La questione del voto ai sedicenni non è per ora dibattuta come si dovrebbe. Dopo lo spot pubblicitario di Enrico Letta è adesso calato il silenzio. È bene invece cominciare a discuterne. Lo facciamo qui con un primo intervento di Floriana Balducci del Cpt di Lucca
Sono decisamente vecchia. Non matura, non anziana; proprio vecchia. Sempre se essere vecchi corrisponde al cliché di persona che non capisce certe idee contemporanee, non ha una fiducia smisurata nei giovani, non vede in tutti loro le staffette della fiaccola del cambiamento e del futuro. Se siete lettori attenti, come dovremmo sempre essere e spesso non siamo, ho però usato aggettivi importanti: Certe idee; fiducia smisurata; tutti loro.
Intendiamoci: avendo insegnato a giovani tra i 16 e i 19 anni per decenni io credo nei giovani, sto bene con loro e li considero per quello che sono: il nostro futuro umano. Ma resto basita, spiazzata e incredula, quando vedo intonare per loro peana di elogi e vittorie da chi non penso essere in buona fede. Per esempio i nostri politici, o meglio quei figuri che in Italia sono la politica corrente e quotidiana. Da un po’ rifletto su questo, e più rifletto più cresce lo sbalordimento e la diffidenza verso costoro. Che rispondono al nome di Enrico Letta, Matteo Salvini e alleati, vicini, soci e affini.
Ma anche giornalisti ed editorialisti. Sto parlando della proposta lettiana del voto ai sedicenni rilanciata ultimamente con enfasi.
La prima riflessione che dovrebbe sorgere spontanea ed in tutti è la seguente: che senso ha una proposta del genere in un momento del genere. Da quattordici lunghi mesi siamo prigionieri in casa nostra a causa della pandemia da covid 19. Pandemia su cui abbiamo più volte espresso le nostre perplessità, per usare un eufemismo, come vero motivo di una prigionia lunga 14 mesi, e regolata da DPCM, sentenze di oracoli virologi e strani commissari che vanno e vengono, anche in divisa… che non è un segnale rassicurante, mai.
Uno potrebbe rispondere in modo un po’ ingenuo che essendo Letta divenuto segretario del PD dopo la cacciata o l’abbandono, boh chissà, di Zingaretti e in modo, come dire, rocambolesco, ha bisogno di chiarire le sua priorità e il suo programma, pandemia o no. Non si può aspettare che tutto torni normale… vero anche perché non tornerà tutto normale nel senso di come prima del covid. Insomma, lo show deve andare avanti… Letta infatti ha già operato scelte fondamentali per milioni(?) di piddini: due donne elette capegruppo alla camera e al senato, la ribadita solida (?) alleanza con il movimento 5 stelle, la promessa di non procedere con vendette postume coi renziani, (il che un po’tanto contrasta coi diverbi accesi con il renziano non renziano Marcucci), il giuramento di fedeltà perpetua all’Europa che ripete come un mantra ogni volta che il suo volto sorridente sereno rassicurante come quello di un commissario politico del PCUS dell’ex URSS compare in tv.
Poi da parte di Letta l’annuncio solenne della costituzione delle “agorà”, spazi di discussione democratica, e vorrei veder il contrario, per iscritti e non del PD, e la proposta ripetuta più volte di voto ai sedicenni. Il tutto con un tono da ex democristiano con un passato forse, non lo so, da boy scout. Passato che vantava, e chi ne avrebbe dubitato, Matteo Renzi.
Boy scout: la generosità, l’ingegnosità dei bambini, degli adolescenti e poi dei giovani al servizio della solidarietà, del rispetto per l’ambiente, della fratellanza e sorellanza universali. Ragazzi immuni dal pericolo di droghe, di vizi. Il sogno di ogni mamma borghese: il proprio piccolo in divisa che canta sereno coi compagnucci e che diverrà un giorno un uomo serio,responsabile, studioso. Affidabile.
