Inutile negarlo: una forma rinnovata di qualunquismo è presente proprio nel corpo sociale che in questi ultimi due anni ha manifestato un dissenso contro le misure del regime tecno sanitario.
Per dirla tutta, dovremmo iniziare a chiederci se è davvero il caso di perdere tempo, energie e risorse per dialogare con soggetti che manifestano un qualunquistico ribrezzo non solo verso la “forma partito”, ma pe la politica in quanto tale.
Così facendo, questi soggetti si accodano di fatto alla narrazione dominante, che attacca la politica solo per consegnarla nelle mani dei cosiddetti “tecnici”. La politica e i partiti attuali fanno schifo? Come non essere d’accordo, ma proprio questa verità dovrebbe spingere a fare un‘altra politica per la pace, il lavoro, la difesa dei diritti costituzionali attrezzandosi con un contenitore politico che porti ovunque sia possibile e necessario questa battaglia, dai quartieri ai luoghi di lavoro, dalle università al parlamento.
Partiamo da un dato di fatto: gli italiani che nel 2018 votarono per i pentastellati lo fecero per dire basta alla politica delle larghe intese e alla finta alternanza centro sinistra / centro destra, formazioni intercambiabili impregnate di ideologia neoliberista asservite ai potenti della finanza e delle multinazionali.
Purtroppo, anche nelle nostre fila c’è chi pensa che il M5S nel meridione abbia preso molti voti solo per avere il reddito di cittadinanza, una versione colta del purtroppo radicato concetto che la gente del sud vuole solo assistenza e non possiede alcun interesse per un’idea di trasformazione radicale. Peccato che questa tesi bislacca, espressa da menti per altri versi fini e colte, non abbia alcuna contezza del tessuto sociale del meridione d’Italia e non sa che a sostenere i grillini sono stati anche settori sociali che non hanno bisogno del reddito di cittadinanza.
La spocchia verso il sud è dura a morire, lo registriamo con amarezza ma non è l’argomento di questo scritto. L’argomento invece è la volontà politica di alcuni milioni di italiani che hanno chiesto a gran voce di portare in parlamento una forza con un programma politico che aveva tra i suoi punti la messa in discussione dei vincoli di bilancio per la spesa pubblica, la permanenza nella Ue, un freno alle attività delle multinazionali, il riprendere in mano statale asset pubblici come le autostrade.
Questa è politica ed ha a che fare con un contenitore che si chiamava “movimento”, ma che ha agito da partito visto che aveva una direzione politica, dei circoli territoriali, le commissioni di lavoro, un sistema di ricezione telematica della volontà dei cittadini, un ufficio stampa e quant’altro. Un’organizzazione simil partito, per così dire “obbligatoria” per affermare quel programma in tutte le sedi necessarie, prima tra tutte il parlamento.
Se quel movimento-partito ha tradito il programma entrando nell’abbraccio mortale delle forze politiche europeiste, che difendono i mercati e hanno consegnato l’Italia nelle mani delle potenze sovranazionali, non è dovuto a quella organizzazione in movimento-partito, ma a ben altri fattori che non è il caso di indagare qui.
Quale insegnamento offre questa vicenda? Cosa insegnano le lotte sociali che puntano il dito sul governo e sul parlamento con manifestazioni che cercano di arrivare alle porte dei palazzi del potere? Non insegnano che il popolo sa che, quando è possibile, la lotta va portata anche nelle istituzioni? E milioni di voti al M5S non insegnano forse che il popolo vuole una forza politica che lo rappresenti?
Dopo il tradimento è prevalsa la sfiducia e l’astensionismo, questa è una grande verità. Ma la risposta non sta nella teorizzazione dell’apoliticismo e dell’apartitismo a partire dalla sfiducia, quanto nel comprendere come evitare gli stessi errori, come far arrivare nei luoghi del potere politico la volontà di cambiamento radicale di milioni di cittadini. I dominanti possono anche tenere in cantiere ulteriori strette sui diritti democratici e nulla esclude che possano escogitare un piano per ostacolare il voto di protesta. Tuttavia, questo oggi non è e fino a quando sarà possibile votare lo faremo, come sarà necessario avere una sinergia rivoluzionaria tra movimenti sui territori e rappresentanti politici in parlamento che dobbiamo immaginare come una trincea avanzata, non l’unica trincea.
Conclusioni
I teorici dell’apartitismo e dell’apoliticismo nella migliore delle ipotesi sono ingenui e privi di una visione storico politica corretta; nella peggiore delle ipotesi sono infiltrati con l’obiettivo di avvelenare i pozzi e condurre i movimenti esattamente dove le forze politiche del nemico (che si guarda bene dal dichiararsi apolitico e apartitico visto che occupa i posti di potere) vogliono che vadano: verso il precipizio.
Attenti, dunque, ai pifferai magici di qualunque delle due nature essi siano.
OK, ma nel frattempo che aspettiamo che AncoraItalia
o Italexit arrivino al 35% , e ci vorranno almeno tre
legislature, che si fa ? Avete una mezza idea su come
ostacolare il Portafoglio Digitale di Colao per l’erogazione
dei diritti ? Entro un anno saremo tutti ingabbiati.
Chi non sarà vaccinato con l’ultima dose si vedrà il
conto bloccato o non potrà accedere agli uffici per farsi
i documenti compresa la tessera elettorale così non si
vota più. Va bene il partito ma qui ci vogliono soluzioni
immediate come una pacifica mobilitazione di massa altrimenti
è la fine.
A proposito di qualunquisti: il 16 e 17 p.v., a Napoli, “Ancora Italia” convoca il suo secondo congresso. Fra i nomi degli invitati, dalla locandina, non riconosco nessuno di “LIT”. Se questo è vero, chiedo: siamo stati contattati e gli abbiamo dato giustamente buca oppure, non ci hanno considerato nemmeno di striscio? Buona invece l’iniziativa a Ischia con Bianchi a nostra firma e del “Fronte”.
P.S. il futuro, prossimo venturo, avendo a che fare con questi arrivati sulla scena domani, sarà per forza tetro. A prescindere. Bona
Concordo con quanto detto da Spurio
Luca ha ragione. Quello che non va bene, ancora per la milionesima volta, andare a riverire un cazzaro “x” che come lui non ce ne sono e noi pippe inutili buoni solo a portare vino e a bere acqua. Nel caso qualcheduno si decida a stanarli e poi smusarli me, ci sono. Abbiate pazienza (se volete): dopo più di 50 anni di “menate”, attraversato merda come fosse cioccolata confondendone il colore e non sentendo la puzza, il “sole che ride”, radicali per fare uscire Tortora, sempre il PCI perchè il partito dei lavoratori, poi svaccato in PRC, liquefatto dal m5stalle e persino il voto alla Meloni (capisco il bastone e la carota statunitensi comunque, di sicuro, una grande paracula) un altro trappolone ma anche no. L’unica possibilità che mi concedo per andare a votare è la presenza di ” LIT” sulla scheda. Bona.