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SE QUESTO È UN CAPO

di Moreno Pasquinelli
7 Settembre 2022
in Politica
7
SE QUESTO È UN CAPO
Letture: 1.194

Paragone ha perso la testa. In un video (vedi QUI) si è scagliato violentemente contro il Fronte del Dissenso. Ci ha vomitato addosso ogni sorta di contumelie (cretini, profondi farabutti, stolti, maledetti vigliacchi e via imprecando). L’accusa al centro della sua sgraziata esibizione è che noi saremmo i portabandiera dell’astensionismo. In verità noi non abbiamo fatto alcun appello all’astensione. Si può infatti leggere nella dichiarazione LE ELEZIONI E NOI:

«Fermo il nostro giudizio politico [di condanna del contegno divisionista dei gruppi dirigenti dei “partitini” ], portiamo un profondo rispetto per gli attivisti in buona fede impegnati nella campagna elettorale, è inutile nascondersi come la delusione prodotta dalla scelta divisionista stia spingendo tante persone dell’area del dissenso verso l’astensione. Consideriamo questa scelta pienamente legittima, resa tale proprio dalla totale irresponsabilità di chi ha prodotto il carnevale di liste presenti sulle schede elettorali. L’astensione non è però l’unica possibilità. Molti rivendicano comprensibilmente la volontà di esercitare comunque, magari turandosi il naso, il proprio diritto di voto. A costoro consigliamo di votare, in base alle proprie preferenze sui programmi e sui candidati, una delle liste dell’area del dissenso».

Un leader politico che si rispetti non dovrebbe permettersi di aprire bocca per dargli fiato, tanto più se chiede il voto ad una lista che porta il suo nome. Come dunque spiegare questo attacco di bile? Due a me paiono le ragioni.

La prima ragione della sua sguaiata scenata: quello che a Paragone è andato di traverso è la nostra accusa (che ribadiamo) di essere stato tra i principali sabotatori della proposta di un unico blocco elettorale unitario dei gruppi politici e dei movimenti del dissenso. Tanto più ha perso le staffe perché sa che questa critica è non solo condivisa ma è addirittura maggioritaria nello stesso mondo in cui fa accattonaggio elettorale.

La seconda: mentre si avvicina quello che il nostro considera il Giorno del Giudizio del 25 settembre, iniziano a giungergli i segnali del probabile insuccesso elettorale. La sentenza del 25/9, per quanto lo riguarda, non prevede appello — si può infatti esser certi che ove non rientrasse in Parlamento il nostro si sbarazzerebbe della baracca (Italexit) e dei suoi burattini.

Alcuni sodali di Paragone, pur di fargli scudo, ci dicono: “Eh mica intendeva voi, si riferiva a tutta l’area del dissenso”. Meglio mi sento! Avrebbe quindi insultato centinaia di migliaia di cittadini incazzati che per protesta non voteranno nessuno (tra cui molti di coloro che hanno animato le piazze in questi anni di regime tecno-sanitario)? La cosa, di tutta evidenza, sarebbe politicamente ancora più grave, farebbe risaltare lo stato permanente di alterazione del leader, la sua mostruosa narcisistica arroganza, la sua insipienza.

La competizione elettorale non ha dato alla testa solo Paragone. L’infatuazione elettoralistica (una volta si sarebbe detto più semplicemente il cretinismo parlamentare) ha contagiato addirittura Sara Cunial (VITA) che in un comizio a Milano si è strappata i capelli affermando “Vi supplico, votate per chi vi pare, ma andate a votare”!

Morale della favola: Paragone sperava di colpire, tramite noi, gli astensionisti, ha invece sfornato il più efficace spot a favore dell’astensione di questa penosa campagna elettorale. Chi infatti lo voterebbe se vedesse e ascoltasse la sua sfuriata?

Ps.

Alla fine del video, un Paragone sempre più invasato consiglia anche come evitare l’annullamento della scheda. Il suo discorso sarebbe da test antidoping come al Tour de France o, più banalmente, da test antidroga. Noi ci limitiamo a riportarlo:

«E attenzione eh! Non fate i voti due crocette, uno a un partito e uno all’altro. Perché è nullo quel voto, è nullo. Decidente per chi cazzo votare ma lo dovete votare in tutte le parti della scheda. Altrimenti il voto è nullo, non c’è il voto disgiunto, non fatevi inculare!».