Oddio, con Renzi mamma sua ha toppato… droghe non so, vizi pure, ma che sia persona seria, sincera responsabile, rispettosa dell’ambiente, affidabile, è assai lecito dubitare. Alla luce di prove oggettive.
Comunque, a parte la Renzi-divagazione, il giovane lettiano a cui destinare il privilegio (ma non è un diritto?) del voto dovrebbe rispondere a questi canoni. Anche se per concedere il voto ai sedicenni c’è da metter mano alla Costituzione, passione sempre ricorrente nel PD e non solo. Sarà, sostiene Letta, un modo per introdurlo al mondo della politica, così complesso e lontano, ma per ora, dopo no, dagli interessi degli adolescenti. I quali risulta che non abbiano accolto questo come se fosse un dono mirabile, anzi dicono, a leggere certi interventi in rete, di sentirsi assai spiazzati e impreparati a sì gravoso compito nell’epoca felice dei primi amori, delle prime canne, della musica a palla. Ma no, dice Letta nella sua incrollabile fede nei neuroni adolescenziali, saranno preparati. I neuroni contro gli ormoni..bella lotta…
Una volta capito quale prezioso dono gli è stato concesso, l’adolescente, perché questo si è a 16 anni, sarà felice. Come elettore voterà con cognizione di causa, ponendosi interrogativi e domande da filosofo professionista sulla politica, sul voto, sul futuro del pianeta, della patria, sulla UE, che c’entra sempre con il Lettapensiero, sui massimi sistemi del mondo. Il tutto a 16 anni. E non potrà che essere fiero di dare il suo contributo, di dire la sua, di contare nel nostro paese così pieno di opportunità per lui…
Il solito guastafeste pensante potrebbe ridere di gusto. Facile la sua obiezione: ma se i ragazzini non leggono più nemmeno “Topolino”! Sciocca obiezione: chi parla di leggere e riflettere, roba obsoleta e pallosa! Saranno preparati in modo disinteressato dai politici, come Letta e Salvini. Ci saranno scuole di partito, non quelle sovietiche certo, ma spazi democratici, on line. Che è la modalità dei sedicenni. E non solo. Solo con il voto sarà dato spazio ai giovanissimi, coinvolgendoli in prima persona per far loro capire che “la classe dirigente li prende sul serio”, come ha preso sul serio Greta e i movimenti ambientalisti giovanili. E infatti si è visto. Chi ora parla più di Greta? Boh…
Però tutti i politici o quasi d’accordo con Letta. Nencini del PSI già nel 2018 aveva presentato un disegno di legge al senato per estendere ai sedicenni il diritto di voto alle elezioni amministrative. E le elezioni amministrative in Italia sono una cosa seria, perbacco, specie in certe vaste zone del bel Paese, dove la scelta del sindaco, del governatore di regione, financo del consigliere comunale notoriamente è guidata, telecomandata da interessi privatissimi, da cosche, pardon élites, ristrette che guidano disinteressatamente al voto per questo o quello senza pressioni o promesse di posti di lavoro o altro… Roba che non ci riguarda, tutte calunnie di magistrati o giornalisti. Ecco in questo mondo si manderebbe a votare il sedicenne… senza dire che di regola il sedicenne vive in famiglia, ha ancora giuridicamente diritto di essere un bamboccione, direbbe Brunetta, e sta a sentire i discorsi di mamma e papà, zie e nonni, ma non si lascia mica influenzare! Dotato come è di ferrea volontà di autodeterminazione. Sempre ammesso che i parenti parlino di politica coi figli. Sarebbe già un miracolo.
