«Non abbiamo bisogno di paura ma di riaffermare la verità, il dubbio guidato dalla razionalità e dalla ricerca scientifica libera, trasparente e al servizio del bene collettivo: competenza, consapevolezza e nessun conflitto di interessi; conoscenza e Scienza al servizio della verità che rende liberi».
Riceviamo e volentieri pubblichiamo nella speranza di suscitare un vero e serrato confronto politico.
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In questi giorni si sta dibattendo sulla questione dei Biolab con particolare attenzione a quelli che dovrebbero essere realizzati a Pesaro e Perugia a potenziamento dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche e che stanno suscitando apprensione, paura e proteste da parte di associazioni, movimenti politici e gruppi di cittadini.
Al riguardo, vorrei sottolineare che, a mio avviso, la questione non può essere posta nei termini grossolani e superficiali del no o del sì.
Tale problematica esula da un semplicistico dibattito polarizzato tra bianco-nero, bene-male, giusto-ingiusto, sicuro-pericoloso.
Il problema non è quello di impedire che biolaboratori vengano costruiti nel nostro territorio nazionale; che essi possano svolgere ricerche scientifiche in modo controllato, sicuro (come da grado di sicurezza BSL3) nel momento in cui si vogliano studiare e manipolare agenti patogeni “ad elevato rischio individuale e basso rischio collettivo”, perché essi, per antonomasia, sarebbero pericolosi per la collettività.
La questione politica fondamentale su cui mobilitarsi e pretendere un ruolo di verifica e monitoraggio costante da parte dei cittadini è che tali laboratori debbano operare in accordo ad un progetto di utilità collettiva, sotto il controllo pubblico con modalità trasparenti e condivise dalla cittadinanza. I cittadini, le associazioni e le forze politiche che li rappresentano devono pretendere l’apertura di un “Tavolo di Confronto Istituzionale” con le amministrazioni Comunale e Regionale, assieme all’Istituto Zooprofilattico, con l’obiettivo di verificare l’effettiva utilità e opportunità di creare nuove strutture di tal genere andando ad analizzare in dettaglio: 1) tutti gli aspetti della loro eventuale gestione e operatività in sicurezza; 2) per quali scopi essi dovrebbero essere creati; 3) le operazioni, le analisi e le ricerche che vi verranno eseguite. Tutto ciò, ponendo al primo posto la salute e la sicurezza degli operatori e dei cittadini e una puntuale valutazione delle possibili ripercussioni ambientali per le aree su cui tali biolab si andranno a insediare. Un Tavolo permanente di confronto e discussione a cui dovrebbero partecipare rappresentanti nominati dalla cittadinanza che, mettendo al servizio della collettività le proprie competenze (tecnico-scientifiche, giuridiche, etico-filosofiche, etc.), siano in grado di monitorare in tempo reale quali possano essere le ricadute effettive per la collettività in termini di benefici, salute e grado di rischio legati all’operatività di tali laboratori. Questo tipo di organismo di controllo e democrazia partecipata andrebbe richiesto con forza a livello nazionale, soprattutto, e a maggior ragione, per quello che riguarda il biolaboratorio BSL4 in procinto di essere realizzato presso l’Area Science Park di Basovizza (Trieste) e per il Biotecnopolo di Siena, per il quale lo stesso Anthony Fauci avrebbe dato la sua disponibilità come consulente scientifico.
Questa, a mio avviso, deve essere la battaglia politica da portare avanti al fine di ottenere completa trasparenza sulle analisi e le ricerche che in tali laboratori verranno condotte, sulla loro corretta gestione pubblica al di fuori di speculazioni ad uso e consumo di interessi privati o militari, sul fatto che in essi non devono essere in alcun modo eseguite ricerche di tipo “gain of function” con manipolazioni biotecnologiche tese al potenziamento di microorganismi e virus pericolosi, bandendo ogni possibile applicazione come armi biologiche.
