti coloro che vogliono salvare l’Italia.
Nota: “Unisannio ai tempi del Coronavirus. Propagazione versus recessione: come uscire dal dilemma”, Emiliano Brancaccio Università del Sannio 9 marzo 2020.
*Armando Mattioli è membro del Cpt di Foligno
leggo ora il contributo di Armando Mattioli e vorrei, seppur ‘ex post’, fare un commento senza la pretesa di criticare chi si è esposto quando era difficile mentre io già ho svariati mesi di realtà vissuta. Per mia formazione e correttezza io amo criticare l’avversario proprio partendo dai suoi presupposti e risultati e quindi non posso che condividere la parte del contributo che voleva criticare le azioni del governo partendo dai risultati scadenti (come si è visto è aumentata la disoccupazione e purtroppo temo che non sia finita qui) ma attenzione a trascurare i danni sociali e psicologici (oltre che sanitari) che i dpcm e i decreti stanno causando. va ricordato che esiste una lettera firmata da 600 medici inglese che ricordano che non esistono lavori scientifici che possano garantirci sull’assoluta efficacia di certi lockdown generalizzati che invece sono oggettivamente controproducenti (dal punto di vista strettamente sanitario) quando limitano fondamentali libertà tipo quelle all’aperto. Quello che più però mi interessa è capire la ‘ratio’ della critica alla battaglia contro le mascherine perchè pur essendo uno strumento per il quale gli agnelli stanno intascando circa milioni di Euro al giorno (basta farsi due conti), perchè se ci si allinea su questo con la vulgata comune e cioè che male non fa e quindi può solo far bene e quindi chi non la indossa all’aperto è un ignorante, egoista, delinquente, terrapiattista e via discorrendo derubricando i dubbi e le proteste perchè senza fonti scientifiche (ma dove stanno le fonti pro-mask) che invece ci sono e inoltre dimenticando che in casa (luogo chiuso per eccellenza) chi ha un bambino lo dovrebbe tenere mascherato in casa per il solo fatto di averlo fatto frequentare i mezzi pubblici e la scuola o se il bambino divenisse positivo asintomatico. io penso che se il popolo non capisce che queste sono pazzie o scemenze non si possa evitare di porre la questione. oggi siamo di nuovo nella situazione che bisogna passeggiare nel bosco distanziati e con mascherina mentre i giocatori di calcio si possono abbracciare quanto vogliono per un gol segnato. se a maggio si poteva evitare per ‘prudenza’ di prendere l’argomento adesso che esistono cure e le terapie intensive sono vuote perchè tacere su un argomento così invasivo, così poco dibattuto con ragionementi e coerenza, così inviso a molti seppur non capibile dalla maggioranza che è chiaro non vuole affrontare la realtà ma preferisce affidarsi al talismano, al feticcio per sentirsi più sicuro quando in realtà nessuno consosce l’efficacia (presumibilmente zero) con cui la mascherina comune evita di contagiarsi in un luogo chiuso in cui ci sia un positivo con elevata carica virale. Sappiamo che in ospedale adesso usano ben più efficaci protezioni in presenza di sintomatici positivi e mi chiedo perchè alla gente si deve far credere che la mascherina sia una specie di scudo magico o il modo con cui diventiamo veri cittadini. Io mi sento molto più cittadino democratico esercitando il mio diritto di esprimermi su temi così poco popolari alla maggioranza e se è vero che la democrazia è partecipazione allora evitare di affrontare i problemi per paura di perdere potrebbe accomunare tale movimento politico a uno qualsiasi di quelli che si sono succeduti e di cui abbiamo visto la incapacità di liberare il paese
mi ha oltremodo colpito vedere che nel video il prof Brancaccio tenta di ‘accreditarsi’ mostrando foto di lui con Mario Monti e Prodi. Ma non si dovrebbe anche liberare l’Italia da certi ‘figuri’ ?