Con l’entrata in vigore del Decreto Legge 111 del 06.08.2021, il regime compie l’ennesimo atto liberticida e discriminatorio, nei confronti di una grande fetta di cittadini che non intendono piegarsi ai suoi voleri per libera scelta e si oppongono a quello stato autoritario che vorrebbero imporre.
È del tutto evidente che un simile atto, lesivo di ogni diritto, costituzionale ed umano, per come si presenta e per l’impatto sociale che produce, non può avere niente a che fare con il contenimento di una pandemia, la cui narrazione ufficiale inizia ormai a fare acqua da tutte le parti; bensì si traduce in un chiaro strumento di pressione politica.
Non potendo imporre, così platealmente, un obbligo vaccinale per un farmaco ancora in fase di sperimentazione e non approvato ufficialmente, l’istituzione del pass sanitario diventa di fatto un obbligo per indurre gli scettici e chi, per libera scelta, resiste a sottoporsi a questa sperimentazione.
Se in un primo tempo l’impatto con la realtà quotidiana di questo atto sembrava incidere in misura lieve, col passare dei giorni la morsa autoritaria ha iniziato a farsi sentire, man mano che lo Stato si organizzava con le sue disposizioni ministeriali.
Per chi come il sottoscritto, si è trovato ad avere un familiare ricoverato, presso l’unità ospedaliera San Luca di Lucca, a cavallo dei giorni in cui il decreto legge entrava in vigore, la mancanza di una richiesta esplicita di presentazione del green pass dava l’illusione che le visite, già limitate ad una sola ed esclusiva persona, una sola volta al giorno e munita di permesso firmato dal medico, rientrassero tra le opzioni prive delle limitazioni contenute nel decreto.
Adesso è chiaro che si trattava proprio di una illusione, anche se era forte il timore che prima o poi sarebbe successo. Il primo segnale è arrivato subito dopo Ferragosto. Quel giorno solo una mia esplicita e decisa opposizione fece rientrare immediatamente la richiesta anche per tutti gli altri presenti privi del pass, alcuni dei quali mi ringraziarono per ciò che avevo fatto.
Per un paio di giorni non hanno più provato a bloccare l’accesso ai reparti, ma ormai era chiaro che la cosa era nell’aria. E difatti, dopo tre giorni dal primo tentativo, sono tornati alla carica. Adeguandosi evidentemente alle disposizioni ministeriali in modo più appropriato si sono avvalsi di tutta la loro autorità per impedirmi l’accesso.
Inutile è stato rivolgersi alle forze di polizia, che hanno declinato la richiesta di intervento con delle scuse. E questo sia un monito per chi sostiene che di fronte ad un sopruso di questo tipo puoi sempre rivolgerti a loro.
*Graziano Bianchi è membro di Lit Lucca
Bene scritto Graziano. L’intento dei governanti è svelato. Il punto è un’ altro dove sono i lucchesi? Si, parlo anche di quelli folcloristici che animano le piazze di questa stagione infame. Attendiamo presa di posizione. Giusta la domanda ma asciamo stare, per favore, La Spezia oramai una Mogadiscio del cuore con rivoli di urina e merda per le strade.