Quando si crede che in Italia si sia toccato il fondo, con le menzogne pandemiche, il governo dei DPCM biennali, lo stato d’emergenza “umanitaria”, il governo del non eletto Draghi, proconsole inviato dalla Ue a quei covidioti italiani che continuano pervicacemente ad essere ciechi sordi muti, e che farebbero santo subito il “glorioso resistente” di Kiev, alias ballerino, alias comico, alias presidente della repubblica dell’Ucraina; quando si pensa che be’, dai, il fondo è stato toccato, adesso si risalirà, arriva la ciliegina sulla torta, si fa moolto per dire, del Presidente della Repubblica italiana a svegliarci e a dire che no, non c’è limite al peggio.
E lo fa toccando e sporcando, non fatemi dire di cosa, la nostra festa nazionale, il 25 aprile, festa della liberazione dai nazifascisti. Quelli veri, eh, non Von der Leyen e company. Pallidi ma pervicaci eredi.
L’Italia, martoriata da 5 anni di guerra nazifascista liberata con esasperante lentezza dagli angloamericani che risalirono la penisola mettendoci due anni poco interessandosi ai civili italiani abbandonati da tutti, in primis dal loro re codardo e dal maresciallo Badoglio di cui solo il comportamento tenuto a Caporetto avrebbe dovuto e saputo rivelare la doppiezza, difesi dai gruppi partigiani a cui il generale alleato Alexander ebbe la faccia di “ordinare” di farsi da parte e di “attendere” nuove istruzioni del comando alleato: paragonare questo a ciò che accade oggi in Ucraina è assurdo e vergognoso.
A ben vedere il proclama Alexander potrebbe essere ora letto come una” prova tecnica” di richiesta di obbedienza degli italiani al nuovo futuro padrone, quello che è ancora saldamente sul nostro territorio con numerose quanto ingiustificate “basi militari”…
Mattarella, col suo eloquio farfugliante che un po’ ricorda il Biden dei momenti di smemoratezza, isteria, demenza senile, momenti sempre più frequenti e preoccupanti, dice con veemenza nel discorso dedicato alla nazione, rivolto agli italiani, che “con angoscia profonda”, “abbiamo assistito a scene di violenze inaudite sulla popolazione civile e all’uso di armi distruttive causate dall’attacco violento della Federazione Russa al popolo ucraino”. Russia che “dimostra pretese di dominio su un popolo sovrano e che riporta a scene dell’imperialismo e del colonialismo del passato” …
Una miriade di menzogne. Lo sappiamo. Non una parola sul Donbass torturato da otto anni di guerra civile, non una parola sulle violenze ucraine alla popolazione ucraina di etnia russa che hanno provocato 14000 morti, non una parola sul casus belli VERO. Solo un uso distorto, propagandistico, vergognoso di notizie false e tendenziose di matrice governativa concordate con gli “alleati”, nipotini del generale Alexander…
Ma che dicano menzogne a cui però molti cominciano a non credere o comunque di cui molti dubitano, come le stragi di Bucha, le fosse comuni di Mariupol, lo possiamo anche mettere in conto.
Quello che non possiamo tollerare è che si adoperi il NOSTRO 25 aprile per paragoni impropri, per accostamenti assurdi sul piano storico, politico, ideologico.
Fino all’anno scorso i tiepidi e stanchi eredi della sinistra festeggiavano il 25 aprile con discorsetti retorici, vuoti, con corone di alloro deposte frettolosamente ai piedi di questo o quel monumento. Quest’anno all’improvviso si “riscopre” il valore della LIBERAZIONE. E da parte di un governo che si è impipato per anni di date, ricorrenze, celebrazioni, da evitare sia per la quasi eterna pandemia, sia perché nel governo Draghi ci stanno tutti: gli eredi di valori partigiani e quelli dei disvalori precedenti, mai morti davvero…
E lo riscopre pur farfugliando un presidente rieletto due mesi fa con una serie di giravolte, di doppiezze, di bizantinismi politici indegni di una democrazia come quella nata dal nostro 25 aprile. Degni semmai dell’impero ottomano… Nostro, non di Mattarella, Draghi, Di Maio, dei “migliori” che danno armi ai “resistenti” ucraini, che trasmettono a reti unificate valanghe di insulti a Putin, ai russi, di cui vorrebbero cancellare traccia culturale storica politica nel democratico Occidente che hanno liberato con 23 milioni di caduti nella grande guerra patriottica.
E cancellare i meriti e il contributo russo su “ordine” dei nipotini del generale Alexander. Specie ora che Putin sta vincendo… Ma io sono ottimista o cretina, fate voi, ma non me lo dite… E spero che oggi, 25 aprile, si ricordi, il nostro prode presidente, di ricordare gli effetti dell’odioso colonialismo ed imperialismo Nato ed Usa in Yemen, Siria, Palestina, Serbia, Iraq, Somalia, Afghanistan, ecc. ecc.. la lista sarebbe lunga. Troppo lunga per chi ha la memoria corta come i politici italiani, il governo dei migliori, il banchiere Draghi.
Il 25 aprile è la festa degli italiani e basta. E lasciatemi dire: NON di tutti gli italiani. E lasciatemi dire: di quelli migliori.