D’altra parte, azioni basate esclusivamente sul rifiuto e la negazione “tout court” sarebbero un grave errore politico perché veicolate dalla sola paura irrazionale e figlia della diffidenza e della non conoscenza: esse farebbero trionfare la non-scienza, quella stessa non-scienza che ci è stata fatta passare per vera durante il periodo pandemico, contraddicendo etica e conoscenze mediche acquisite da duemila anni a questa parte. Non abbiamo bisogno di paura ma di riaffermare la verità, il dubbio guidato dalla razionalità e dalla ricerca scientifica libera, trasparente e al servizio del bene collettivo: competenza, consapevolezza e nessun conflitto di interessi; conoscenza e Scienza al servizio della verità che rende liberi.
La paura è l’esatto contrario di tutto ciò. Essa, se non è mitigata da razionalità e consapevolezza, diventa l’anticamera dell’oscurantismo: pericolosa e foriera di reazioni di tipo autoritario come è accaduto e accade ogni volta che nella storia dell’Umanità si dispongono azioni politiche che non sono dettate da ragionevolezza, equilibrio, lungimiranza: vi ricordate dei continui DPCM con cui hanno imposto protocolli sanitari antiscientifici e pericolosi durante l’emergenza covid?
Stiamo dunque attenti a non fare il gioco dell’avversario, concentrando dissenso e protesta su questioni non ben comprese né delineate, distraendo energia ed attenzione da problemi ben più cogenti e forieri di minacce come il continuo invio di armi in Ucraina per far lievitare una guerra sbagliata e aggressiva, quello dell’ennesima cessione di sovranità all’OMS nella gestione di possibili pandemie future, oppure la completa negazione delle libertà individuali con il tentativo di rendere operativo anche da noi il sistema del credito sociale alla cinese, sfruttando la digitalizzazione selvaggia del Paese richiesta e finanziata dal PNRR.
Noi non possiamo essere contro la scienza e la ricerca scientifica che, se sottoposte al controllo pubblico, sono una risorsa fondamentale per i cittadini al fine di poter contrastare e smascherare le nefandezze e le bugie millantate dal potere e dalla propaganda dei mass media ad esso asserviti. Tutti i processi e le trasformazioni chimiche-fisiche e biologiche possono avvenire in un senso e nel senso opposto. Allora, avere a disposizione dei laboratori pubblici di ricerca ad alto livello è una garanzia di sicurezza, sovranità e libertà per le nazioni che li posseggono e gestiscono nel perseguimento del bene e della salute della collettività. Questo, perché, come essi possono essere utilizzati dal male per creare armi biologiche o chimiche, allo stesso modo, sono l’unica possibile strategia a disposizione del bene pubblico per trovare l’antidoto al veleno trans-umano prodotto da chi vuol distruggere ed eliminare secoli di storia in cui l’Umanità e l’umano hanno prevalso con i loro principi di Libertà, Uguaglianza e Fratellanza.
Mi preme sottolineare l’importanza che hanno avuto e hanno molti ricercatori che hanno operato e operano in biolaboratori BSL3 e BSL4 di fama internazionale nella battaglia che è stata e che viene condotta nel combattere l’antiscienza fatta passare per scienza dal regime supino agli interessi di BigPharma: sto parlando dei Premi Nobel Luc Montagnier, Michael Levitt, e Satoshi Omura, di autorevoli scienziati del calibro di Didier Raoult, Robert Malone, Harvey Risch, Pierre Kory, Tess Lawrie, Peter McCullough, Peter Doshi e tanti altri ancora che, sulla base dei loro studi eseguiti proprio in laboratori di ricerca di questo tipo e delle prestigiose pubblicazioni prodotte, hanno la credibilità e l’autorevolezza per denunciare le menzogne e le truffe a danno della collettività che si sono perpetrate nel corso della pandemia, come ben argomentato da Robert F. Jr. Kennedy nel suo libro-denuncia dal titolo “Il vero Anthony Fauci. Bill Gates, Big Pharma e la guerra globale contro la democrazia e la salute pubblica”, edito da Byoblu.
