Chi vi scrive è un lavoratore, un padre, un nonno. Non sono una delle tante “partite IVA” che da un anno stanno pagando forse il prezzo economico più alto delle misure di lockdown, non sono un operaio di una delle fabbriche delocalizzate che da sempre pagano quella “libertà di impresa” che vale solo per le multinazionali, non sono un fattorino che butta l’anima per consegnare una pizza a domicilio, non sono un pensionato sociale costretto a fare la cena con una tazza di latte e due fette biscottate, non sono un precario, un disoccupato, un giovane laureato costretto a lasciare la sua famiglia anziché mettere a disposizione del suo paese ciò che ha imparato.
Sono un dipendente pubblico, ormai prossimo alla pensione, in servizio dal 1983 nel Ministero delle finanze, prima in Agenzia delle dogane ed oggi in Agenzia delle entrate. Ho avuto qualifica di funzionario di polizia giudiziaria e tributaria quando ero in dogana. Ho giurato fedeltà alla nostra Costituzione e credo di aver servito il mio paese in questi 38 anni tenendo sempre a mente la carta costituzionale, il nostro patto sociale. Ma prima di tutto mi sono sempre sentito un servo del popolo mentre esercitavo le mie funzioni: la scrivania, la sedia, il computer, non erano miei ma mi sono stati messi a disposizione dal nostro popolo che paga le tasse per farmi svolgere il mio servizio di istituto.
Data la mia età, ho potuto vedere negli anni che chi si fa in quattro per vivere, paga sempre il prezzo più alto delle scelte politiche di lor signori, che poi sono gli stessi che vi chiamano a sopportare il peso delle proteste di piazza, a fare da cuscinetto tra la giusta indignazione del popolo e le posizioni di privilegio delle caste che stanno nei vari centri di potere. Chi di voi fa ordine pubblico sa per esperienza che nella stragrande maggioranza delle situazioni, le proteste non nascono mai con l’intento di contrapporsi a voi, ma possono trasformarsi in attrito e in disordini malgrado la volontà dei manifestanti, che sono madri e padri di famiglia, persone che hanno subìto perdita di dignità e del reddito, come trovare chiusa la propria fabbrica, magari venendone a conoscenza con un miserabile messaggio whatsapp, luoghi di lavoro difesi fino allo stremo perché unica fonte di reddito, luoghi di lavoro dove si assiste anche ad incidenti, talvolta mortali, luoghi di lavoro preziosi eppure maledetti allo stesso tempo, che si vogliono salvare perché non si hanno alternative. Oggi le partite IVA si aggiungono alle categorie “storiche” del disagio.
Ormai da un anno c’è una parte consistente della società italiana che sta sopportando misure assurde di lockdown, tipo la chiusura dei ristoranti mentre negli autogrill di una multinazionale italiana si continua a somministrare alimenti e bevande come se nulla fosse e quindi il sospetto che si privilegino ancora una volta i potenti è legittimo ed è forse una certezza. Dovrebbero infatti spiegare, lor signori che siedono in Parlamento, quali misure speciali hanno gli autogrill che non possono mettere in atto i ristoratori! Quello che sta accadendo è inaccettabile, una grossa parte della popolazione ha sulle spalle provvedimenti scollati dalla realtà e di grave peso economico resi ancor più odiosi perché allo stesso tempo le multinazionali hanno un tappeto rosso a terra, a loro è permesso di ottenere milioni di soldi pubblici e corposi aiuti fiscali e gli si consente di lasciare l’Italia per spostarsi dove i contratti sono più favorevoli, quando invece si dovrebbe tutelare le produzioni di importanza strategica nazionale usando anche l’esproprio previsto dalla Costituzione per fini di pubblica utilità.
Abbiamo perso la nostra sovranità come ben sancita in Costituzione, abbiamo perso la sovranità monetaria che oggi è nelle mani della Banca centrale europea, abbiamo perso la sovranità popolare che oggi è nelle mani della Commissione europea. E il covid ha messo nelle mani dei potenti un arma formidabile: fare un grande reset per arrivare ad un nuovo ordine sociale ed economico. Un nuovo ordine che colpirà chiunque vive unicamente del proprio lavoro, dunque anche i vostri figli, un nuovo ordine nel quale si salveranno solo le imprese che garantiscono profitti in borsa, tutte le altre sono considerate “imprese zombie” e quindi non saranno aiutate, come Draghi ha dichiarato più volte. Certo, se si continuano a favorire le grandi imprese che fanno arricchire i mercati, se si chiudono attività di piccola impresa o di impresa individuale senza provvedere a sostenerle economicamente, è evidente che diventeranno imprese zombie!
A questo punto è necessaria una nuova resistenza per liberarci delle forze che hanno occupato la nostra Repubblica democratica – fondata sul lavoro e non sui mercati – e tutti sono chiamati a difendere la legalità costituzionale che sta diventando sempre più un opzione. Anche voi delle forze di polizia siete cittadini della Repubblica italiana, anche voi siete lavoratori, anche voi avete figli che hanno diritto ad avere un futuro, avete magari genitori che vivono di pensione o parenti con un piccolo negozio schiacciato dalla concorrenza dei giganti on line.
Cosa vi chiedo?
Schieratevi con il nostro popolo. Questo vi chiedo. Dimostrate di essere le forze dell’ORDINE COSTITUZIONALE, non dell’ordine dei potenti che stanno togliendo dignità al nostro popolo e alla nostra Patria. Trovate voi stessi la forma giusta, ma osate farlo come hanno fatto i vostri colleghi in diverse occasioni.
Dialogate con chi fa una protesta civile, trovate il modo di fraternizzare con loro, sono il popolo sovrano.
C’è bisogno anche di voi e potete fare la differenza!