Nel tempo dell’inganno universale
dire la verità è un atto rivoluzionario.
(George Orwell, La fattoria degli animali)
E così avviene che, a reti unificate, i banditori alfieri del coronamedia calano inesorabile lo stigma del pericoloso eversore sul prof. Alberto Zangrillo, primario dell’Unità Operativa di Anestesia e rianimazione generale e cardio-toraco-vascolare del San Raffaele di Milano.
Questi, reo semplicemente d’aver rivelato — apertis verbis e senza tema di infrangere il tenue confine del già definito “politicamente corretto eticamente corrotto” — quanto la cui evidenza incrina e compromette il piano liscio della dominante / imperversante narrazione terroristica sulla letalità del virus covid-19.
«Dopo essermi confrontato” – dice il prof. Zangrillo – “con la mia direzione scientifica, con la mia Università all’interno della quale sono rappresentate tutte le specialità che si sono occupate di covid … il virus attualmente è clinicamente irrilevante .. non è in grado fortunatamente di produrre quei casi clinici gravi che ci hanno accompagnato per tutto il mese di marzo e parte del mese di aprile … e nessuno mi può impedire di dire la verità …».
Laddove quest’ultima liberatoria rivendicazione della libertà di espressione potrebbe riferirsi all’affermazione del viceministro della Salute — tal Sandra Zampa — secondo cui egli diffonderebbe un messaggio che potrebbe portare le persone ad atteggiamenti rischiosi. Decrittato: censura disciplinare pronta a calare comme la louisette.
Un uomo coraggioso, dunque, prima che un medico ed accademico, il prof. Zangrillo.
Certamente consapevole del linciaggio, innanzitutto mediatico, al quale sarebbe stato sottoposto per aver osato dire la verità, ciò nondimeno non si è tirato indietro.
Così incarnando palpitante esempio di come si accende un “fuoco di resistenza”.
E mentre, al presente, patisce reiterate aggressioni a microfono armato interviene in suo tempestivo e legittimo soccorso — in tal modo abbracciando, con animo parimenti intemerato, la medesima croce — il prof. Enrico Gherlone rettore dell’Università Vita-Salute San Raffaele nonché primario dell’Unità di Odontoiatria dell’ospedale milanese del Gruppo San Donato : «Dal 24 aprile non ricoveriamo più pazienti in terapia intensiva e registriamo mediamente tre accessi a settimana con sintomi lievi … il virus è diventato clinicamente irrilevante» del 2.6.2020
Per parte nostra, non assisteremo inerti al vile tentativo di zittire, intimorire, redarguire coloro i quali resistono, con dignitoso ed irremovibile piglio, al magma incandescente che il circo mediatico vomita sui volti e sui cuori puri di coloro i quali non si piegano.
Giungano, dunque, al professore Alberto Zangrillo, con la solidarietà che gli esprimiamo, i sensi della più sincera riconoscenza.
*Nunzio Gagliotti è membro del Cpt di Benevento di Liberiamo l’Italia
La mia riconoscente stima.
E aggiungiamo il non dichiarato ma tanto perseguito fine di arrivare, da parte del governo, (vedi il “caso” dei 287,5 milioni di euro promessi da Conte alla Fondazione di Bill Gates, senza alcun passaggio parlamentare; e vedi il DL 10 maggio 2020 n 30 sulla cosiddetta sieroprotezione o sorveglianza, che nasconde in realtà la costituzione di una banca biologica e genetica, i cui dati potranno essere conservati per 40 anni!), alla “agognata” vaccinazione universale con microchip allegato, che dovrebbe regalare ad ogni essere umano niente meno che una “identità sempre controllabile e monitorata”.
È un atto rivoluzionario dire che oggi il virus è clinicamente irrilevante grazie anche alle misure che sono state adottate in questi ultimi mesi?
Io credo di si in quanto il Prof. Zangrillo, a sostegno delle sue affermazioni sulla irrilevanza clinica del virus, cita però uno studio del prof. Massimo Clementi ordinario di Microbiologia e Virologia all’università San Raffaele di Milano il quale afferma: «Io sono molto convinto dell’utilità del lockdown, non solo non lo metto in discussione, ma ritengo che sia stata decisivo nel contenimento della pandemia».