Pubblichiamo di seguito la risoluzione approvata dalla Direzione Nazionale di Liberiamo l’Italia il 18 giugno 2021
“Nulla sarà come prima”. Questo il mantra che le élite dominanti cercano di inculcare nella testa dei cittadini affinché accettino come ineluttabile il futuro infernale che hanno progettato e che chiamano, senza peli sulla lingua, “Grande Reset”. Per giustificare questo rivolgimento avevano bisogno di scatenare un evento catastrofico a scala planetaria. E infatti è esplosa la pandemia Sars-coV-2. Ma cos’è il “Grande Reset”? Un neoliberismo 2.0 che punta all’abbattimento degli ultimi ostacoli che si frappongono al totale predominio del grande capitalismo transnazionale. Ostacoli sono quindi le istituzioni democratiche; gli stati nazionali; i popoli con le loro identità e tradizioni culturali; i movimenti di resistenza basati sui valori dell’eguaglianza e della libertà.
Al contrario del suo precursore questo neoliberismo 2.0 non fa leva sulla destra conservatrice e/o reazionaria. Esso si ammanta di un progressismo fanatico; dichiara di voler realizzare le promesse incompiute della modernità; il culto delle facoltà salvifiche della tecno-scienza è la sua cifra; l’individualismo congenito della tradizione liberale è spinto, nella prospettiva dell’ibridazione uomo-macchina, al distopico approdo del superuomo.
L’estrema pericolosità di questo disegno, le peculiarità di questo nuovo nemico, impongono alle forze della nuova Resistenza non solo un cambio di passo ma un salto politico di paradigma. Ciò che fino a ieri era considerato impensabile e contro natura, diventa oggi non solo plausibile ma inderogabile. In ogni Paese esistono oggi agguerrite minoranze che sono tuttavia divise e disperse anche perché hanno la testa rivolta al passato. Lo sguardo va invece rivolto all’oggi e al futuro. Occorre unire queste forze, pena l’abisso. Da tempo sosteniamo che occorre seguire l’esempio del CLN, con il cui fondamentale contributo nacque la Repubblica. Solo un fronte nazional-popolare di massa potrà fermare il mostro che si erge innanzi a noi.
Proprio in risposta allo Stato d’emergenza sanitario (grimaldello per attuare la “distruzione creativa” e asservire il popolo e la nazione) e nonostante le difficili condizioni, la spinta all’unità si è fatta strada. Non c’è nessuno che non consideri necessaria la confluenza dei tanti rivoli per alimentare un unico fiume. Ogni tentativo che va nella direzione di fare fronte, di incamerare questa energia evitando che si disperda, va sostenuto — in particolare va appoggiato il Fronte del Dissenso.
Non basta. Occorre un centro strategico di aggregazione. Come dobbiamo unire i movimenti di protesta, le soggettività politiche del patriottismo democratico debbono dare il buon esempio dando vita ad una federazione comune. Non è ammissibile che malgrado esistano punti sostanziali di convergenza programmatica queste organizzazioni e/o associazioni marcino in ordine sparso. Il momento per questa federazione è ora. Ora che con il governo Draghi si punta alla definitiva sudditanza dell’Italia alla Unione europea; ora che si prepara il terreno del “Grande Reset”, combinato disposto di stato d’emergenza e austerità permanenti; ora che l’élite vuole ripristinare un regime bipolare di ferro con tanto di regime presidenziale; ora che siamo alle porte non solo di duri conflitti sociali ma di elezioni politiche con cui i dominanti vogliono sancire il definitivo cambio di sistema.
Coloro che accettano l’idea della federazione comune si mettano attorno ad un tavolo, ne definiscano la piattaforma, indichino un metodo condiviso di procedere. Non nascondiamo infine, anzi ribadiamo, il nostro augurio, quello per cui la federazione possa diventare il luogo dove si realizzi un vero proprio processo costituente per dare vita all’unico partito che non c’è, la casa comune di tutti i patrioti che combattono per un’Italia democratica e sovrana.
Liberiamo l’Italia
18 giugno 2021
È di importanza vitale costituire una federazione che stabilisca pochi obiettivi fondamentali; ve ne suggerisco alcuni che la popolazione vessata sente particolarmente:
Libertà di cura e fine della dittatura sanitaria. Questa farsa cavalcata su una malattia, di cui ancora non si conosce la causa x ché pare non sia virale, che va ben curata con le cure già disponibili . Apertura di tutte le attività, delle scuole, teatri,…….
Uscita pilotata da questo deep state che è l’Unione Europea, emissione di moneta da banca pubblica nazionale. No Recovery fund
Apertura al dialogo con tutti i Paesi. Basta Nato. Cercate assolutamente accordi. Siamo in pericolo. Non è tempo di fare le prime donne. Abbiate lungimiranza e coraggio e vi seguiremo.
Finalmente! Visibile, autorevole unito, il nuovo Comitato di Liberazione Nazionale deve essere primariamente forza politica di opposizione chiara al disegno terribile del Grande Reset. Ben riconoscibile dal popolo, ha nel popolo il suo interlocutore vero e unico. Con il Governo, con le forze del Grande Reset non si dialoga, non si tratta: sono il nemico da combattere in ogni campo e ogni giorno apertamente e visibilmente. Non gioca in difesa, va anzi all’attacco con l’informazione, l’educazione ( e – ducere), per farsi guida e soggetto politico unico aigli appuntamenti elettorali che il blocco di potere pensa di utilizzare per l’ultima fase della transizione. Grazie!
È indispensabile una unità di intenti per fare resistenza e proporre una alternativa. Sono d’accordo.