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CI VEDIAMO IL 26 SETTEMBRE

di Moreno Pasquinelli
31 Luglio 2022
in Politica
5
CI VEDIAMO IL 26 SETTEMBRE
Letture: 770

«Un cane aveva tra i denti un bell’osso. Ad un certo punto si fermò presso un fiume e osservò il riflesso di se stesso. Il cane scambiò il suo riflesso per un altro cane con un altro osso in bocca. Cercò allora di rubare l’altro osso, ma aprendo la bocca perse il suo». Esopo

La perfezione non è di questo mondo … L’ottimo è nemico del bene … chi si accontenta gode.

Ci sono tanti modi per tirarsi su di morale, altrettanti per giustificare porcherie politiche.

Quello delle cinque liste annunciate in vista delle elezioni del 25 settembre — posto che tutte dichiarano di rappresentare il popolo che si è ribellato al regime di dittatura sanitaria —, è una schifezza politica senza precedenti. Se le cause di questo disastro annunciato non fossero l’irresponsabilità e l’insipienza dei capi di questi “partitini” si dovrebbe sospettare che tutti quanti certi dirigenti siano al soldo del regime. Una cosa infatti è indiscutibile: il regime gongola.

Il giudizio politico sulla vicenda delle cinque liste lo abbiamo espresso. Lasciateci svolgere alcune considerazioni laterali.

*   *   *

Nell’APPELLO DEI 100 c’è scritto:

«Una tappa importante di questa battaglia [quella per rovesciare l’élite al potere passare dalla resistenza all’attacco, NdR] saranno le elezioni politiche che si svolgeranno all’inizio del 2023 (forse addirittura nell’autunno di quest’anno). Serve fare del Parlamento la nostra trincea avanzata, serve una lista unica nazionale, con un simbolo unico e una piattaforma condivisa, servono candidati combattenti approvati da assemblee territoriali degli attivisti».

Per tempo avevamo dunque segnalato la grande importanza della sfida elettorale — col rischio che si sarebbe potuto votare in autunno; per tempo avevamo messo in guardia dal pericolo di andare divisi. E tutti, ma proprio tutti, sapevamo che la stragrande maggioranza del popolo che ha riempito le piazze chiedeva unità.

Con l’Appello avevamo indicato cinque punti di senso comune attorno ai quali incardinare l’auspicato fronte unico tra le diverse forze del dissenso,[1] ed anche suggerito un metodo per comporre le liste e scegliere i candidati.

E qui casca l’asino! Secondo noi sarebbe stato non solo fattibile ma vincente, un rapporto di reciprocità tra organizzazioni politiche e movimenti. Si poteva e si doveva trovare un equilibrio virtuoso, un punto d’incontro, tra orizzontalità e verticalità, rispettando sia la richiesta di democraticità e trasparenza che saliva dal basso, sia le legittime istanze di identità e visibilità dei diversi “partitini”. I dirigenti di questi ultimi hanno invece respinto come blasfema l’idea dì sottoporre i candidati di un’eventuale lista unica al vaglio di assemblee popolari territoriali. Hanno prevalso la mentalità di consorteria, il vincolo di parrocchia, la boria di partito, la presunzione élitaria.

Una lista unitaria delle forze del dissenso avrebbe avuto un impatto politico enorme, che avrebbe spianato la strada ad ulteriori successi. Sarebbe stato l’evento veramente nuovo e polarizzante nel panorama italiano — in base ai nostri calcoli avrebbe ottenuto un rotondo 5%, portando a casa una quindicina di deputati e quattro o cinque senatori. Con cinque liste (e vedremo chi riuscirà a davvero a presentarsi e in quanti collegi) è molto probabile che nessuna passi lo sbarramento del 3%.

*   *   *

Ora che la frittata è fatta non ci resta che assistere, ma non inermi, all’epilogo di questa competizione fratricida dentro una gara elettorale già truccata. Ogni gruppo si è fatto prendere la mano dalla smania di protagonismo, ognuno stregato da miraggio dell’ingresso in Parlamento, ognuno scommettendo sull’insuccesso dell’altro, tutti convinti di essere in vantaggio nell’accalappiare il consenso dei risvegliati. Ma come narrava Esopo: chi troppo vuole niente stringe. Ci vediamo dunque il 26 settembre.

NOTE

[1] 1. Il ripristino di tutti i diritti di libertà cancellati in questi ultimi anni, tra cui la libertà di scelta terapeutica; 2. Il rifiuto dello Stato tecnocratico di polizia e l’abolizione di tutti i dispositivi elettronici di schedatura e sorveglianza; 3. L’abbandono del liberismo per un’economia che assicuri giustizia, lavoro e reddito per tutti, attuando ma aggiornando il modello di economia mista scolpito nella Costituzione del 1948; 4. La piena sovranità politica, economica, alimentare, monetaria dell’Italia, quindi l’uscita dall’euro e dalla Ue; 5. Una politica di neutralità, di pace e fratellanza tra i popoli, quindi di liberazione dalle catene della NATO.

