“La repressione è il nostro vaccino” diceva Gian Maria Volonté, nei panni dell’ispettore di polizia reazionario nel film del 1970 Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto. Mai frase fu più veritiera e profetica. Sabato 19 dicembre, anche a Torino, come in molte altre città italiane, si è svolta la Giornata del Risveglio, organizzata dai gruppi territoriali della Marcia della Liberazione. Abbiamo manifestato nel centro della città, sotto la sede Rai di Torino, un centinaio di persone desiderose di esprimere la propria obbedienza al dettato costituzionale. Si è ricordato quanto sia distorto e falsato il racconto della realtà da parte dei media di regime, quanto siano inique le diverse leggi e leggine che creano disagio psichico e sociale, oltre che miseria. Fra le varie testimonianze, quella di un giovane cuoco che aveva appena saputo che il ristorante nel quale lavorava chiuderà definitivamente fra pochi giorni, fiaccato a morte dai provvedimenti astrusi e assurdi dell’attuale governo. Dopo un’ora e mezza, la manifestazione della Marcia della Liberazione, raccontata in streaming da La casa del Sole, si è conclusa.
Una decina di manifestanti, di loro spontanea volontà, hanno scelto del tutto legittimamente di proseguire con un gesto di disobbedienza civile, una passeggiata pacifica per le vie del centro, con alcune fiaccole accese e il megafono per spiegare alla cittadinanza torinese le ragioni politiche del loro dissenso. Un funzionario di pubblica sicurezza ci aveva chiesto di informare che le forze dell’ordine avrebbero reagito comminando multe, cosa che noi abbiamo fatto. Nulla lasciava presagire quanto è accaduto di lì a poco.
Nei minuti successivi, i nostri amici, diretti verso i portici di via Po, si sono visti circondare da diverse camionette di polizia, dalle quali sono scesi agenti in tenuta antisommossa, con scudi e sfollagente. Gli agenti hanno circondato i manifestanti e hanno impedito loro di andarsene, dimostrando un atteggiamento strafottente e aggressivo, rifiutando di fornire informazioni sul loro commissariato di appartenenza e giungendo a strattonare rudemente una ragazza.
Fortunatamente i manifestanti hanno dimostrato di possedere prontezza di spirito, oltre che coscienza dei propri diritti e hanno prontamente contattato via telefonino un avvocato. A quel punto, gli agenti hanno scelto di non proseguire sulla strada della prepotenza, e una volta prese le generalità dei presenti, hanno lasciati liberi i presenti, senza fare verbali.
A tutti coloro che si sono visti aggredire in questa maniera va la nostra piena solidarietà umana e politica. Il nostro cammino è ancora molto lungo, ma il fatto di venire in contatto con persone di assoluto valore ci spinge a proseguire con sempre maggiore coraggio ed entusiasmo.
Marcia della Liberazione – Piemonte
Fonte: Marcia della Liberazione