“Proroga dello stato d’emergenza”.
Questa la voce che circola in queste ore frenetiche.
Lo stato d’emergenza che era stato indetto, per la questione Covid-19, dal 31 gennaio al 31 luglio sembra debba permanere per ulteriori sei mesi e concludersi il 31 gennaio 2021.
Ogni settore sociale è in allarme perché, come in passato a Roma quello che non hanno fatto i barbari hanno fatto i Barberini, in quest’epoca quello che non ha fatto il coronavirus ha fatto lo stato d’emergenza e le “mirabolanti” norme e regole fatte dai tecnici di stato e dalle TASK-FORCE.
Ma esiste ancora un problema coronavirus? Esiste ancora l’emergenza sanitaria che, fino ad oggi ha prodotto numeri, non in linea con gli allarmi mediatici che hanno causato la “sessantena” (basta con gli inglesismi) che ci ha rinchiusi ai domiciliari senza aver commesso reati?
No! E sono i numeri a parlare. No! E sono le notizie che ci arrivano ogni giorno dai territori a confermarcelo.
Ancora una volta si sta facendo un uso strumentale del virus covid-19 che infetta ma nel 99% dei casi non fa ammalare. Ma come già successo, ogni positivo trascina con sé, d’ufficio, tutte le persone con cui è entrato in contatto, senza neanche verificare se sono o meno stati contagiati.
Cui prodest?
Ai potentati economici e finanziari che, grazie a questa strategia, stanno prendendo possesso di ogni settore del mondo del lavoro. Il nostro tessuto produttivo che da sempre ha trovato nell’artigianato e nella piccola impresa la propria reale forza, oggi è completamente in dissesto e sul mercato.
Intere famiglie, che con la propria attività riuscivano a vivere, sono state letteralmente piombate nella crisi economica più nefasta. Lavoratori dipendenti che per decreto non possono essere licenziati, né possono lavorare a pieno regime.
Una vera e propria bomba sociale che rischiava di innescare una sollevazione popolare.
Per questo i media recitano come un mantra discorsi sulle “potenze di fuoco”. Per questo si usano i “calmanti di stato” quali CIG ed elemosine di stato.
Ma può una nazione, finita un emergenza sostenere le proprie aziende ed i propri lavoratori, con gli “aiuti di stato” così come già decretato?
No!
E allora che fare? Secondo il governo Conte, per tenere calma la popolazione e nel contempo gli altri stati membri dell’Unione Europea, bisogna fare sciacallaggio di stato.
Usare i morti per il covid-19, alimentare la paura dei cittadini grazie ai media collusi, accendere “focolai” qua e là nel paese e prorogare lo stato d’emergenza.
Altri sei mesi di appalti senza gara, altri sei mesi di sindaci sceriffo, altri sei mesi di psicosi indotta, utile alle confederazioni (Confindustria in primis) e certamente distruttiva per la cittadinanza.
La svendita del paese continua per gli interessi personalissimi di un élite di sciacalli.
E noi che sappiamo, quid facimus? I post, gli articoli informati e preziosi, ma letti sempre dagli stessi, non bastano più. Come agire? Torno pervicacemente su una proposta, certo non risolutiva, ma si spera dai risvolti mediatici “risveglianti” per i nostri falsi venduti idioti politici: un ricorso al TPP.