Il tempo che viviamo è un tempo piatto!
Diversamente da quello che ci hanno sempre fatto pensare, inoculando nella nostra mente le immagini di una linea retta a descrizione del tempo, è evidente che le nostre esistenze sono un flusso che scorre ed in maniera del tutto astratta, con la nostra abitudine alla regolamentazione dell’esistente, noi abbiamo convenzionato e parametrato questo evento.
Ma il percorso delle vite, dacchè esiste il mondo, non è mai stato uniforme.
Ci sono state epoche lente ed epoche veloci. Ci sono stati periodi di fermo totale e di appiattimento delle esistenze e accellerazioni improvvise, capaci di far fare agli esseri umani passi in avanti improvvisi nell’evoluzione umana e sociale o, a volte, far fare all’umanità addirittura dei passi indietro.
E’ sempre stato così!
E la nostra società, quella che viviamo, è il prodotto di un lungo percorso evoluzionistico che sembra essersi inoltrato in un vicolo cieco, in realtà un buco nero, che tutto attira e dal quale non vi è via di scampo.
Negli ultimi anni sembra tutto talmente preconcettualizzato, preorganizzato, manipolato, che le esistenze delle persone, più che compiere un percorso al rallentatore, sembrano essere trascinate.
I concetti che guidano le vite delle donne e degli uomini sembrano racchiudersi nella frase: “E’ sempre stato così”. Oppure: “Ha sempre funzionato così” o “ormai come potremmo fare diversamente”?
La stessa nenia che accompagna da sempre l’esistenza di chi, pur avendo vissuto epoche di lotte inenarabili (con accellerazioni esagerate), oggi disilluso si trova probabilmente a dover giustificare la propria inattività per cambiare le cose con frasi ripetute come un mantra.
Ma è il tempo a scorrere o sono gli uomini a fare scorrere il tempo?
Qualche indizio lo possiamo trovare anche nella storia recente.
Il tempo non cambia! E’ la percezione di chi vive le sue fasi a cambiare e questa cambia in base agli eventi. Il tempo si è appiattito, ha rallentato, perché i fatti, gli episodi e gli eventi hanno dato a tutti noi questa sensazione.
Se questo è vero, è vero anche il contrario: la percezione dell’accellerazione temporale è sempre data dagli eventi e questi, se non sono generati dalla natura, sono sempre generati dagli esseri umani, dalle loro scoperte o dalle loro azioni.
E in questa società fatta di convenzioni e parametri (soprattutto economici), quelli che riescono a produrre il cambio di passo sono i coerenti, i testardi. Quelli che a volte vengono definiti folli!
Per fare un esempio, una “rivoluzione” dolce in ambito musicale avvenne con l’arrivo, sulla scena musicale, dell’organo Hammond. Organo inventato nel 1934 per essere usato nelle chiese al posto dei costosi organi a canne che poi cambiò il modo di fare musica prima nel jazz ed in seguito, a fine anni 60 dello scorso secolo, nella musica Rock.
Quarant’anni per essere consacrato come strumento eclettico ed utile ad ogni genere musicale. Eppure anche all’ingegnere meccanico Laurens Hammond qualcuno avrà detto: “Lo abbiamo sempre fatto così”. Ma si può definire rivoluzione un cambiamento che per arrivare a compimento ci mette tanto tempo?
“Lo abbiamo sempre fatto così” lo hanno detto anche a Freddie Mercury quando ha presentato ai produttori della Emi records “Bohemian Rapsody”. Un singolo della durata di sei minuti, un’eternità se messo a confronto con i tempi imposti dalle emittenti radiofoniche ai musicisti dell’epoca.
L’economia che gestiva la produzione musicale, dando vita al commercio pubblicitario, non poteva consentire che un singolo rubasse tanto spazio ai loro commerci.
I Queen imposero con determinazione, coerenza, testardaggine e tanta “follia” (lo fecero arrivare ad un loro amico dj che lo trasmise ininterrottamente per 48 ore) il loro singolo, e produssero una vera e propria rivoluzione in ambito musicale.
Per cui: “Niente può cambiare”, “abbiamo sempre fatto così”, sono evidentemente la cura di chi, per difendersi dall’accusa, non detta, di inattività “politica”, di appiattimento su metodi e parametri preconcettualizzati e preordinati, prova a giustificarsi.
L’accelerazione del tempo ed il cambiamento necessario per la nostra epoca possono arrivare solo con la coerenza e la determinazione utile ad una Bohemian (rapsody) Revolution.
Per questo crediamo in ITALEXIT.
Perché l’unione di più forze può produrre il cambiamento facendo convergere più sillogismi in una sintesi: come in una rapsodia.
Il movimento 5 stelle, per molti, è stato l’organo Hammond.
Speriamo che ITALEXIT riesca ad avvicinare la capacità rivoluzionaria dei Queen.