Notare bene: Letta dice che la classe dirigente deve prendere sul serio i giovani: allora finora come li ha presi o giudicati o valutati ? Come conciliare tutta questa grandissima fiducia nei giovanissimi da parte di chi non tralascia manco un TG dell’era covid per sottolineare che i contagi salgono per colpa dei ragazzini senza maschera, che fanno assembramenti, che si toccano e sbaciucchiano e sono irresponsabili? Che si danno a apericene ogni tre per due? Di quali ragazzi UFO stiamo parlando? Io ne conosco molti, tutti un po’ simili ed infelici in questi mesi. Costretti a maschere in aula dove vanno pochissime volte, distanti con metraggio obbligatorio, o alla DAD dove stanno davanti ad uno schermo con gli occhi a palla costretti a credere che stanno imparando lo stesso matematica, fisica, chimica, italiano ecc ecc.
Sono ragazzi che hanno avuto per decenni ministri dell’istruzione il cui unico compito verso gli allievi era di riformare l’esame di stato, guai a dire di maturità, e che è? Le questioni importanti, vere, riguardavano il pallosissimo problema degli stipendi dei docenti, l’aumento del numero di alunni per classe per assumere meno, alla faccia dell’apprendimento individualizzato, riforme scolastiche da urlo, ecc ecc. I ragazzi NON c’entravano nulla. Utilizzatori finali. Che scocciavano e parecchio se si autogestivano, se scioperavano, se manifestavano… I soliti ragazzini che vogliono saltare le lezioni. Buoni solo per partecipare muti a celebrazioni di ricorrenze e feste, di cui raramente sapevano una mazza, e partecipazioni a progetti per fare belle scuole ed istituti. Con premi, meglio se in danaro, please.
Per decenni la scuola, spazio giovanile per eccellenza, è stata poco o nulla considerata dal punto di vista della crescita politica e dell’educazione civica. La paura che i docenti, alcuni pericolosi, non allineati al pensiero dominante, influenzassero le giovani menti… Così si è arrivati a svuotare di ogni valenza civica e democratica gli organi collegiali scolastici. Le assemblee di istituto come spazi di discussione sono morte. Meglio sostituirle con i cineforum dove si sgranocchiano pop corn e si può anche vedere un film, pazienza se noioso. Il grido di dolore di alcuni rari docenti che da decenni lamentano l’indifferenza dei giovani per questi strumenti di partecipazione politica è rimasto inascoltato. Che palle questi prof. che credono nella scuola.
Domandina: cosa è allora prendere sul serio i sedicenni per Letta, Salvini e la ditta dirigente? Allevarsi futuri elettori con pochi interventi di questo o quel dirigente di partito? Cosa conta di più per maturare il giovane ad una vera partecipazione politica? L’apprendere idee e pensieri attraverso discipline scolastiche come la filosofia ed il diritto, meditandole e valutandole da soli e con l’aiuto dei docenti e senza DAD o imparare, con DAD, il funzionamento degli astrusi meccanismi elettorali, dell’elezione del parlamento? E la Costituzione? Sono in grado i nostri futuri geni politici sedicenni di leggerla e farla propria da soli o devono farsela spiegare, magari da chi tenta continuamente di manometterla, e impararla a pappagallo nelle agorà delle classe dirigente? Ammesso e pochissimo concesso che di Costituzione si discuterà…
Insomma, cosa si nasconde pericolosamente dietro la corte insistente dei politici al sedicenne? A sedici anni maturi non si è, non ancora, non tutti lo sono almeno, per decisioni come quella del voto. Non lo sostengo io. Lo dice la psicologia evolutiva, lo dice il fatto che scolasticamente siamo neppure a metà del percorso di studi. E non è roba da poco. I liceali non hanno ancora gli strumenti per affrontare lo studio della filosofia, gli altri studenti hanno appena iniziato quello del diritto e dell’economia. Se il legislatore scolastico non li ritiene pronti per uno studio più approfondito ed impegnativo, e lo fa su basi cognitive e didattiche, se lo psicologo ci ripete ormai da anni che l’età dell’adolescenza si sta spostando in avanti sempre di più, e con essa la maturità di giudizio, come conciliare questo con le proposte anzi gli spot dei politici? Non si può.
