Verrà il giorno della giustizia, verrà il giorno della vendetta…
Il famigerato Roberto Burioni (su Twitter) non ha peli sulla lingua: «Secondo me l’idea del ‘pass’ è ottima. Impedire a chi rifiuta il vaccino i movimenti e l’ingresso nei bar e nei ristoranti sarà più efficace di qualunque obbligo nello spingere gli indecisi a vaccinarsi».
Detto fatto. Anche in questo caso ubbidendo alle direttive della funesta Unione europea, il governo Draghi vuole istituire a passo di corsa, cioè già dal 26 aprile, la “certificazione verde”, nome infingardo per intendere il passaporto vaccinale — QUI i dettagli. Previsto addirittura l’arresto per chi falsificasse l’attestato.
Ove entrasse in vigore saremmo piombati in uno STATO DIGITALE DI POLIZIA. Un ulteriore passo nel regime del capitalismo della tecno-sorveglianza di massa. In nome della salute pubblica una nociva dittatura, sotto le mentite spoglie dell’emergenza sanitaria un politico Stato d’Eccezione.
Come dice giustamente Agamben, tutti gli asintomatici che rifiutassero di vaccinarsi sarebbero classificati untori e per questo bollati con lo stigma della colpa, del più infamante dei peccati. Essi verranno per questo emarginati, allontanati dalla comunità. Il passo per il loro isolamento in appositi campi di reclusione potrebbe essere breve. Stato digitale di polizia fa quindi rima con regime di apartheid. In attesa di nuovi campi di concentramento, in quanto minaccia, se rifiuti il vaccino di Big Pharma ti verrà impedito, tanto per cominciare, di salire su un aereo o su un treno, poi ti sarà proibito l’accesso a scuola, al lavoro, al cinema, al supermercato, ad ogni occasione in cui ci sia di mezzo “assembramento”, ovvero socialità e convivialità.
C’è di più. Col passaporto vaccinale è il concetto stesso di cittadinanza che viene circoscritto e politicamente ridefinito. Solo il vaccinato potrà godere dei residui diritti sociali e politici di libertà a cui la cittadinanza da accesso. Chi non si vaccinerà sarà un cittadino di serie B, uno spregevole paria. Proprio come nella religione induista sono considerati gli intoccabili, i fuori casta. La sola differenza è che nel liberale Occidente questo crimine non viene giustificato in nome della religione bensì in nome della tecno-scienza — ove quest’ultima, divinizzata assieme ai suoi tecno-sacerdoti, pretende di rimpiazzare le religioni tradizionali.
Nel regime del capitalismo della tecno-sorveglianza di massa, nel futuristico Stato digitale di polizia non avremo quindi solo, metamorfosate, le vecchie classi sociali — distinte tra chi possiede come capitale i mezzi di produzione e di scambio e chi non possiede che la sua forza-lavoro e quindi è costretto per tirare a campare a venderla a chi detiene il capitale. Avremo un sistema misto, che combinerà e intreccerà il sistema di classe con quello rinascente delle caste sociali. La strada che così viene tracciata (apertamente evocata da quelli del Grande Reset) non è solo quella che conduce ad un regime di tirannia politica, si tratta in verità di qualcosa di più profondo, del passaggio ad un nuovo sistema sociale, un post-capitalismo come tecno-feudalesimo e di tipo asiatico.
Chiunque capisce che la partita del passaporto vaccinale è di enorme importanza. E’ il particolare in cui si annida l’universale. E’ una Linea del Piave per le opposizioni sociali e politiche tutte, sfondata la quale il nemico dilagherebbe, e dopo la quale non resterebbe ad esse che una strategia di lunga e difficile guerriglia dietro le lineee nemiche.
Persa la partita del Covid-19, trovandoci attestati su questa Linea del Piave, siamo tenuti a difenderla con le unghie e coi denti, costi quel che costi. Siamo obbligati a fare fronte. La Marcia della Liberazione ha lanciato l’allarme, indicendo per sabato prossimo l’Assemblea del Fronte del Dissenso per la nascita di un Coordinamento nazionale.
Continuare divisi e sparpagliati è un lusso che non possiamo permetterci. Il passaggio da azioni di resistenza eterogenee a fronte unico non sarà facile. Implica visione, intelligenza tattica, disciplina condivisa, una direzione collettiva autorevole. Al punto in cui siamo l’unità non può quindi essere un’accozzaglia ribellistica di scontenti. Deve basarsi su una piattaforma politica propositiva (democratica, sociale, costituzionale e rivoluzionaria), e sul metodo di una coraggiosa disobbedienza civile di massa. Con coloro che non condivideranno piattaforma e metodo, che quindi non faranno parte del fronte, vale la vecchia massima: “colpire uniti, marciare separati”, reparti distinti ma difesa coordinata della Linea del Piave.
Fonte: sollevazione.it
VIVA LA LIBERTA’
NO ALLA DITTATURA SANITARIA