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Comments 5

  1. Maria Melchiorre says:
    8 mesi fa

    Penso che tutti facciamo degli errori, anche se mossi dalle migliori intenzioni, se crediamo fermamente in quello che facciamo e diciamo e se cerchiamo di dare il meglio di noi stessi. Siamo esseri umani, ci mancherebbe! Ma credo anche che se si vuole progredire insieme verso un comune obiettivo non bisognerebbe accanirsi contro gli errori dell’altro, perdendo magari di vista i propri, e bisognerebbe invece cercare di appianare le divergenze anziché ergerle ad ostacoli insormontabili. Altrimenti ognuno di noi è condannato a lottare da solo contro i mulini a vento.

    Rispondi
  2. Anna sarno says:
    8 mesi fa

    Tutto giusto tutto perfettamente chiaro .cio’ che non capisco da vecchia signora che non ha vissuto troppo il femminismo…e’ l uso della bella signora in nero e del suo seno.forse e’ una allusione a tutte le vacche sono nere oppure al fatto che si vuole succhiare tutti da una stessa tetta.oppure…certo si poteva usare una immagine migliore. A meno che non si volesse alludeeal travestitismo di certe persone.comunque di cattivo gusto

    Rispondi
  3. ino cecchinelli says:
    8 mesi fa

    Per il 25 settembre diversi si serviranno del diritto al rifiuto della scheda pur presentandosi al seggio. La loro protesta, se pure legittima e persino romantica, finirà nel gorgo dei non votanti mentre le rumente vincenti, brindano. Altri stanno a casa e altri ancora annullano il voto. In diversi si divideranno nei partitini dei sette cantoni disperdendo un patrimonio inestimabile. Troviamo già degli acquisti di mercato niente male: il “Portuale” va qui, Bianchi la e altri ancora, in perfetto modo del mercato delle vacche, altrove. Il regime gongola a priori. Me io, faccio così: individuo nel piddino ( per gli sberciati è facile:. me, sberciai) e accoliti il nemico perfetto quindi, voto l’altro. E’ un agire intelligente? Per nulla ma è l’unico modo per farli perdere. Cambierà qualcosa? Manco per sogno anche perchè mi sono dotato di dentiera qualche mese fa e per ora, sono apposto. Il piddino deve scomparire dalla faccia della terra e per questo sono disposto a negare anche l’evidenza. Figuriamoci votare FDI: una passeggiata. Ci si rivede al prossimo governo Draghi. E bla, bla, bla,bla.

    Rispondi
  4. luca says:
    8 mesi fa

    Dopo una decisione sofferta mi aggiungo anch’io ai sostenitori di FDI.
    Primo perchè il PD e i Calendiani sono il male assoluto e meno ce ne
    sono e minori saranno le possibilità di nuovi ribaltoni e governi tecnici.
    Secondo perchè ho guardato bene i dati su Openpolis, andateli a vedere,
    FDI è stato l’unica forza assieme a qualcuno del gruppo misto a votare
    CONTRO il green pass, il GP sul lavoro, il superGP, l’obbligo vaccinale e
    lo stato di emergenza. Terzo perchè è l’unica che ci da qualche speranza
    di fermare un pò l’immigrazione selvaggia, ius soli e teorie gender varie.
    Quarto perchè i sei partitini NOVAX, chiamiamoli così, che non sono riusciti
    a formare un fronte unico, si sono dimostrati tutti degli inetti incapaci che
    hanno buttato all’aria tutti gli sforzi delle piazze e quindi se non ce li
    ritroviamo alla tornata elettorale del 2027 sarà un bene.

    Rispondi
    • Francesco says:
      8 mesi fa

      Caro Luca, mi permetto di ribadire il mio commento di qualche giorno fa. (Nel pieno rispetto delle tue opinioni, ovviamente)
      Non metto in dubbio questi dati che hai citato (sulle votazioni di FDI in Parlamento). La domanda PERÒ è: “La Meloni e FDI si comporterebbero allo stesso modo se fossero al governo?” Abbiamo già visto con il M5s che uno stesso partito può seguire una certa politica stando all’opposizione e poi seguirne una COMPLETAMENTE OPPOSTA quando si trova al governo.
      Detto questo restano comunque (…per quanto mi riguarda…) le FORTISSIME riserve per ciò che concerne le scelte della Meloni in politica estera. Scelte che, come ho già detto, mi trovano in disaccordo non solo per ciò che riguarda gli “ideali” ma pure per le ricadute concrete che esse hanno (…e avrebbero) sull’economia Italiana.(…prosecuzione della crisi economica collegata alla crisi energetica, a sua volta collegata DIRETTAMENTE alle sanzioni contro la Russia e al sostegno militare all”Ucraina di Zelensky)
      Io sono indeciso tra la lista Vita (di Teodori e Cunial…. Che mi sembrano quelli piu’ DIRETTAMENTE legati al movimento NoGreenPass…) e l’Astensione. Questo ovviamente in mancanza di novita’ “clamorose”

      (E nel frattempo da parte del REGIME e’ iniziata l’elargizione degli OBOLI pre_elettorali per ingraziarsi gli elettori.Mi fa ridere -…si fa per dire…- in particolare quello devoluto ai Prof “VIRTUOSI” (SIC!!!) … Saranno mica i docenti che si sono maggiormente prodigati e distinti nella “campagna vaccinale”??? (…a pensar male…)

      Francesco F.
      Manduria (Ta)

      e

      Rispondi

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