Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa testimonianza di una mamma proletaria.
I nomi sono di fantasia.
Ho avuto la riunione alla scuola media.
La prima notizia è che l’orario è ridotto, almeno la prima settimana, per carenza d’organico (mancano alcuni professori e le cattedre devono ancora essere assegnate) quindi 8:00-12:00 invece che 8:00-14:00. Significa che oltre a dover usufruire del servizio pulmino ovviamente a pagamento, (di cui avrei usufruito comunque perché lavoro anche alle 14:00 quando i bambini uscivano da scuola), mio figlio Marco dovrà stare da solo fino alle 15:30.
Ma in teoria, per legge non potrebbe stare da solo in casa, se dovesse succedere qualcosa sono io, la mamma, che rischio conseguenze penali.
In più, a lavoro, il responsabile delle risorse umane, col quale ho parlato in varie telefonate e dopo diverse sollecitazioni anche abbastanza dure dalla segretaria, mi ha detto che mi consiglia di “organizzarmi” col bambino, perché le esigenze aziendali a volte vanno oltre quelle personali e che i tempi saranno ancora più duri.
E sto lavorando solo 3 ore invece di 4.
Quindi per 20 euro al giorno devo anche sentirmi dire di “organizzarmi”…
Lunedì mi hanno chiamato per lavorare alle 8:00 in cucina, cioè orario diverso e sede diversa, senza chiedermi prima la disponibilità.
Io avevo ancora Marco a casa da scuola.
Non mi mandano la lettera solo perché ho fatto una telefonata al responsabile delle risorse umane il quale mi ha detto: «non manderemo nessuna lettera, ma lei si organizzi col bambino».
Non so se ridere o piangere.
A scuola, a parte lo stop per le elezioni e il rientro il 23 (non si sa ancora se con l’orario ridotto o normale), le linee guida sono: mascherina sempre ogni volta che il bambino si alza, al banco si può togliere, ma la si deve mettere se il professore si avvicina. 2 pause da 10 minuti (in 6 ore di scuola!).
Si mangia seduti al banco, se c’è tempo si possono scambiare due chiacchiere alzandosi con la mascherina e distanti. Non ci si può prestare nulla, neanche una penna.
A casa va misurata la temperatura e se il bambino ha il raffreddore o la tosse o il mal di pancia, niente scuola per evitare tutta la trafila… E se ha mal di pancia a scuola ti chiamano per andare a riprenderlo.
Sarà la pediatra a quel punto a decidere quanto tenerlo a casa, se fare il tampone o no… e poi scattano le eventuali procedure per la classe.
Ma se ogni volta che i bambini hanno il raffreddore o la tosse dobbiamo stare a casa… Non so più cosa dire. “Andrà tutto bene” dicevano…
I politici dicono che il genitore che starà a casa con figlio prenderà il congedo.
Peccato che il congedo sia pagato al 50% e né io né mio marito possiamo stare tanto tempo al 50% fra l’altro con il timore che i tempi di erogazione siano quelli della cassa integrazione dell’Inps.