Come molti altri suoi colleghi, il sindaco di Salerno, Enzo Napoli, ha partecipato ad una manifestazione antirussa tenutasi nella sua città.
Nello De Bellis, del Comitato popolare territoriale di Salerno di Liberiamo l’Italia, gli ha risposto con questa lettera:
Signor Sindaco di Salerno,
inizio queste brevi considerazioni , trasmettendo questa nota storica sulla guerra, che non è iniziata l’altro giorno, bensì 8 (otto ) anni fa nel Donbass dopo il colpo di Stato di piazza Majdàn, salutato con toni entusiastici dai mass-media occidentali, in cui organizzazioni di estrema Destra come il battaglione Azòv, “Pravyj Sektor e Svobòda (si informi, Signor Sindaco, come diceva Totò) deposero il Presidente anche allora legittimamente eletto Janukovic e lo sostituirono con una giunta presidenziale costituita nella maggior parte da componenti di queste forze che si rifacevano e si rifanno orgogliosamente ai collaborazionisti ucraini come l’OUN e al loro eroe Bandera che appoggiarono i nazisti durante la II guerra mondiale nella loro azione di sterminio di ebrei, russi e polacchi.
La data del 9 maggio, che ricorda in Russia la vittoria dell’URSS sulla Germania nazista, è stata sostituita dalle autorità di Kiev con quella del 20 Aprile, genetliaco di Adolf Hitler. Questi gli autentici intenti celebrativi e il retroterra ideologico di un Paese che anela ad entrare nell’Unione Europea e a cui l’UE spalanca le porte, insieme a tutte le forze sistemiche che la sostengono in Italia.
Perciò anni fa, in tempi non sospetti, scrivemmo e affiggemmo un manifesto nelle vie della nostra bella città europea: “Meglio amici di Putin che amici di Hiltler”, che ancora sottoscriviamo.
Contestualmente al colpo di mano di Euromajdàn iniziò la discriminazione contro la numerosa popolazione russofona del Donbass (come riporta anche l’allegata nota – vedi sotto) ed i bombardamenti dell’esercito ucraino contro le due regioni autoproclamatesi autonome per ovvie ragioni di Donèck e Lugànsk, e le uccisioni di chi era colpevole unicamente di parlare la propria lingua, il russo. come e peggio che nell’ex Jugoslavia.
Vi sono stati nel Donbass dal 2014 ad oggi 14.000 morti soprattutto tra la popolazione civile. A parte qualche appello, qualche doverosa manifestazione (anche qui per mezzo del nostro movimento politico), qualche accorata denuncia niente che possa essere anche lontanamente paragonato alla enfatica e faziosa mobilitazione di oggi.
Il risentimento ucraino verso la cultura russa è così grottesco e insieme puerile da aver impedito con un’apposita legge che si potessero seguire dall’Ucraina i mondiali di calcio in Russia di due anni fa, da indottrinare le menti dei bambini delle elementari con frasi di eserciziario del tipo: “Mamma andiamo a Mosca ad ammazzare tutti i moscoviti”.
Che cosa farebbero anche gli esponenti del suo stesso partito, Signor Sindaco, se una forza di estrema destra prendesse il potere in Italia e mettese una svastica o un fascio littorio al centro della bandiera italiana (come analogamente accaduto in Croazia con la nuova bandiera post-jugoslava, memore del funesto potere di Ante Pavelic). Si sentirebbe minacciato pure Lei, la sua parte politica, la sua stessa famiglia o continuerebbe a far finta di niente? Ha idea, poiché ogni affermazione da me fatta è rigorosamente documentale, chi ha realmente difeso e con chi si è schierato? Poi si viene a blaterare di antifascismo, ma per favore, anzi per piacere.
Che il cosiddetto “maistream ” occidentale e particolarmente italiota (con le immagini belliche riprese dai videogiochi) sia un misto di crassa ignoranza e cupa malafede, può meravigliare solo gli sciocchi, come avrebbe detto il Poeta (“davvero vivo in tempi bui.”..), ma la comunità ucraina, anche locale, queste cose le sa molto bene e le tace accuratamente, anche perché le ucraine dell’Est (anche loro ucraine, poiché il fatto è che di Ucraina non c’è una sola, ma in realtà ce ne sono due) sono state emarginate e bandite, insieme alle russe, discriminate solo perché parlavano la propria lingua.
Come la mettiamo allora col “politicamente corretto”? Che la signora Ludmila e tutte le altre badanti a basso costo, cui sono particolarmente affezionati i nostri concittadini, vogliano entrare in Europa e “strafacciarsi” con l’euro, come abbiamo fatto noi e la Grecia,” nulla quaestio”: lo facciano pure Poi, dopo qualche anno, vengano a darci una voce.
Ma entrare nella NATO e stringere un cerchio di ferro intorno alla Russia, che oggi interviene per ragioni strategiche e per difendere le martoriate (di cui tutti si sono fregati) popolazioni del Donbass, è altra cosa. Qui la cuoca (con tutto il rispetto per Masterchef e per Lenin ) non può ancora dirigere lo Stato. E si vede. La verità è che questa (e qui il discorso si fa più profondo) non è una guerra solo con l’Ucraina (nazionalsciovinista, nostalgica del filonazista Bandera e via dicendo), ma un drammatico confronto col globalismo e con l’imperialismo (eh, sì) planetario destabilizzante americano: un confronto geopolitico, culturale ed ideologico.
