Lo scorso 25 giugno, a Firenze, si è svolta l’Assemblea Nazionale di Liberiamo l’Italia, che ha discusso e approvato il nuovo Statuto della nostra comunità politica. Come sappiamo, lo Statuto di un’associazione politica ne costituisce in certo qual modo la spina dorsale, e oltre ad indicare i diritti e i doveri del singolo e della comunità nel suo insieme, rappresenta anche una fotografia collettiva, la sintesi dinamica di un dato momento storico che si apre al futuro e a nuove ambiziose progettualità politiche.
Leggendo con attenzione il testo del nuovo Statuto, è patente la volontà collettiva di lavorare nella direzione di dare a Liberiamo l’Italia una più precisa connotazione in grado di fungere da punto di riferimento ai molti concittadini che chiedono a gran voce la nascita di un vero partito di massa del patriottismo costituzionale, partito che sappia anche farsi interprete del nuovo scenario politico nato con il recente, doppio tsunami rappresentato dal progetto del Grande Reset e dalla guerra Nato-Russia sul suolo ucraino. Perché dunque nel testo non appare la magica parolina – partito?
Il motivo è semplice: fregiarsi della nomea di partito spetta a chi ha saputo, col tempo e colla fatica, radicarsi nei territori, coinvolgere e stimolare nell’agone politico centinaia di migliaia, milioni di donne e uomini, essere autorevole strumento e guida delle masse popolari. Oggettivamente Liberiamo l’Italia è ancora lontana da questo fine, non crediamo alle profezie auto-avverantisi, e il sottobosco della politica anti-sistema è già colma di piccoli satrapi che si atteggiano a segretari generali di partiti che hanno ben poco dei partiti di massa d’un tempo.
Dirsi partito è insomma come una laurea, che occorre conseguire con tenacia, coraggio e pazienza. A che punto siamo in questo percorso? Nella tempesta del triennio 2020-2022, Liberiamo l’Italia si è trovata, a pochi mesi dalla sua nascita, a dover compiere uno straordinario, enorme sforzo di ricezione di una realtà profondamente nuova, di una conseguente elaborazione teorico- intellettuale unita al dispiegarsi di una strategia politica all’altezza della nuova drammatica situazione. Stiamo parlando ovviamente della risposta alla finta narrazione legata al covid-19, strumento per una ridefinizione autoritaria della società italiana, oltre che mondiale, in chiave tecnocratico-sanitaria. Altri gruppi del sovranismo costituzionale che non hanno saputo, o voluto, cogliere l’enormità del cambiamento in atto, si sono auto-condannati all’irrilevanza politica, ovverosia all’estinzione.
Liberiamo l’Italia ha saputo promuovere la partecipazione popolare facendosi proponente di coordinamenti di associazioni e movimenti, ciascuna rete con le proprie peculiarità – prima Marcia della Liberazione, poi Fronte del dissenso, in tempi più recenti, parliamo del gennaio di quest’anno, Movimenti di Resistenza Costituzionale. Il ruolo di Lit si dimostra essenziale ancora più in questi mesi, ovvero in un momento in cui il riflusso e la stanchezza dei movimenti spontanei nati per combattere provvedimenti liberticidi come il green pass, obbligano ad un profondo ripensamento su come proseguire l’azione collettiva.
Molti, delusi e sfiduciati, intrisi della modernità liquida degli ultimi quarant’anni, si lasciano attrarre dalle insidiose sirene dell’antipolitica. Molti immaginano di poter fuggire in paradiso artificiali quanto immaginari, illudendosi di poter creare villaggi edenici slegati dalla civiltà corrotta e manipolatrice. In alcuni casi, appaiono tentativi ancora più sofisticati e autoreferenziali, che alludono alla creazione di istituzioni democratiche alternative a quelle ufficiali.
A queste soluzioni illusorie Liberiamo l’Italia e il Fronte del dissenso hanno saputo replicare efficacemente, proponendo all’insieme dei movimenti spontanei (l’unica vera opposizione sociale e politica di questi ultimi anni) la necessità inderogabile di un salto politico. In altre parole, al perpetuarsi dell’attacco delle élite (attacco multiforme, che si esplica con la nuova drammatica emergenza legata al conflitto russo-ucraino) il popolo italiano deve saper rispondere a tono con una lotta politica che sappia appoggiarsi ad una maggiore disciplina e organizzazione. Da qui l’esigenza di non rifiutare a priori lo strumento delle elezioni nazionali della primavera 2023. Una partecipazione davvero inclusiva, che testimoni nei volti la lotta alle più elementari libertà costituzionali, potrà dare i suoi frutti nel prossimo parlamento.
Nel frattempo, Liberiamo l’Italia deve sapersi dotare di strumenti propedeutici ad un suo robusto sviluppo. Al punto 10 si dice espressamente” la Direzione Nazionale costituirà un Comitato di comunicazione e propaganda (CCP),con l’incarico di dirigere, amministrare e coordinare i diversi organi di comunicazione e informazione”. Nei mesi passati, Lit si è già dotata di un Gruppo Comunicazione che rappresenta un preciso passo in questa direzione.
Altro punto importante è quello di rinunciare al cosiddetto doppio tesseramento. In altre parole, si ritiene conclusa la primissima fase nella vita associativa di Liberiamo l’Italia. Ormai Lit è chiaramente riconoscibile nel panorama politico, per le sue scelte e le sue prese di posizione. Scelte, vale la pena di sottolinearlo, che sono state sempre improntate con generosità, al richiamo alla collaborazione fattiva e all’unità fra le forze autenticamente popolari e patriottiche. Chi si iscrive a Liberiamo l’Italia sa di poterlo fare con fiducia, senza rischi di rafforzare una piccola fazione in lotta con mille altre, ma al contrario con il preciso obiettivo di partecipare ad un processo collettivo di sollevazione e di liberazione democratica e popolare dalla schiavitù delle élite straniere.
Scusate. Va tutto bene tuttavia, come iscritto della prima ora a LIt, non sono stato informato di nulla. Ma ci fate o ci siete? Si parla di stop al doppio tesseramento quando un orbo fra ciechi si era accorto da subito trattarsi di una perfetta ciofeca: o stai con me o stai….dove ti pare ma non con me. E poi, doppio tesseramento….ma chi ha la tessera ( solo esclusivamente LIT gli altri…meno di zero) e non gli è mai stata rinnovata? Come dici? giusto, vero. Sono uscito da WUP e quindi in pratica equivale a scomparso, dipartito. La mail? una perdita di tempo. Va bene. Prendete i nuovi e lasciate i vecchi. Una vera figata. LIT qui, LIT la una bella cippa! Siete la nuova RIF. COM. con spolveratine di 5stallatico. Bona.
Non ho presente in modo preciso la situazione degli “amici” e dei “nemici” tuttavia, da “Scenari Economici”, si viene a sapere chi ha votato, al parlamento europeo, a favore della proroga del green pass. Fra i tanti ci sono quattro nomi a me familiari ( almeno così mi sembrano) : Ferrara, Furore (!), Giarrusso, Pignedoli. Evitare come la peste di ritrovarseli fianco a fianco.