Stiamo vivendo, o crediamo di vivere o ci fanno credere di vivere, scegliete voi, una situazione eccezionale: quella prodotta dalla cosiddetta pandemia da covid 19 in tutto il mondo, qualunque cosa significhi oggi mondo in senso socio-politico. In particolare in Europa il virus sembra non mollare la presa e terrorizza ancora. L’Italia a causa di esso ha visto quasi radicalmente mutare il suo sistema politico- amministrativo e con governi che procedono da quasi 24 mesi a furia di DPCM i quali hanno annullato il ruolo del Parlamento, della dialettica politica, della stessa Costituzione nelle sua parti più vitali e democratiche: si pensi agli articoli 3 e 32.
In poco meno di 2 anni si sono succeduti due governi e, complice il ruolo partigiano assunto dal presidente della repubblica Mattarella, ruolo contrario alla lettera ed allo spirito dalla carta costituzionale, è attuale presidente del consiglio un non-politico espressione del mondo finanziario e bancario internazionale, Mario Draghi . Il tutto con il ruolo occulto ed attivo della UE.
E’ venuto il momento di scegliere il nuovo presidente della repubblica. Mai come quest’anno le forze partitiche sono scese in campo con tutta la loro batteria pesante per “proporre” nomi di personalità “di alto rango” come dicono con sussiego i vari leaders. In realtà i medesimi si stanno scannando per trovare quello che possa seguire le orme di disinvolta noncuranza del dettato costituzionale circa il ruolo del capo dello stato dei due biechi figuri precedenti; Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella.
Entrambi hanno posto a capo dell’esecutivo due non eletti graditi all’UE come Mario Monti e Mario Draghi, ma anche due nullità elette come Matteo Renzi e Paolo Gentiloni. Nullità certo, ma graditissime al mondo imprenditoriale e finanziario. Solo il nome di una personalità che dia garanzia a tutti, nessuno escluso, i partiti dell’ammucchiata al governo, di poter saltare, aggirare, bypassare la nostra troppo ingombrante costituzione democratica potrà essere votato dai due rami del parlamento.
Non ci sono illusioni. Salva la forma, nulla la sostanza, facendo felici i leaders di centrodestra e centrosinistra, come se ancora queste definizioni avessero un valore per gli italiani, ormai rimbecilliti dal terrorismo mediatico della dittatura sanitaria che ha ridotto la stragrande maggioranza di noi a “volgo disperso” per il quale conta solo il bollettino aggiornato di contagi-morti-positivi, che crede, volendolo fare, a ciò che stampa-media-scienziati asserviti al dio quattrino che piove da due lunghi anni nelle loro tasche dice, nega, poi ri-dice e poi ri-nega.
A mio parere ciò che accade oggi, anche a partire dalla situazione “eccezionale” di virus che resistono, di vaccini che si devono replicare e replicare e replicare, di politica bloccata nella sua essenza democratica profonda, ciò che accade insomma in Italia, è il prodotto attuale, certo non definitivo, di ciò che è accaduto in Europa e non solo negli ultimi decenni. Certo, con la complicità di un virus forse, permettetemi il complottismo tipico di un cervello marxista, non previsto. Forse.
Quando 32 anni fa crollò il muro di Berlino fu presentato come Il fatto epocale che avrebbe permesso a tutto il mondo dell’Europa dell’est, oppresso dai regimi comunisti imposti dall’URSS, di godere finalmente di libertà, progresso e democrazia, intesa come libertà di voto, di espressione del proprio pensiero,delle proprie idee, di una vita privata in cui non venissero spiati nelle loro intimità individui e famiglie intere. In cui si potesse viaggiare, visitare e, perché no, giudicare altri mondi, modi di vivere e modi di essere. Non più polizie segrete o politiche, schedature di cittadini, scuole ed università asservite al Pensiero Unico dettato dai burocrati e dagli ideologi del partito comunista. Nessun rischio di essere indicati come nemici del popolo per chi era fuori dal coro. Nessuna coda infinita per procurarsi cibo, vestiario, nessuna restrizione per l’uso di denaro..
