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PERCHE’ LA MARCIA PER LA LIBERAZIONE

di Alberto Melotto*
17 Giugno 2020
in Lotte
1
PERCHE’ LA MARCIA PER LA LIBERAZIONE
Letture: 519

Nel rapporto annuale Confcommercio-Censis su fiducia, consumi e impatto del Covid-19, reso noto alla fine di maggio, si legge che a causa del lockdown, il 42,3% delle famiglie ha visto ridursi l’attività lavorativa e il reddito, il 25,8% ha dovuto sospendere del tutto l’attività e il 23,4% è finito in cassa integrazione (erogata peraltro in maniera quantomeno discontinua).

Da altre fonti apprendiamo che il 28% dei negozi rischia concretamente di non riaprire, ma di chiudere definitivamente dopo lo stop forzato di questi mesi.

Le difficoltà generate da questo iniquo sistema economico e finanziario erano già difficilmente sostenibili prima della crisi di questi ultimi mesi, già prima le famiglie italiane riuscivano a stento ad arrivare alla fine del mese, un operaio o un impiegato si trovavano nella situazione di sostenere l’intera famiglia, compresi i figli disoccupati, benché in età da lavoro, e un negoziante lavorava per pagare i diversi, esosi balzelli richiesti dallo Stato, e non più per accrescere il proprio benessere; ora il problema della povertà rischia di diventare realtà per molti milioni di italiani.

Le norme sul distanziamento sociale, imposte dal governo Conte, hanno finora impedito una protesta di piazza degna di questo nome, capace di coinvolgere una gran parte del popolo italiano. Fin dai primi giorni di maggio Liberiamo l’Italia ha compiuto delle azioni simboliche, con poche decine di militanti nelle piazze e nelle strade d’Italia, per ricordare che il diritto a manifestare è scritto a chiare lettere nella nostra legge fondamentale, la Costituzione repubblicana nata dalle ceneri della seconda guerra mondiale, sintesi alta del pensiero politico dei diversi partiti dell’epoca, eppure capace di parlare agli uomini e alle donne di oggi.

Ora tutto questo non basta più, bisogna esprimere in maniera palese l’indignazione di un’intera nazione. Per questo Liberiamo l’Italia ha proposto a molte altre forze vive e pensanti di organizzare insieme una grande Marcia per la Liberazione, da tenersi nella capitale, e preceduta da diverse manifestazioni nei comuni e nelle città d’Italia.

La manifestazione dovrà avere un forte carattere unitario, nelle nostre intenzioni, e dovrà servire a presentare un governo-ombra, composto da persone degne di assoluta fiducia, e conosciute per la loro integrità morale e per le loro capacità intellettuali.

Un governo capace di procedere, grazie al sostegno popolare, all’uscita dell’Italia dall’Unione Europea. Soltanto in questo modo si potrà procedere alla creazione di un’autentica, avanzata democrazia sociale, che sappia coniugare il rispetto dell’iniziativa privata alla liberazione del dominio dei diversi potentati economici, italiani e stranieri, che hanno svilito e poi cancellato il concetto stesso di lavoro.

Poiché la richiesta di unità che si percepisce dai molti militanti e simpatizzanti è forte, abbiamo scelto di operare nella fase organizzativa, nel modo più trasparente possibile.

Venerdì scorso, il 12 giugno, si è tenuto un primo incontro fra tutte le forze, politiche e sociali, interessate a questo progetto. L’incontro è avvenuto in diretta streaming, cosicché tutti hanno potuto spiegare le proprie ragioni in tempo reale, di fronte ad una vasta platea. La piattaforma politica proposta da Liberiamo l’Italia è stata accolta con grande favore dagli altri protagonisti, e non poteva esserci viàtico migliore per il lungo viaggio che ci attende.

Stasera, alle ore 21:00, sulla pagina Facebook homosapiens di Glauco Benigni, ci sarà la seconda riunione organizzativa, sempre in diretta streaming. Si dovrà giungere ad un accordo definitivo sulla data della Marcia per la Liberazione, e bisognerà ragionare su come  raccogliere i fondi necessari a supportare l’organizzazione.

Invitiamo tutti coloro che vogliono liberare il nostro paese dalla gabbia che ci opprime, a diffondere la notizia, partecipando numerosi.

La storia ci insegna che qualsiasi partito politico non può che essere espressione di un popolo consapevole, preparato e determinato a raggiungere i propri obiettivi, in caso contrario, se viene meno il rapporto di simbiosi tra governante e governato, si ricade nella logica stantia dei governanti illuminati, capaci soltanto di elargire false promesse e kermesse variopinte e grottesche, come gli Stati generali di questi giorni.

*Alberto Melotto è membro del Comitato Popolare Territoriale di Torino

Tags: 10 ottobre 2020Alberto MelottoCostituzioneDemocraziaLavoroLiberiamo l'ItaliaMarcia per la LiberazioneRedditoSovranità
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Comments 1

  1. Gaetano Di Domenico says:
    3 anni fa

    Ottimo articolo, le cui intenzioni debbano determinarsi prima possibile!

    Rispondi

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