A dimostrazione di come il progetto di Paragone/Italexit non decolli affatto e si sia anzi impantanato lo dimostra il fallimento della manifestazione dell’altro ieri nei pressi del Senato. Italexit di Paragone ha scelto di manifestare contro l’insediamento di Draghi in perfetta solitudine. Risultato poche decine di persone. Con la presunzione non si va lontano. Come spiegare questo errore pacchiano? Dipende anche dall’illusoria sensazione di essere potenti e di essere sufficienti a se stessi che viene dal “seguito” nella bolla dei “social”.
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Avere “1 milione di like” non serva a nulla, o meglio non serva quasi nulla, di seguito una semplice equazione: ad un grande responso sui social NON corrisponde sempre un risultato degno di nota sul campo. Non è infatti garantito che il seguito sui social corrisponda ad un vero sostegno reale nella vita politica. Solo per fare un esempio possiamo prendere come campione proprio G. Paragone.
Like alla sua pagina personale: 913’000
Engagement rate della pagina Facebook [(somma interazioni contenuto A + somma interazioni contenuto B /2] /fan (della pagina)= 0,015.
Ho preso in considerazione i due post più visti ultimamente sul profilo di Paragone (https://www.facebook.com/gianluigi.paragone/posts/3630569596991937 e https://fb.watch/3KcTD4P-Yh/ ).
Per non avere un risultato troppo viziato, non ho preso gli ultimi post caricati, perché il pubblico di Facebook riceve le notifiche dopo un certo tempo, prima di finire nel dimenticatoio degli algoritmi. Ciò significa che chi carica post deve sapere che vi è una finestra di tempo in cui il suo contenuto è visibile, dopodiché diventerà sempre meno presente nelle bacheche degli utenti.
Sono stato quindi generoso in questo caso prendendo in considerazione solo 2 post, oltretutto i più popolari.
Se vogliamo ad esempio capire quante interazioni si hanno ogni mille persone (like, commenti o altri emoticons) vediamo che, vista la cifra sopra, sono 15 gli utenti a lasciare una “reaction”. Questo si chiama “reach” della pagina.
La Meloni, le cui reactions sono quasi pari a Salvini, ma con la metà dei like alla pagina, ha dei numeri sorprendenti. 1.7 milione di like, ma un reach quasi doppio. Sottolineo che sembra poco, ma non lo è affatto. Se 30 persone ogni 1000, mediamente, reagiscono ad un post, la differenza è enorme rispetto a sole 15. Ma chiaramente il merito nel caso della Meloni è di Tommaso Longobardi, un ragazzo giovane che ha scritto anche un libro sui social.
La pagina della Marcia della Liberazione, se consideriamo soprattutto che è in shadow ban, fa tutto sommato meglio di Paragone o uguale. Non solo, ma appare chiaro che la pagina del partito Italexit è una brutta copia di quella di G.P. Un copy&paste (copia e incolla) bello e buono, dove la faccia che spunta è quasi sempre la sua. Con delle scritte a caratteri cubitali in testa e alla fine dei video, stile Salvini.
Dunque, dopo aver analizzato questi aspetti più tecnici, un’altra constatazione importante: dall’altro dei 900000 seguaci, la manifestazione a Roma del 17 febbraio è stata un disastro. E i numeri sopra non ci lasciano molti dubbi: i grandi like arrivano solo quando Paragone va in tv oppure parla in senato ma, quando Italexit annuncia iniziative, calano i like che vengono presto sostituiti dai commenti derisori di ex grillini ed altri. Non solo, dopo la mediocre figura di ieri al Pantheon, Paragone non ha neanche caricato un’immagine della manifestazione.
Ciò significa che G. Paragone ha un “seguito” sui social grazie a certi suoi video interventi, mentre il sito “ilparagone.it” ha numeri davvero miseri, a dimostrazione che pochi gli danno ascolto e sono davvero disposti a seguirlo. Glielo si concede, e glielo concediamo pure noi: è apprezzabile in alcuni interventi ma, a quanto pare, non desta molto interesse nelle sue iniziative pratiche nella vita politica attiva, fuori dal palazzo e dal circo mediatico.
È come se fosse ancora un giornalista per sbaglio sbarcato in politica, che dice cose interessanti ma nulla di più. Gli manca quel carisma che hanno altri, e le capacità proprie di un vero capo politico.
A parte, dunque, la gestione mediocre dei social (che si palesa ancor di più nelle pagine periferiche delle regioni e delle province) è necessario subito sgombrare il campo da una questione: i seguaci che si hanno su un social non corrispondono assolutamente alle reali forze di Italexit ed in generale dei partiti. E credo di dire il pacifico. Altrimenti avremmo dei partiti di massa, se valesse davvero questa equazione. Contando, inoltre, che la pagina di Italexit rispetto a quella di Paragone sembra essere considerata come assolutamente secondaria, come priva di importanza.
Se qualcuno come in Italexit, poi, punta ad utilizzare i social e l’internet in maniera massiccia credendo di poter così aumentare il proprio bacino (ad esempio con iscrizioni online all’organizzazione ecc) si sbaglia di grosso.
Chi ti segue sui social potrebbe averlo fatto per molti motivi:
- Semplice interesse, che non sfocerà mai in nulla di più
- Vero interesse, in potenza anche “attivo”
- Per farsi due risate, per prendere in giro o fare “l’hater” e, per questo motivo, il dato dei like rimane sempre relativo
Il campo di battaglia, la prova del 9, è sempre la piazza ed è lì che si misurano materialmente le forze di un’organizzazione. I social ti servono certamente, ma devono essere accompagnati da 1) attività nei territori, in modo organizzato oppure 2) pesante effetto megafono nei media/afflusso di soldi, con cui puoi martellare i cittadini giorno e notte. Tertium non datur, ed Italexit non sembra capace di fare la prima cosa, né chiaramente ha la possibilità di attuare il piano 2.
La strada dei partiti leggeri, d’opinione, senza una base militante agguerrita, non porta da nessuna parte. Chi è riuscito a “sfondare”, ha potuto sopperire a questi limiti o perchè disponeva di tanti soldi o perchè aveva il sostegno del regime o perchè aveva un leader carismatico (vedi Beppe Grillo).
Fonte: sollevazione.it