Vero, i giovani si interessano all’ambiente ora più di prima; spesso a questa età si inizia un faticoso processo di costruzione della propria concezione del mondo, e ci si pongono questioni fondamentali di vita; il rapporto con gli altri, con il sesso, con la religione. Ma siamo agli inizi.. e di un processo che è faticoso, incerto,per tentativi ed errori,tutto personale nei tempi e nei ritmi. Non possiamo né dobbiamo mettere fretta nel costruire le fondamenta della personalità futura dei ragazzi. Che cambierà spesso, inevitabilmente, fortunatamente. Se rispettiamo davvero i nostri adolescenti spesso smarriti, spesso maturi, spesso inconsapevoli, diamo loro il tempo di crescere ancora un po’. Diamo loro libertà di essere spensierati,un po’ coglioni,un po’ sfacciati. Non usiamoli. E invece questo è il subdolo inganno che si nasconde nelle parole al miele di questo o quel politico. “Timeo Danaos et dona ferentes”.. dice Enea troiano parlando del cavallo di Troia donato dai Greci. Perfetto.
Il problema non è per la “ditta” dirigente fare dell’adolescente un elettore maturo, responsabile e consapevole. E’ il voto. Il voto guidato, telecomandato dalla classe dirigente.. a cui non importa il classico fico di intercettare i bisogni e le richieste del mondo giovanile bensì di imbonire la loro volontà con linguaggio accattivante, proposte allettanti, promesse roboanti. E di ridurre agli occhi dei giovani, più ingenui e meno malfidati dei vecchi, TUTTA la politica al voto. Per questo o quello. Ad una discussione al Bar Sport su Inter o Juve. Alla faccia della filosofia di Platone di Aristotele e due millenni di cultura occidentale,che insegna ai giovani e meno giovani che la politica è una dimensione, anzi LA dimensione del vivere umano in società. Politica che mai è riducibile alla scelta di un parlamentare, di un senatore, di un “capo”, anzi di un leader. Non si deve far sapere, si deve far dimenticare che in politica conta il pensiero come l’azione, l’ideologia e non solo il fare, l’impegno per creare un mondo diverso e non solo per quello reale; che non sempre il reale è razionale.
Non credo di esagerare se dico che questa proposta del voto al sedicenne è un attacco alla democrazia, nonché un attacco per il giovane al suo futuro di uomo libero anche di pensare diversamente dal politico in carriera, un attacco all’intendere fare politica per quello che è realmente: la scelta consapevole di esserci e di farsi sentire. In ciò credo fermamente: faccio politica da 50 anni e mai ho sentito il bisogno di esprimermi solo ed esclusivamente con il voto. Anzi, mai mi sono sentita così libera e politicamente soddisfatta come quando ho deciso, da vecchia, di NON VOTARE. Intendo per la classe ora dirigente mio malgrado.
Forse perché ho avuto anch’io a che fare con ragazzi nella scuola per 40 anni che mi sento di condividere pienamente quanto scritto da Floriana Balducci, grazie!
Grazie francesco! Mi conforta sapere che non sono sola a temere questa proposta demenziale e pericolosa
Concordo pienamente. Dirò di più io il diritto al voto lo limiterei coloro che dimostrano di saper leggere e capire ciò che leggono, di saper scrivere in forma chiara e coerente, ortograficamentee e sintatticamente corretta e che sappiano cosa vuol dire che l’Italia è una repubblica Parlamentare. Questo per la Camera. Per aver diritto al voto per il Senato aggiungerei la conoscenza della Costituzione. Sono antidemocratica? No. Da tempo tutti vanno a scuola il saper leggere e scrivere dovrebbe ( dovrebbe) essere acquisito entro la quinta elementare. Nell’odierna secondaria di primo grado si insegna esattamente come nella vecchia “scuola media” Educazione Civica. Perlomeno io e moltissimi altri che conosco l’ hanno insegnata e la stanno insegnando. E dovrebbe seguire che, anche con la clausola che propongo, tutti avrebbero diritto al voto.Peccato che non sia così. Basta un giretto su Facebook per rendersene conto.O leggere certe dichiarazioni di certi politici.