Non pare che il nostro abbia effettiva contezza della legge elettorale e del meccanismo di voto. Se c’è una caratteristica del Rosatellum è proprio quella che con la stessa crocetta sulla scheda si vota sia per la parte maggioritaria, che per quella proporzionale.

Dunque, se c’è un’indicazione che potrebbe portare all’annullamento del voto questa è proprio la sua  —“votare in tutte le parti della scheda”. Quali sarebbero queste “parti”? Mistero.

Questo curioso pasticcio paragoniano ci parla però del personaggio. Lui ama prendersela con tutti, ma forse il principale nemico di Gianluigi Paragone è proprio Paragone Gianluigi: il suo pressapochismo e la sua presunzione.

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Comments 7

  1. Marco D'Elia says:
    5 mesi fa

    Non ho capito cosa vuol dire Pasquinellli .Marco D’Elia .

    Rispondi
  2. ino cecchinelli says:
    5 mesi fa

    No….no…… non mi astengo Tranquillo Para. Voto FDI. Sapete come sta la regina?

    Rispondi
    • Francesco says:
      5 mesi fa

      Ino. Perdonami. Ma che differenza ci trovi tra Letta che regge il moccolo agli americani e Draghi… e la Meloni che fa altrettanto mandando Urso a Kiev per rassicurare i “padroni del vapore” sul posizionamento internazionale del prossimo governo e prende personalmente lezioni di economia (sic!) dal banchiere???
      Cambiando l’ordine degli addendi il risultato NON CAMBIA!

      Francesco F.
      Manduria (Ta)

      Rispondi
  3. ino cecchinelli says:
    5 mesi fa

    Francesco, ne abbiamo già scritto. Non c’è nessuna differenza. Semplicemente, per vedere uscire a *pezzi il piddino, voto colei che lo può fare uscire a pezzi. Che poi, dopo, si ricompongano ne ho certezza ma non mi importa. Voglio vedere il piddino con il cappello in mano. Ciao
    *per me questo è decisivo. Sono la vittima non il carnefice.

    Rispondi
  4. luca says:
    5 mesi fa

    Ciao Francesco, vorrei proporti un mio ragionamento e se fa acqua da qualche
    parte rispondimi pure. Mi sono convinto che per vedere la nascita di un vero
    CLN o fronte delle forze antisistema noi dobbiamo passare per la vittoria
    della Meloni e la disfatta delle liste del dissenso. Noi che abbiamo capito
    la gravità di quanto accaduto in questi due anni abbiamo un’ urgenza che
    sovrasta tutti gli altri problemi economici o di politica estera ossia che
    sparisca per sempre il metodo green pass e delle vaccinazioni obbligatorie.
    La Meloni si presenta come una forte opposizione popolare che dice di voler
    abolire il green pass. Che sia vero o che sia falso, dopo il 25 settembre
    vedo due scenari: se la Meloni vince male con il 20-25% è probabile che si
    formi subito o dopo 6 mesi un nuovo governo tecnico Draghi di emergenza
    nazionale e a quel punto siamo spacciati. Dovremo sopportare il governo
    tecnico e la Meloni che fa oppofinzione e si ripresenta ancora alle elezioni
    2027 con il favore dei pronostici. Se invece la Meloni vince bene con un
    35-40% non può sottrarsi alle responsabilità di governo e a quel punto o
    dimostra saggezza abolendo per sempre il green pass oppure si toglie la
    maschera e cade l’ultima illusione politica. A quel punto il CLN nascente
    avrà praterie enormi davanti a se. Però se nel frattempo abbiamo mandato
    in parlamento una listina qualsiasi del dissenso quella lista potrebbe,
    dico potrebbe, essere il nuovo gatekeeper che ci distrae e ci illude per
    altri 10 anni ostacolando la strada al nuovo CLN, oltre al fatto che
    votando le liste del dissenso si sottraggono i voti alla Meloni che servono
    per inchiodarla alle sue responsabilità. Un CLN formato di molte anime
    non sarà mai gatekeeper perchè si controllano a vicenda mentre una lista
    troppo personale è facile che lo sia o lo diventi.