I film che ricostruiscono quel periodo sono maestri nel riprodurre il clima claustrofobico di quei lunghi anni di oppressione: cieli plumbei, volti inespressivi, case spoglie e spesso gelide.. come in effetti erano. Come erano inespressivi quei visi e plumbei quei cieli. Non si può negare l’evidenza. Il mondo “comunista” come si dice, sbagliando volutamente ad usare l’aggettivo senza prima farlo precedere dal nome “regime”, era così.
La guerra fredda è stata davvero una guerra, combattuta senza esclusione di colpi contro i paesi comunisti da un sistema, quello degli Stati Uniti che aveva comprato l’occidente col piano Marshall, con il ricatto di aiuti economici e politici in cambio di governi “amici”, di una costellazione di basi militari nel Mediterraneo, di adesione forzata alla Nato.
Troppo importante il controllo della bella penisola distesa sul Mediterraneo, ponte tra Europa, Africa e Medio Oriente petroliferi, ma ahimè entrambi musulmani.. una bella Italia fedele all’America liberatrice, però con un partito comunista molto forte e, per di più, liberamente votato secondo una costituzione democratica. Troppo democratica? Be’ sì.. Ecco allora l’appoggio USA a governi graditi alla Nato. Governi che usavano i celerini contro gli scioperanti delle fabbriche, che aumentavano di numero via via che l’industrializzazione avanzava, come avanzava la città sulla campagna, l’istruzione sull’analfabetismo.
Mali della democrazia necessari per l’economia occidentale.. E allora serviva equilibrare le forze, altrimenti si potevano correre rischi grossi .. Arriva la stagione dello stragismo, di destra e di sinistra, di fascisti, quelli duri e puri non quelli pentiti o presunti tali, cooptati dai partiti “amici”, e di comunisti ed anarchici. Mai nessun paese europeo ha conosciuto tanta conflittualità socio-politica per così tanti anni. Ma nessun paese europeo ha avuto un partito comunista che ha sfiorato il 40 per cento di consensi elettorali, né una costituzione democratica come la nostra.
A ricordare i mali del comunismo alla gente comune erano i paesi dell’Est. E la “sciagurata” liberticida politica del Cremlino dopo Kruscev. Intanto il “trepido occidente” degli anni del boom scopriva le gioie del consumismo, della 500 per tutti, dei blue jeans e del cinema di Hollywood. Di fronte a simili splendori quale giovane di 18 anni avrebbe desiderato essere un “compagno” in una fabbrica di Novosibirsk? O partecipare ai noiosi congressi dei giovani sovietici? O vivere in casermoni come quelli della periferia di Mosca i quali intere generazioni di italiani sono stati abituati a considerare il vero volto del “sol dell’avvenire” da mamma Rai, sempre così prona ai voleri dei governi in carica?
Il sogno era l’America. Che poi i più giovani, quelli che, ora numerosi, frequentano l’università, che studiano, scoprono essere in molti stati del Sud ancora ferma all’800, alla legge di Lynch, al Ku Klux Klan; stati in cui non si può, se neri, frequentare bar, bus o men che meno, università con i bianchi. E lo si scopre, anno più anno meno, nello stesso periodo in cui un giovane ambizioso presidente americano J. F. Kennedy, idolo di molta gioventù democratica nostrana, dirà con un “coup de theatre” che ancora alcuni storici ammirano: “Ich Bin Ein Berliner”, condannando la bieca ottusa illibertaria costruzione comunista del muro tra Berlino Ovest e Berlino Est, eleggendolo per sempre a segno fisico della nequizie comunista.
Certo qualcuno, magari un figlio di operai, che va all’università grazie o per colpa della costituzione troppo democratica si fa delle domande sul comunismo, sugli Usa, sui governi italiani monotone fotocopie per 20 anni, sulle leggi di un codice penale che è ancora per gran parte quello Rocco, e arriva a sostenere che il comunismo che lui conosce e per cui combatte non è per forza quello tradotto in regime da Stalin. E che la democrazia disegnata nella nostra costituzione non è per forza quella praticata dai governi democristiani. Specie se vede e capisce e denuncia che l’America produce guerre in nome della libertà, come in Vietnam, prima ancora in Corea, e che in Medio oriente, in America Latina, in Africa dirige-appoggia-finanzia regimi filo americani tirannici odiosi e invisi ai popoli.
