E’ importante capire cosa ci dice la piazza fiorentina di sabato scorso. E’ importante non solo perché la presenza, indicata dagli organizzatori in 10mila persone, è stata senza dubbio un successo. Lo è ancor di più per le indicazioni politiche che ci fornisce.
La stampa ha liquidato l’evento come una pericolosa adunata di no vax irresponsabili, specie perché rigorosamente senza mascherina. Che il tema della giornata fosse un nitido “Salviamo la Costituzione” agli scribacchini del regime poco interessa. Meglio occultare tutto ciò per dedicarsi alla solita denigrazione.
Sotto il palco, dal quale hanno parlato tra gli altri Mauro Scardovelli e la parlamentare Sara Cunial, campeggiava lo slogan “TUTTI A SCUOLA”, battaglia tutt’altro che minoritaria che sta mobilitando in tutta Italia decine di migliaia di persone.
Eravamo presenti in quella piazza per ascoltare, per confrontarci con quanti hanno scelto quel luogo per mobilitarsi, ma anche per far conoscere la manifestazione del 10 ottobre sulla quale abbiamo diffuso un volantino di Liberiamo l’Italia.
Ed è proprio a questo proposito che è utile interrogarsi sul significato della manifestazione fiorentina. Una manifestazione che è stata sicuramente la più grande dell’era Covid 19, dunque la più partecipata del 2020. La cui riuscita – questa almeno è la nostra valutazione – è dipesa proprio dal suo presentarsi come una risposta alternativa a tutto quanto ci è stato imposto con lo stato d’emergenza ed il lockdown.
Certo, di questioni economiche e sociali si è parlato solo in termini molto generici, ed ancor meno si è affrontato il decisivo nodo europeo. Questi limiti evidenti non devono però impedirci di vedere quanto di positivo c’è stato nella manifestazione di sabato. Costituzione, sovranità, antiliberismo: su questi tre punti l’intesa con chi è sceso in piazza a Firenze è totale.
E’ su questa base che si può essere ottimisti sulla convergenza in un unico fronte di lotta. Ed è su questa base che dobbiamo operare per la miglior riuscita della manifestazione del 10 ottobre. La piattaforma che abbiamo proposto tiene insieme non a caso i temi sociali del diritto al reddito ed al lavoro con la centralità della battaglia per l’Italexit, unita al no al 5G ed alla difesa del principio della libertà di scelta terapeutica.
Temi che si legano nell’opposizione al modello autoritario che il sistema vorrebbe imporci: quello dell’esautoramento del parlamento e della cessione di ogni potere a tecnici che nessuno ha eletto. Contro questa deriva antidemocratica la mobilitazione unitaria è quanto mai urgente. Su questo l’ispirazione di Liberiamo l’Italia si sposa perfettamente con il sentimento della piazza di sabato.
Andiamo avanti, che la lotta è appena cominciata!
I nomi “trainanti” non mi dispiacciono. Aggiungi Paragone, Di Battista (!?). Persino Sgarbi. Si consideri la “statura politica” di Moreno Pasquinelli, Leonardo Mazzei, I padri fondatori di LIBERIAMO L’ITALIA, Luca Dinelli e altri e mai si retroceda dal nostro statuto. Non si abbia a dare inizio a fare le punte alle spille. Tutto quello che serve, come programma, lo abbiamo. Altrimenti? Boh! Li mandiamo tutti a cagare, ci vediamo in “Pelleria” a cena e poi, ci salutiamo