Panebianco: un progetto oltre il delirio? Eliminare Salvini, ricompattare i liberali.
Ieri mattina mi arriva un telegram da Riccardino, è un link all’articolo di Panebianco pubblicato sul Corriere del 3 Agosto.
Ric si è laureato col professore bolognese e quindi ogni tanto mi invia messaggi di questo tipo, sente un debito di riconoscenza verso il vecchio liberale che l’ha licenziato con la lode.
Leggo il testo e resto stupito.
I pezzi del giornale milanese sono spesso vuoti e poco seri ma stavolta mi sembra che solo un uso smodato di cannabioidi potrebbe giustificare un tal coacervo di luogo comuni, insulsaggini, strafalcioni, superficialità e frasi involute.
Chatto il mio pensiero a Riccardino certo che tutto sarebbe finito lì. Lui però insiste – Spiegati, giustifica le tue affermazioni. Penso di mandarlo a quel paese ma poi mi convinco a commentare frase per frase l’insipido delirio panebianchese che, riassumendo per sommi capi, dice: la storia è storia di tassi di interesse sul debito pubblico, su questo si giocò lo scontro tra Francia e Inghilterra a cavallo dei secoli XVI e XVII.
In Italia vige il keynesismo e quindi i fondi comuni internazionali non comprano più il debito nazionale. Questo comporterà in brevissimo tempo il ritorno ai boiardi di Stato.
Ma lui (Panebianco) spera che le contraddizioni di questo regime esploderanno presto perché nessuno può seriamente dubitare della superiorità dell’economia liberale che, pur con qualche difettuccio, è la sola che possa garantire risorse per il futuro!
Mentre eseguo il mio gramo dovere di critica al testo, mi telefona un amico. Lo metto al corrente del lavoro in cui sono impegnato e vengo a sapere che anche lui ha letto l’articolo del Corrierone. È d’accordo con me che il taglio e il contenuto siano deliranti -da ultras liberisti – dice, ma non è convinto che la causa ultima del vaneggiamento vada ricercata nell’uso smodato di ganja.
Avanza un’ipotesi che riporto perché probabilmente vale la pena di essere considerata per verificare e capire le prossime mosse politiche dell’élite liberale al potere.
Mi dice l’amico – Hai presente il passaggio in cui Panebianco cita il Presidente dell’Emila Romagna, Bonaccini e il sindaco di Bergamo, Gori per riparlare del divario Nord, Sud?
– Certo, è una frase praticamente incomprensibile – gli rispondo. – Esatto – continua lui – quello secondo me rappresenta un preciso messaggio alla parte anti salviniana e separatista della Lega, ai nostalgici di Maroni, ad un’area che è sempre stata convintamente liberale e che di sicuro ha qualche motivo per non apprezzare il Capitone.
Insomma Panebianco e il gruppo che al Corriere sta da qualche tempo sostenendo un’assurda battaglia – vista dall’esterno davvero donchijottesca – a sostegno di un sistema obiettivamente cascante, starebbero in realtà cercando, dietro le frasi assurde e le ipotesi strampalate, di ricompattare un’area liberale (padronale – legata alla grande finanza internazionale – europeista). Dalle sventure giudiziarie del segretario della Lega potrebbe prendere forma una nuova strategia politica atta ad assicurare ai liberali qualche mese (o qualche anno) in più di governo.
– Pensaci – continua l’amico – Pensa ai guai per lo scandalo rubli, e adesso alle faccende legate alle incriminazioni per le navi dei migranti. Difficilmente Salvini può avere davanti una lunga vita politica e quindi il corriere lancia un salvagente ai liberali dentro la Lega, offre loro una proposta e una piattaforma per il futuro. Panebianco non è un fattone, il suo articolo deve avere uno scopo, forse è questo, andrà verificato.
Quando metto giù mi rendo conto che, come spesso accade, aveva ragione Riccardino: probabilmente Panebianco ha una prospettiva a breve, medio e lungo termine.
A noi il dovere di verificare la validità di questa interpretazione, leggerne i possibili sviluppi e capire quali ripercussioni essa possa avere anche in chiave sovranista.
*Alessandro De Giuli è membro del Cpt di Firenze
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