Per evitare l’attrazione fatale verso una società troppo democratica in paesi pericolosi come il nostro occorre ridurre, smussare, la portata di certe parti della costituzione.. se ne sono accorti presto molti tra i governanti di allora. Non solo il solito Andreotti. Usare la paura, il terrore dei rossi (che aboliranno la proprietà privata!) per il piccolo borghese faticosamente divenuto proprietario di appartamentino + auto. Bisogna che per la maggioranza silenziosa di bravi cittadini divenga normale pensare che occorrano meno garanzie, che diamine, per chi manifesta, continuamente, nelle piazze.
Che l’articolo 3 vada interpretato, mica sempre e mica tutti devono o si meritano di essere liberi! Che lo sciopero sia sacrosanto va bene, però.. come non considerare che ferma la produzione, impedisce i guadagni, crea disagi?
La conflittualità, e con essa la paura che ne deriva agiscono lentamente ed inesorabilmente sull’italiano medio, come si dice con un’espressione senza senso. Sta di fatto che diventiamo lentamente un popolo che arriva a considerare la democrazia di cui gode sempre” troppa”. Chi rimpiange, senza magari averli conosciuti, i tempi del passato regime cresce di numero, come chi sogna una democrazia made in Usa.. per esempio senza servizio sanitario per tutti, che costa un botto e poi fa crescere le tasse, senza troppe garanzie sociali per i lavoratori, ingombranti per l’economia, senza troppo potere ai sindacati che vogliono comandare. E invece se vogliamo essere un paese moderno, ricco, competitivo devono star buoni, i sindacati..
Ecco servita l’Italia del Cavalier Silvio Berlusconi, non a caso anagraficamente, sociologicamente e politicamente tipico prodotto di quell’Italia. Che infatti ottiene un entusiastico consenso alla sua discesa in campo politico, con un partito raccatta politici di tutti gli schieramenti, che apertamente contesta certi aspetti pericolosi della Carta costituzionale che i suoi patron massonici, già attivi dagli anni ’80, hanno da tempo programmato di scardinare. E’ un disegno paziente, che sembra poter realizzarsi quando il crollo del muro di Berlino sancisce la fine del comunismo di modello sovietico.
Le date sono importanti nella storia: 1991 fine dell’URSS; 1992 fine della prima repubblica italiana; 1994 nascita del primo governo Berlusconi. Spazzato via il PCI, ridotto ad ectoplasma non solo dalla storia, ma anche dai capi assolutamente incompetenti dell’ultimo periodo della sua vita.
Il modello della democrazia liberale trionfa. La costituzione italiana “deve” essere rivista. Tutti parlano di riforma, manco avesse un secolo di vita.. con un esecutivo che deve essere più forte, con sindaci-sceriffi, con governatori di regioni che diventano e sono vere e proprie satrapie, bacini di voti per individui senza scrupoli. Ora che i comunisti “non ci sono più”, la libertà dell’individuo conta, deve contare, più di quella sociale.
In questo quadro l’Europa, intesa come costruzione di un super stato europeo, ha un ruolo assolutamente fondamentale. La Germania, la Francia costituiscono sulla pelle degli altri stati membri ridotti a comparse un sistema oligarchico bancario e finanziario per prendere il posto, come avversario degli Usa, della vecchia defunta URSS.
Anche per l’Europa che verrà l’Italia conta tantissimo: economia ricca, posizione geografica essenziale verso i paesi poveri e diversi, e soprattutto fedeltà ai nuovi padroni del continente sono troppo importanti per la costituenda UE. Che ha governi liberali con esecutivi dotati di maggior potere di quello attribuito dalla costituzione al governo in Italia, parlamenti meno forti..
L’Italia sarebbe perfetta anche per i nuovi capi del continente SE dotata di parlamento più debole, di governo che preveda il premierato, in tal modo meno collegiale, meno soggetto al controllo dei partiti, in ultima analisi, degli elettori che qualcosina contano ancora. Insomma, più liberale che democratica. L’Italia perfetta per Berlino e Parigi deve dare meno forza nelle sue leggi all’aspetto sociale, eredità del comunismo made in Italy, più centralità all’individuo.. L’individuo si manovra bene. Ecco, aiutiamolo a rivendicare certe libertà eminentemente individuali, quella sessuale per esempio, distraiamolo dalle rivendicazioni in nome di un gruppo, di una classe.
