L’Università e la Scuola sono, per definizione, il luogo dello scambio, dell’inclusione, della riduzione delle barriere sociali, della crescita personale attraverso i legami di amicizia e di interessi culturali. Vedere oggi queste istituzioni diventare uno dei luoghi privilegiati di esclusione e separazione è uno spettacolo non solo inquietante ma desolante.
Senza dubbio, agli occhi di molti la crisi provocata dal Covid-19 – comunque la si voglia considerare sotto il profilo strettamente sanitario – ha funzionato come fattore di accelerazione e catalizzazione di tendenze autoritarie sul piano politico, sociale e antropologico, che vengono da lontano, almeno dalla “controriforma” neo liberista iniziatasi negli anni ‘80. Una deriva che, per essere in atto da tempo, non risulta meno angosciosamente preoccupante. Dopo i primi mesi di schock, a molti è apparso sempre più chiaro come la risposta alla crisi assumesse sempre più un carattere politico più che strettamente sanitario, investendo le libertà e i diritti individuali in modo scarsamente giustificabile razionalmente.
L’introduzione della “certificazione verde”, il cosiddetto “green pass” (anglicismo che, come spesso accade, vuole coprire la natura problematica del documento), non fa che culminare questo processo involutivo. Essa riporta l’Italia a epoche passate di discriminazione tra cittadini che speravamo di non vedere mai più.
Un settore crescente della popolazione assiste, tra l’angoscia e la stupefazione, a una deriva autoritaria e transumanista delle nostre società, a livello nazionale e globale, di cui era difficile prevedere l’intensità e la rapidità. Un’aggressività del potere inedita, una violenza sistemica finora sconosciuta, apparati di propaganda senza freni, una mentalità bellica che segnalano una sorta di mutazione genetica delle classi dirigenti e del rapporto di queste con le popolazioni.
Questa pressione estrema corrisponde all’importanza della posta in gioco, ora svelata completamente dal meccanismo discriminatorio del “green pass”: la ristrutturazione in profondità delle relazioni umane a tutti i livelli, verticale e orizzontale. Un sistema che trascende i fascismi e punta su una società della disciplina totale coniugata a un individualismo estremo basato sulla paura, in cui l’altro in definitiva è sempre una potenziale minaccia: competitore, aggressore razzista o machista, e ora potenziale killer biologico.
Le relazioni umane vengono sterilizzate e precostituite dall’alto attraverso regole di “distanziamento” che mirano a diventare permanenti e dettate da un Potere autoreferenziale, con la sua folla di “esperti” che a vario titolo riscrivono le regole delle relazioni interpersonali, anche le più intime, in una sottrazione di autodeterminazione senza precedenti noti.
Una frammentazione estrema che capovolge l’identità stessa dell’individuo, trasformandolo da “animale sociale” per natura in “homo oeconomicus” e carne di social media. Ma dal sociale ai social si perde più di una lettera: si perde l’umanità. La sovranità su se stessi e sui propri comportamenti più spontanei, questa è la posta in gioco definitiva del “green pass”.
Per questo, da intellettuali impegnati a vario titolo nei campi delle scienze umane e sociali, facciamo appello a una presa di coscienza collettiva che si traduca in azione, razionale, pacifica ma energica, di risposta a questa sfida che rischia di trasformare per sempre, in senso distopico, le nostre società.
*Guido Cappelli, docente Letteratura italiana, Università Orientale, Napoli
*Giuseppe Germano, docente di Letteratura italiana presso l’Università Federico, Napoli
* Antonietta Iacono, docente di Letteratura italiana presso l’Università Federico, Napoli
Buongiorno condivido il vostro giudizio . Sono contro questa dittatura sanitaria e politica ! Non sono altro che operatrice di magazzino lavoro all’ Electrolux di Porcia e la situazione sta peggiorando . Intanto hanno richiesto il green pass solo per entrare nella mensa aziendale , dando la possibilità ai contrari il take-way , ma prevedo che molto presto diventerà obbligatorio esibire il certificato verde all’entrata in azienda visto che conosciamo benissimo che il sindacato nazionale ha preso le parti del governo Draghi ! Non entro nel campo politico anche perché ho avuto passati dove sono stata etichettata soversiva e questo la dice molto sul mio carattere . Odio in modo assoluto chi interferisce dichiarandosi difensore della pubblica sicurezza sapendo di mentire spudoratamente odio chi invade la mia vita e quindi la mia libertà ! Devo fare una piccola critica e a questo proposito pongo a voi docenti universitari una domanda provocatoria . Se il governo non vi avesse obbligato a dovere esibire il green pass avreste fondato questo gruppo di opposizione ?!
Noi italiani siamo molto famosi per essere “incazzati” quando vediamo che entrano a “brucare” sul nostro giardino ! Visto il vostro tempestivo intervento a riguardo la pubblica istruzione che è il vostro campo !