E’ salito sul tetto del suo ufficio, una struttura interna al suo grande capannone di tessuti. Pioveva e da qualche parte entrava un po’ d’acqua, Luciano voleva come sempre vederci chiaro, capire cosa stava succedendo, cercare di sistemare la cosa, fare del suo meglio. Il tetto ha ceduto, Luciano è caduto ed è stato subito chiaro che era grave.
Il giorno dopo Luciano Nardini, attivista di Liberiamo l’Italia, è morto all’ospedale di Firenze, aveva 75 anni. Se n’è andato come ha vissuto, cercando di capire e impegnandosi per realizzare ciò che gli pareva la cosa migliore e giusta. Agiva sorridendo, Luciano, sempre gentile, garbato ma al contempo vitale, svelto, pronto.
Lo ricorderemo sicuramente come una cara persona, certo della necessità della battaglia anti euro, e negli ultimi due anni fortemente convinto della crudele insensatezza dell’operazione COVID.
Nel durissimo inverno del 2021 il suo capannone, il suo amato capannone di Montemurlo, quello dove ha trovato la morte, era diventato un luogo di incontro dei militanti di tutta la Toscana. Un posto dove ci potevamo riunire in tanti, discutere, parlare, capire cosa succedeva. Luciano era felice di averci con sé, nella sua casa. Si prodigava per trovare una sedia per tutti e magari, mentre le riunioni andavano avanti, lui scappava in ufficio per terminare un lavoro.
Insostituibile dolce Luciano, ci mancherai. Alla famiglia e alla moglie le più sentite condoglianze di tutti gli amici di Liberiamo l’Italia.
addio ad un compagno forte e leale. grazie del tuo contributo alle nostre battaglie.
Si, ci mancherà veramente tanto il tuo garbo, il tuo sorriso e la tua intelligenza. Che la terra ti sia lieve, caro Luciano.
Non l’ho conosciuto ma dal suo volto sorridente si capisce che è stata una persona
meravigliosa. Condoglianze alla famiglia e agli
amici che hanno lottato insieme a lui. R.I.P.