Un’Italia che condanni i regimi della storia novecentesca, tutti, indistintamente, gli eccessi dei fascisti ma anche dei partigiani specie se rossi, i campi di sterminio nazifascisti ma anche le foibe del comunista Tito. Ecco: confondere, revisionare, smussare. Gli anni dei governi Berlusconi sono quelli della grande revisione della storia italiana recente. E Berlusconi, questo guascone un po’ becero, va bene alla Europa che lo controlla a vista, ma apprezza eccome. Leggi e leggine varate dai suoi governi non sono solo ad personam suam, ma vantaggiose per tutti gli imprenditori e banchieri. E poi da appoggiare il suo insistere sulla revisione della costituzione: secondo lui, ma non solo lui, da riscrivere per un terzo, nientemeno.
L’Europa di cui si progetta il futuro è liberale, ricca, controllata dall’oligarchia della finanza. In cui operai e sindacati sono merce come quella che servono a produrre, dai costi contenuti, con un tasso di disoccupazione scrupolosamente previsto e funzionale alla mobilità del lavoro. Non certo lavoro per tutti come certi italiani nostalgici dicono, eresie rosse, bensì un mercato del lavoro che possa attingere da un adeguato numero di disoccupati, non protetti da forti sindacati.
Ecco che la nostra costituzione dal primo articolo in giù è indigesta ai nuovi capi europei. Troppo Welfare. Troppa attenzione al sociale. Ben venga chi, Berlusconi o no, smantella queste assurdità eredità di costituenti socio- comunisti. E se Berlusconi fallisce, o lo si fa fallire, lo faccia Monti che di conti se ne intende e anche di banche. Tasse, di fronte a questo pericolo, a questa parola incubo dell’italica gente, il popolo bue tacerà e sopporterà la riforma delle pensioni, per esempio. Lavorare, produrre, le parole d’ordine del sistema capitalistico si possono pronunciare liberamente ora che non ci sono paesi rossi, sono il nuovo verbo del mondo europeo, così civile, così pulito, così attento all’individuo che..lavora e produce, meglio se di fede cristiana e di carnagione pallida. L’italiano deve adeguarsi, deve far dimenticare i suoi difetti innati da barzelletta di tiepido lavoratore, ladruncolo- canterino. L’Italia di Milano è il modello, pazienza se un po’ razzista e molto inquinata. Bruxelles detta, Roma esegue, anzi lo fa volentieri, per esempio dopo Monti con un nulla assoluto come Matteo Renzi, oscuro politico di provincia membro di un partito erede indiscusso della doppiezza democristiana, disposto a tutto per il potere come i ragazzotti ambiziosi e di bell’aspetto che ha frettolosamente promosso al ruolo di ministri della Repubblica nel governo che riforma il mercato del lavoro con abolizione di fatto dell’articolo 18 sul licenziamento, distrugge l’istruzione pubblica con una incomprensibile ai più riforma, tesa a fare della scuola superiore non una scuola di sapere ma di saperi per il mondo del lavoro.
E che solennemente proclama che lui riformerà questa ingombrante datata costituzione troppo democratica. Cosa fare è facile e ovvio: Esecutivo tanto, parlamento poco. Politica in mano a pochi prescelti da partiti che sono tutti aziende, senato ridotto a caricatura con 100 senatori scelti, come i franchi tiratori. Ecco: ha superato addirittura a destra Berlusconi, è amato dalla UE blindata dai tedeschi. Il più grande pericolo corso dall’Italia dopo il fascismo. Pericolo di cui si rendono conto in molti e scampato grazie ad una mobilitazione senza precedenti delle forze eredi di una lezione sociale che sembrava dimenticata e amanti della troppa libertà della costituzione del’48. E anche grazie all’antipatia che ispira il tronfio ragazzotto fiorentino. Non tutti nascono leader.
Però ‘sta costituzione troppo democratica rompe.. come fare per addomesticare l’Italia dopo il fallimento di Renzi? Che vale più della Grecia, che si può calpestare, anzi si deve, e che infatti i burocrati di Bruxelles riducono in mutande. Guida e faro dell’Europa liberale dai conti in regola è lui, l’uomo della provvidenza dallo sguardo da rettile: Mario Draghi. Bisogna approfittare della situazione italiana dopo il caotico 2018, anno di elezioni in cui dei parvenus come i Cinque Stelle hanno vinto e il partito dell’Europa a tutti i costi, in senso letterale, il PD, è stato ridotto di un terzo del suo peso percentuale.
