Dalla scuola chiusa a tempo indeterminato alla scuola aperta strumento di chiusura
Non tutti l’hanno ancora notato: il ruolo della scuola nella pandemia è cambiato radicalmente nel giro di poche settimane.
La scuola è passata da essere chiusa a tempo indeterminato, con governo e regioni che facevano a gara a chi teneva chiuso più a lungo, ad essere uno strumento nelle mani del partito delle chiusure allo scopo di vessare ancor di più il Paese.
Cosa è stato dichiarato
L’ultimo decreto ha stabilito che dal 26 Aprile la scuola dovesse -almeno parzialmente- riaprire: scuole dell’infanzia, primarie, medie aperte al 100%, superiori almeno al 70% nelle regioni gialle, almeno al 50% in quelle rosse. Non una riapertura completa, cosa particolarmente scandalosa visto che ormai siamo da più di un anno in questa situazione, ma, se si pensa al fatto che ci sono state regioni nelle quali le scuole superiori non sono praticamente mai state aperte durante tutto l’anno, sembrava già qualcosa.
Cosa sta accadendo realmente
Quel che dice il decreto è vero, ma è solo una mezza verità: ciò che il decreto e la stampa non dicono è che nel frattempo sono cambiati i protocolli di quarantena per i casi di positività: può sembrare un dettaglio tecnico, ma non è così. Con la scusa delle varianti infatti i protocolli, già inutilmente restrittivi in autunno, hanno subito ulteriori pesanti restrizioni. Se prima un alunno positivo metteva in quarantena le persone con cui era venuto in contatto nelle precedenti 48 ore dalla comparsa dei sintomi o dal tampone, ora la ASL traccia gli insegnanti anche quattro o cinque giorni dall’ultimo contatto e, in caso di “variante” il tracciamento può risalire fino a 15 giorni prima (!!).
E’ stato rivisto il concetto di “contatto stretto”, portando la distanza di rischio da uno a due metri.
E’ stata corretta anche la quarantena (sempre per le famose “varianti” che, quantomeno, per essere identificate avrebbero bisogno di essere ogni volta sequenziate): se prima durava 15 giorni o 10 con esecuzione di tampone rapido antigenico, che si può fare in una farmacia quando si vuole, ora in molti casi si è ripassati al doppio tampone molecolare, con l’ASL di nuovo a dettare i tempi.
Ovviamente, neppure a dirlo, i casi di variante secondo le ASL sono ormai la quasi totalità; e guai a chiedere chiarimenti agli operatori dell’ASL. Verrà risposto che solo loro hanno i titoli per parlare e se dicono così vuol dire che è così (chiaro dove porta il burionismo e “la scienza non è democratica”? A non poter verificare la parola di un laureto in medicina che si sente il Dottor House solo perché gli hanno affidato una briciola di responsabilità).
Le conseguenze
Per capire cosa stia accadendo prendo un paio dei tanti esempi che si stanno verificando in queste ore:
- Scuola di oltre 400 persone (tra alunni e personale): due alunni positivi asintomatici (0,4% della popolazione): in isolamento domiciliare sono state mandate, oltre a due classi (circa 50 alunni) quasi la metà degli insegnanti della scuola. Due alunni (2!) positivi e una scuola di oltre 400 persone è già al limite della praticabilità. Se nelle prossime ore dovesse emergere un ulteriore caso di positività quella scuola sarà costretta a chiudere per mancanza di personale.
- Scuola di oltre 500 persone con un gruppo di alunni positivi in una classe: la scuola deve chiudere per mancanza di docenti, tutti mandati in isolamento domiciliare. E questo in una situazione in cui oltre il 70% del corpo docente in Italia è stato vaccinato!
E’ facile capire quali siano le conseguenze per scuole e famiglie in una situazione del genere.
Scuole in fortissima sofferenza per mancanza di personale e con il rischio di chiusura in ogni momento, alunni a casa a fare didattica a distanza, disagi enormi per chi ha figli non ancora indipendenti e che magari aveva visto la possibilità di riaprire la propria attività e tornare al lavoro.
La scuola insomma conferma la sua centralità nella vicenda coronavirus: come dicevo nel titolo, l’impressione è che il partito delle chiusure, rappresentato da Speranza, abbia reagito al decreto riaperture -non più prorogabile- cercando di far rientrare dalla finestra ciò che è stato fatto uscire dalla porta.
Di più: la scuola può diventare, con questi assurdi protocolli, addirittura lo strumento per rafforzare la lobby chiusurista: per ogni classe che va in quarantena o per ogni scuola che chiude, i media possono strillare che la pandemia sta di nuovo diffondendosi a causa delle riaperture (quando -lo ripeto- le scuole chiudono perché si mettono gli insegnanti in quarantena, non per chissà quali onde di contagio: dopo 15 giorni spessissimo tutti risultano negativi e si ricomincia).
Decine di famiglie vanno in difficoltà perché si trovano i figli chiusi in casa per settimane e la loro vivibilità ne viene fortemente compromessa e questo ha ripercussioni gravi anche nel tessuto lavorativo degli altri settori.
Conclusioni
In conclusione: la battaglia per la riapertura delle scuole, così come per tutte le altre attività, è sacrosanta; ma non può più prescindere dalla radicale modifica delle regole del tracciamento e delle quarantene. Questo è ormai il principale strumento nelle mani di chi vuole tenere il Pese in uno stato di emergenza permanente.
Non cogliere questo aspetto vuol dire rischiare di trasformare in un boomerang ogni passo in avanti verso l’uscita del Paese dallo stato di emergenza e la scuola sta lì a dimostrarlo.
Articolo eccellente, ben detto di è così dei veri arresti domiciliari conclamati, per avere degli editi ai tamponi qua i sempre negativi!! Non sanno davvero dove sbattere la testa protocolli inutili e disastrosi!! Speriamo a Settembre se ne esca perché non ce la si fa veramente più!! Domina la Follia camuffata da precauzionsmo scriteriato!!
sul fatto che siano stati vaccinati il 70% dei docenti,nutro dei grossissimi dubbi e spero anche che non lo siano,sennò l’anno prossimo non ci saranno più insegnanti
Dovere di ogni cittadino ribellarsi contro le cosche dei Soros e dei Gates