La Russia, risorta dalle rovine del comunismo storico novecentesco e dal devastante periodo el’ciniano, rifiuta consapevolmente anche grazie a Putin, (che non è un “corsaro”, ma uno statista di vaglia, se ha tale coscienza politica e filosofica) tutto del globalismo: l’unipolarità americana, l’atlantismo, il liberismo, la negazione suicida dei valori storici (“cancel culture”), la tecnocrazia che si pone come normalità politica (come ha notato anche il filosofo russo Dugin).
La guerra della Russia è guerra, ormai inevitabile, contro tutto questo, dopo una serie ininterrotta di intollerabili provocazioni, come ai tempi dell’invasione di Napoleone (altro europeista ante litteram) e di Hitler. Essa non ha più scelta: o costruire a partire dal suo grande spazio (“Grossraum” di schmittiana memoria, ma ovviamente senza quell’inflessione ideologica) un’alternativa di civiltà basata sul suo retaggio, sul suo progetto e sulla sua dimensione continentale ed euroasiastica), o perire del tutto. E inevitabilmente, a meno di non accettare la barbarie ordoliberista dal volto umano, noi con essa.
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Nota di Nina Ivanova
Vi lascio la spiegazione della situazione di un mio amico che vive a Mosca. Come l’ha vissuta lui. Potrebbe essere d’aiuto per capire cosa succede.
“Questa guerra è nata nel 2014, quando è stato fatto un colpo di stato in Ucraina sostenuto da Stati Uniti (c’era Biden agli esteri e la Clinton alla difesa) e Israele e forse Turchia. Hanno levato il Presidente (gli hanno ucciso tutti gli animali che aveva in casa) che è scappato a Mosca e hanno preso il potere con la forza. Sono il battaglione Azov e il Pravy sector, della destra hitleriana ucraina (gli ucraini erano alleati di Hitler durante la seconda guerra mondiale) dopo il colpo di stato sono subito state emanate delle leggi anti russe.
Solo che l’Ucraina è un paese diviso in due dal Dnepr, al di là sono ucraini, nazionalisti e vicini all’Europa, di qua sono russi e in Crimea sono russi. La Russia con un colpo di mano si è ripresa la Crimea senza sparare un colpo (perché il 90% sono russi e hanno fatto un referendum). Mentre nelle altre province sono state fatte persecuzioni (multe se parli in russo, sparatorie a chi pregava in russo).
I dati OSCE parlano (non russi, ma europei) di 14000 morti fra civili e militari nel Donbas in 7 anni.
Nel 2014 c’è stata la strage di Odessa, se la cerchi la trovi anche su internet ma ne hanno parlato troppo poco in tv. Hanno dato fuoco a un sindacato che era pieno di anziani, donne con bambini e se scappavano dall’incendio, loro gli sparavano. Putin ha detto che questo è un genocidio (14.000 morti) ma gli hanno riso in faccia.
Poi è arrivato Trump e l’Ucraina è rimasta sola, a lui non interessava. C’è stato i cessate il fuoco e sono stati fatti gli accordi di Minsk che prevedevano il riconoscimento delle due repubbliche da parte dell’Ucraina come regioni a statuto speciale. Purtroppo mai attuati e nessun politico, nonostante le pressioni russe per attuarli, li ha fatte mettere in atto.
Si arriva così all’elezione di Biden, che disse subito che Putin è un killer e che gliel’avrebbe fatta pagare. Il figlio di Biden, Hunter, ha diversi gasdotti in Ucraina, e affari milionari. Biden ha chiesto l’ingresso nella Nato dell’Ucraina, inaccettabile per la Russia. Inaccettabile perché i missili sarebbero puntati a 300 km da Mosca. Perché sarebbero puntati su Pechino, infatti la Cina ha sostenuto la Russia con contratti sul gas altissimi.
Da dicembre è iniziata l’isteria americana sull’inizio della guerra. Hanno pompato Zelensky a bombardare di nuovo il Donbas per riprenderselo promettendogli aiuto militare. Lui ci è cascato. La Russia si è seduta al tavolo con tutti i presidenti e con tutti i ministri degli esteri ma senza risultati. Nessuno voleva trattare, ma ribattevano che l’Ucraina ha il diritto di entrare nella Nato. La Russia ha offerto di demilitarizzare l’Ucraina e farlo uno stato cuscinetto, come la Svizzera, di transito di gas e di merci, ma senza armi. Gli è stato risposto di no. Prodi in un’intervista ha detto che su 30 richieste di Putin, dovevano sceglierne 5,6 o 7 da accettare. Invece 30 richieste e 30 no.
Esiste un CATTIVO in questo oscuro gioco, questo non è la RUSSIA.
Esistono dei responsabili
NATO AMERICA UE”.