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IL PERCHÉ DELL’ACCANIMENTO CONTRO IL “RIENTRO” AL LAVORO DEI SANITARI NON VACCINATI

di Massimo Giuliodori*
7 Novembre 2022
in Dai territori
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IL PERCHÉ DELL’ACCANIMENTO CONTRO IL “RIENTRO” AL LAVORO DEI SANITARI NON VACCINATI
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IL PERCHÉ DELL’ACCANIMENTO CONTRO IL ‘RIENTRO’ AL LAVORO  DEI SANITARI NON VACCINATI

E più in generale verso coloro che non si sono piegati ai ricatti vaccinali.

La riammissione dei sanitari sospesi a seguito del loro rifiuto alla ‘vaccinazione obbligatoria’ è stato anticipato di poche settimane rispetto al previsto (scadenza in origine al 31 dicembre 2022).

Non vi sono dunque motivazioni logiche sulle polemiche a tratti feroci che si sono scatenate in merito sia da parte della solita stampa e media mainstream, sia da parte di taluni esponenti e forze politiche.

Le motivazioni che si possono dedurre sono diverse ed egualmente importanti.

  1. La prima motivazione è di ordine temporale ed attiene all’attesa sentenza della Corte Costituzionale che dovrebbe esprimersi nei riguardi dell’obbligo di vaccinazione alla fine del mese di Novembre. La giurisdizione della Corte ha stabilito paletti molto precisi, ovvero tre condizioni che devono sussistere contemporaneamente per affermare che un trattamento sanitario obbligatorio è compatibile con i dettami la Costituzione (Art. 32), in particolare la tutela della salute della stessa persona obbligata che viene prima della collettività, e che gli effetti devono essere conosciuti, temporanei e tollerabili. Sappiamo bene come è andata malgrado la narrazione generale continui a negare l’evidenza dei fatti e delle esperienze comuni. Anticipare la riammissione togliendo il motivo del contenzioso alla Corte, anche se ciò non dovrebbe esimere dall’esprimersi in merito alla correttezza di tali provvedimenti sanzionatori. A ciò si dovrebbe aggiungere una appropriata valutazione sulla decisa sproporzionalità fra il non rispetto di un “obbligo” surrettizio imposto attraverso ricatti evidentemente illegittimi, e le sanzioni ed esclusioni dal lavoro attuate contro milioni di cittadini di tutte le categorie e in particolare agli over-cinquanta.
  2. La narrazione della necessità e giustezza delle imposizioni, degli obblighi surrettizi attraverso i vili e gravissimi ricatti, le discriminazioni sociali ed economiche, deve essere confermata e deve essere impedito ogni tentativo di critica nei confronti dell’impianto ideologico e normativo delle vergognose scelte politiche di APARTHEID imposte. Teniamo a mente che ai carcerati viene giustamente garantita la sussistenza mentre per oltre un anno e mezzo è stata negata ad intere categorie di onesti lavoratori e conseguentemente le loro famiglie privandoli del diritto al lavoro ed alla retribuzione.
  3. La ‘scienza’ medico-sanitaria ufficiale e i loro ‘protocolli’ NON PUÒ ESSERE MESSA IN DISCUSSIONE, in quanto strettamente legata agli interessi delle multinazionali del farmaco e al loro marketing, agli investimenti miliardari che riguardano la ‘ricerca scientifica’ in questi campi, le carriere personali e gli ingaggi che ne derivano.
  4. I criminali dispositivi legislativi messi in atto in questi anni dalla classe politica (e conseguentemente i presunti reati), sono stati acriticamente condivisi, accettati e avallati dagli amministratori pubblici e di enti locali, dai dirigenti sanitari, dagli ordini professionali, da giuristi, da larga parte della classe medica, e devono pertanto rimanere impuniti, dal momento che riguardano intere categorie, con le eccezioni dei pochi eroici resistenti fra medici e sanitari che per questo dovevano essere sanzionati e puniti, come esempio per agli altri, onde evitare che qualcuno di coloro (tanti) che hanno obbedito malvolentieri apra la bocca (metodologia mafiosa per eccellenza). L’omertà silente di comodo non è accettabile e non può avere attenuanti.
  5. LA RETORICA DELLO STATO SECURITARIO deve continuare in quanto funzionale alla strategia delle emergenze continue create ad hoc. Tanto più ora che siamo nel pieno della ‘ristrutturazione’ economica e sociale (Great Reset), leggasi un impoverimento generalizzato dell’economia e del potere di acquisto di larghe fasce sociali. Pertanto nessuno può mettere in discussione l’operato dei governi e degli apparati dello stato.
  6. La strategia del ‘dividi et impera’ va esasperata perché alla tradizionale conflittualità di classe su basi economiche e di potere, si sostituisca una conflittualità su basi fittizie e create artificialmente, dove all’interno di medesime categorie sociali similari per interessi economici e di rivendicazioni di diritti, si crei conflittualità e disgregazione. In questo modo si frammentano le classi sociali impedendo ad esse di combattere unitariamente per istanze che invece li vedono similmente coinvolte.
  7. La ESCLUSIONE SOCIALE di coloro che non si sono piegati ai ricatti e alla narrazione falsa del regime politico e mediatico è fondamentale perché questa parte di società ha dimostrato di avere capito nel suo complesso i complessi meccanismi di manipolazione delle masse attraverso cui i poteri tengono in ostaggio i ceti popolari. Pertanto non possono essere messi in discussione strumenti e strategie utilizzate efficacemente in tal senso.
  8. La EMARGINAZIONE SOCIALE dei ‘disobbedienti’ che vengono descritti e additati come irresponsabili, persone incivili e pericolose per la società, è il Moloch perfetto introduttivo al sistema di controllo totalitario che il cyber-capitalismo ha programmato, fulcro del Great Reset.

Nessuna forma critica di pensiero può essere ammessa, nessun comportamento divergente e dissenziente deve essere tollerato. Anzi va represso duramente ed esposto al massacro mediatico.

La metodologia della “gabbia di Skinner” nella sua attuazione pratica, come modello operativo del “Capitalismo della sorveglianza” (per citare una fortunata pubblicazione di Shoshana Zuboff).

Da queste motivazioni si evince come la vicenda legata alle questione degli obblighi di vaccinazione tramite ricatti e punizioni abbia significati e implicazioni ben più profondi e vasti che non le mere questioni sanitarie e di presunta ‘salute pubblica’, peraltro rivelatesi fallaci.

La politica nel suo complesso e le sue scelte, gli apparati burocratico-amministrativi dello stato, le gerarchie connesse, l’eterogeneo intreccio di interessi economici e lobby affaristiche ha degenerato i poteri dello stato e della politica, al punto da trasformare l’entità di per se astratta del concetto di stato, in un sistema totalitario gestito e governato da interessi particolari con modalità autocratiche.

Massimo Giuliodori

Perugia, 07/11/2022

 

 

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