Non possiamo dunque abbracciare, per paura, l’antiscienza, perché andremmo a riscaldare, energizzandolo, quel brodo malsano su cui proliferano proprio quegli esseri parassiti spiritualmente morti che vogliamo contrastare. Non ce lo possiamo permettere, pena la negazione di una delle poche possibilità che sono rimaste a nostra disposizione per consentire a scienziati veri, onesti e liberi da conflitti di interesse, di far emergere la verità contro la propaganda manipolatoria condotta dall’antiscienza del potere al servizio dell’ideologia trans-, post-umanista.
Inoltre, non mi appare per nulla convincente né corretta l’argomentazione utilizzata da alcuni che, siccome è proprio da un Biolab di tipo BSL4, quello di Wuhan, che sarebbe fuoriuscito il SARS-COV-2, allora, per paura che una cosa del genere si possa verificare di nuovo in futuro, dobbiamo impedire che nuovi biolaboratori di analisi e ricerca, anche di tipo BSL3, possano essere realizzati. Questa posizione così netta e dura è, a mio avviso, sbagliata oltre che controproducente. Sarebbe come dire che, siccome durante la pandemia nelle RSA e in molti Ospedali si sono verificate gravi inadempienze ed errori dovuti soprattutto ad un protocollo sbagliato e omicida (vi ricordate “tachipirina e vigile attesa”?), accompagnato da una campagna sconsiderata volta ad impedire l’utilizzo di farmaci salvavita come l’IVERMECTINA e l’IDROSSICLOROCHINA (la cui somministrazione aveva chiaramente dimostrato un’elevata efficacia di cura contro il Covid: si vedano le centinaia di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali prestigiose elencate nel libro di Robert Kennedy sopra citato), allora noi diciamo NO alla costruzione e/o potenziamento di nuove strutture per anziani o di Ospedali. Diciamo No, per paura che ciò che è accaduto si possa ripetere, invece di promuovere una vertenza politica efficace ed intransigente nel riportare queste strutture e servizi essenziali sotto il controllo e la gestione del potere pubblico e dei cittadini.
Quando si fa politica, si deve avere l’ambizione di cambiare il mondo in meglio e questo comporta una forte e decisa assunzione di responsabilità per la quale non si può aver paura di progettare, promuovere e gestire gli asset strategici quali acqua, energia, formazione, ricerca scientifica e sviluppo, sanità, etc. in modo innovativo, dinamico e all’avanguardia, al fine di renderli dominio e luoghi di sovranità pubblica, veri e propri e volani di liberazione da bisogni, costrizioni e malattie per il benessere della collettività come insegnarono Enrico Mattei, Felice Ippolito e Adriano Olivetti.
6 aprile 2023
* Stefano Falcinelli, Professore di Chimica Università di Perugia, militante del Fronte del Dissenso
Un inno alla scienza e alla democrazia. Ottimo. Peccato che ancora quasi nessuno conosca gli “accordi” segreti che l’Italia ha “concluso” con gli “alleati” USA a partire dalle clausole segrete della Convenzione di armistizio del 3 settembre 1943, per proseguire con quelle del Trattato di pace firmato a Parigi il 10 febbraio 1947. Seguono il Trattato di Washington del 4 aprile 1949 entrato in vigore il 1 agosto 1949; il BIA Bilateral Infrastructure Agreement, accordo segreto USA – Italia del 20 ottobre 1954; Trattato Italia- NATO, firmato a Parigi il 26 luglio 1961(operativo ex DPR n.2083 del 18 settembre 1962: Accordo bilaterale Italia- USA governo Andreotti del 16 settembre 1972; Memorandum d’intesa USA- Italia (Shell Agreement) del 2 febbraio 1995; Accordo segreto “Stone Ax” concluso negli anni 50/60 e rinnovato l’11 settembre 2001. Nessuno degli “accordi” è passato dal Parlamento italiano. L’ITALIA È UN PAESE SOVRANO!?