Sia Monti che Renzi che Draghi sono divenuti presidenti del consiglio con la complicità di due presidenti della repubblica che hanno interpretato a modo proprio, stravolto, il dettato costituzionale sulla nomina del capo dell’esecutivo. L’hanno fatto con l’assenso dei partiti che non sanno non vogliono non possono vedere altro futuro se non quello di un’Italia conficcata nella Ue, terrorizzata dai banchieri franco tedeschi, che “fa i compiti” come una scolaretta diligente scodinzolando felice se i padroni la lodano..e addirittura ne fa molti di più come i secchioni odiosi.
Tutto questo è divenuto lampante nel suo comportamento durante la pandemia: all’italico terrore del male, si è aggiunto il piacere della lode di chi plaude ad un’Italia blindata, piegata dal lockdown che si è prolungato da noi come in nessun altro paese europeo, che ha distrutto quella piccola economia che frena la grande economia sogno di finanzieri, che ha piegato i riottosi italiani che insistono sul reddito di cittadinanza, sulla lotta alla disoccupazione, che insomma anche se un po’ nebulosamente ricordano i tempi dell’articolo 18, delle garanzie sociali e altre consimili eresie. Tutti i protagonisti della vita politica e sociale hanno di fatto accettato di far governare il paese da uno solo al comando e da un pugno di medici, virologi, scienziati che ci hanno militarizzato, hanno convinto la maggioranza che si può e si deve farsene un baffo della libertà costituzionale, che si può e si deve farsene un baffo dell’articolo 32, che hanno diviso e temo purtroppo per lunghissimo tempo gli italiani non in classi ma in settori sanitari. I fan del vaccino e i no vax.
Altro che democrazia: della costituzione alla maggioranza non importa più nulla..basta uscire dal’incubo covid. Trionfo dell’uomo solo al comando con DPCM alla mano, peana al navigatore che ci guida in questo mare tempestoso; non occorre neanche più proporre una riforma “made by Licio Gelli” della costituzione come quella confusa ed abborracciata dai giovanotti fiorentini del PD: la costituzione nel suo spirito autentico è morta nella mente degli italiani. Se la proporrà un giorno “il vile affarista” sarà votata in maggioranza.
Le file di gente che fa la spesa, che vive isolata, dal volto inespressivo, per quanto può esserlo il viso di un italiano, sono tornate immagini consuete; solo che adesso sono necessarie anzi lodevoli dicono i media, sono indice di ordine e di buon senso: il vero spirito democratico del cittadino del secondo decennio del secolo si manifesta così, come in un vecchio film di denuncia dei mali del Pensiero Unico comunista.
Il Muro è stato costruito di nuovo, dentro casa nostra, nelle nostre città, nei nostri paesi. Quello tra democratici come dicono LORO e democratici come diceva quella vecchia carta del 1948 sgualcita, spiegazzata, ingiallita che pochi duri puri ex rossi ancora difendono.
Il nuovo presidente della repubblica italiana, quello che “è garante della costituzione” sarà un “vecchio” presidente, sarà, non ci sono illusioni, un personaggio disponibile alla manomissione della medesima, piegato fino a terra di fronte ai padroni europei, uomo in mano al “Primo ministro” che nella carta non può mai essere chiamato così, ostaggio di tutta la classe politica che da due anni ci mente, ci confonde, ci disprezza e terrorizza coi bollettini-covid.
La colpa è anche nostra, molta è nostra. Come dice Giorgio Agamben: “La nuda vita e la paura di perderla non è qualcosa che unisce gli uomini, ma li acceca e separa”. L’ha fatto. “..Sulla paura di perdere la vita si può fondare solo una tirannia, solo il mostruoso Leviatano con la sua spada sguainata.”
Ci siamo piegati a questa paura, che essendo irrazionale come ogni paura non sarà superata se non con molta fatica ed un lungo lavoro di autocritica. Ci vorrà tempo, energia, lotta continua per abbattere questo Muro.