Sarebbe una sceneggiata spassosa, non fosse che siamo già, come ci fanno notare molti, dentro la tragedia di una terza guerra mondiale.
Ma la tragedia no, meglio la commedia, com’è connaturato all’élite italiana.
Quanto accaduto ieri a Milano in occasione del 25 aprile, ha in effetti del miracoloso, nel senso di un evento stupefacente: nella stessa manifestazione manifestanti filo NATO e anti-Nato, liberisti e antiliberisti, antifascisti e neonazisti ucraini, ebrei e antisemiti, europeisti e sovranisti.
Noi eravamo abituati al fatto che forze sociali e politiche opposte (per visione del mondo e/o per interessi sociali) marciano distinte, separate, evitando ogni connubio.
Verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere.
Solo l’idea che si possa stare in una manifestazione accanto al PD fa rabbrividire. Quella di stare nella stessa piazza con corifei della NATO, della Ue, degli USA e dell’Ucraina… farebbe portare chiunque abbia il senso dell’onore e della coerenza politica, la mano alla cintola…
Davvero è stato il 25 Aprile a far compiere il più indecente dei miracoli politici?
Non penso. Penso che quanto accaduto ieri sia un lascito della “società liquida”, l’ennesimo strascico postmodernista della “fine delle ideologie”, il prodotto delle velenose “contaminazioni” per cui non esistono nemici antagonisti, l’esito di una metastasi transgenica per cui, senza accorgecene, saremmo tutti diventati liberali.
E’ la vittoria dell’omologazione politicamente corretta.
Siamo un decadente e ipocrita Paese, un paradosso geopolitico, interni alla cupola imperialista ma come comprimari servili.
Città iperglobalizzata, fulcro economico neoliberista, roccaforte piddina e dell’élite cosmopolitica, simbolo dell’ibridazione culturale e sociale made in USA.
Anche per questo Milano è la vera capitale italiana.
Un Paese perduto purtroppo. Il buio nella mente. Come sperare in una rivoluzione, unica via d’uscita?
Un Paese da cui ancora una volta andarsene.
Come si dice: chi la fa, l’aspetti . Oppure, tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino oppure altre varie ed eventuali. In buona sostanza, l’Anpi, spiaggiato da anni sulle rive dell’impero non può dire nulla. Lasciamo perdere che il loro presidente, nel discorso formale, dopo un po’ di rava e un po’ di fava, riconosce la guerra dei nazisti ucraini come “resistenza” costoro, appollaiati sulle spalle dei sindaci di Torino e Milano, si fanno organizzare la giornata dal regime e poi, cosa si dovrebbero aspettare? I piddini sono così: mai condividere nulla con loro e ritenerli sempre il male peggiore. La giornata del 25 Aprile e mia, me la organizzo e chi entra con una bandiera altra dalle mie, li prendo a uova marce. Punto. E invece, pappa e ciccia con Sala, il detentore del record mondiale di espulsione di un russo. Ma cosa vuoi aspettarti. Si Lidia, solo andarsene. Ciao, ti voglio bene.
Cito a memoria oltre che: “L’Italia è una espressione geografica” mi sembra che il conte Clemens von Metternich abbia anche detto: “In tutti li accadimenti de l’Italia havvi sempre del pulcinella”.
Aggiungo Winston Churchill: “Gli italiani vanno a una partita di pallone come a una guerra e a una guerra come a una partita di pallone”.
Pare che gli stranieri ci conoscano meglio di noi stessi!
Siamo combinati veramente male!
Voi non siete italiani, siete solo la feccia degli italiani.
Feccia: la parte più spregevole e corrotta della società, o anche di un ambiente o di una categoria.
Feccia, pensandoci così, a braccio, non ricordo di essere mai stato definito. Preso a schiaffi per avere parlato male di Stalin (1970) si, anarchico di merda pure, definito fascista si e imbecille e traditore si, rimbambito anche feccia, mai. Ah! Dimenticavo la nuova entrata, fresca di pochi mesi: amico di Putin. Abito a Castelnuovo Magra (Sp). Al tempo del fascio erano tutti fascisti, dopo la guerra, comunisti. Giusto. Poi PDS, opportuno, poi DS, pertinente e attualmente, PD. Non tutti, la maggioranza. Abbiamo fatto, al tempo, RIF. COM e al primo “stormir di fronde” si accasano con il PDS. Abbiamo fatto il M5Stalle e poi, zacchete! un coacervo di voltagabbana. A dire il vero, adesso, non è che ce ne siano poi così tanti in vita di partigiani ma quelli conosciuti in passato erano la perfetta guardia anziana del regime. A sentirli, dopo, tutti erano stati in montagna, le “staffette” come se piovesse. Racconti “epici” per chi non c’era tacendo di errori “militari” assurdi costati la vita a decine e decine di civili. Certo, fra i partigiani ci sono stati anche dei morti, perlopiù giovani ma anche chi si è arricchito recuperando per se e per pochi altri “i lanci” degli americani. Comunque, questo, per dire. Bene il 25 Aprile e il suo rivolo di retorica untuosa. Ci vuole ben altro.