    Rispondi
    • Francesco says:
      5 mesi fa

      Ciao Luca. Non concordo con te su un primo punto essenziale: questione Greenpass-vaccinazione obbligatoria e questione di politica estera-guerra in Ucraina, a mio avviso non sono questioni separate ma, al contrario, sono STRETTAMENTE INTERCONNESSE tra loro; da affrontare quindi contemporaneamente. Chi ha voluto il Green pass e la campagna vaccinale di massa, successivamente si è schierato apertamente su posizioni russofobe: si tratta di una pura coincidenza? Atlantismo/russofobia e covidismo/vaccinismo sono 2 facce della stessa medaglia.
      Certo, mi dirai che la Meloni, che è a favore delle sanzioni antirusse, nella scorsa legislatura, stando all’opposizione, ha votato contro il Green pass e l’obbligo vaccinale. Vero. C’è un PERÒ. La presenza di FdI all’opposizione era comunque funzionale allo stesso governo Draghi, in quanto di fatto ne legittimava l’esistenza. (…se non ci fosse stata opposizione, ci saremmo trovati davanti a una dittatura anche formalmente), di conseguenza le sue posizioni contro il Green pass e (ambiguamente) contro l’obbligo vaccinale, a mio avviso facevano parte di un copione (già scritto) da interpretare più che una manifestazione di reale contrarietà a quei provvedimenti.
      Riguardo all’attuale campagna elettorale e i possibili scenari successivi alle urne, io credo che sia comunque augurabile la presenza di un numero quanto più alto possibile di parlamentari “alternativi”,(… a maggior ragione considerando il nuovo parlamento “oligarchico” voluto… dalle stesse oligarchie.) poiché sia che la Meloni regga l’urto della crisi economico -energetica legata alla crisi ucraina, sia che il suo governo cada in un arco di tempo relativamente breve e venga rimpiazzato da un governo tecnico, la prossima legislatura sarà comunque caratterizzata dalla cosiddetta agenda Draghi, (sia per ciò che riguarda la politica interna con greenpass, campagna vaccinale e transizione digitale in primis, sia per quanto riguarda la politica estera, con le posizioni antirusse): è la stessa Meloni a confermare questa mia affermazione, nel momento in cui non perde occasione per rassicurare Bruxelles sul fatto che non ci saranno scostamenti di bilancio e Washington sul fatto che la posizione atlantista dell’Italia non cambierà. Di conseguenza una opposizione parlamentare VERA sarebbe utilissima per dare voce al Dissenso nel Paese.
      In quest’ottica quindi, oltre che votare per le cosiddette liste antisistema (VITA, Italexit, ISP) credo che ci si dovrebbe augurare anche un risultato positivo della Lega, visto che nella Lega esiste una componente filorussa che potrebbe attivamente scombinare (…dall’interno…) le politiche atlantiste/vacciniste del prossimo governo di centrodestra.

      Francesco F.
      Manduria (Ta)

      Rispondi
  5. luca says:
    5 mesi fa

    Sei sicuro che sia una medaglia ? e se fosse un Cubo di Rubik ?
    Cosa ci impedisce di risolvere un problema alla volta ? Aspettiamo di
    uscire dalla N.A.T.O per togliere il green pass ? Non mi sembra il caso.
    Dici che la Meloni proseguirà l’agenda Draghi, Ok, ma vediamola alla prova
    dei fatti altrimenti restano solo supposizioni e lei continuerà a farsi bella
    all’opposizione. Circa il fatto di mandare qualche brava persona in parlamento
    ti ricordo che il 7 gennaio 2022 c’erano già Paragone e Cunial in parlamento
    che sbraitavano contro Draghi e a cosa è servito ? Piuttosto che avere la
    stessa situazione identica del gennaio 2022 per altri 5 anni, preferisco dare
    un giro alla ruota della fortuna modificando gli equilibri parlamentari per
    assistere alla danza della Meloni che nessuno ha mai visto.

    Rispondi

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