«Se principi e re fossero davvero guardiani del Tao, allora tutti gli esseri si sottometterebbero a essi. Cielo e terra si unirebbero per lasciar cadere una benefica rugiada che il popolo riceverebbe spontaneamente in parti uguali senza che nessuno debba prendersene cura».
Lao-Tzu, Tao Te Ching. Il libro della via e della virtù, Adelphi, Milano 1973, §§ XXXVII, LXXIII, pp. 97, 159.
C’è, in questo aforisma, tutta l’essenza spirituale e politica di Sergio. Non per caso egli lo volle come epigrafe alla sua opera più importante: Anarchismo e psicologia del profondo. Il fondamento ontologico dell’egualitarismo [Sensibili alle foglie, 2013].
Ci ha lasciato ieri dopo un’estenuante battaglia contro una inesorabile malattia.
Non solo intellettuale e filosofo, ma agguerrito militante politico, sempre in prima linea, anzitutto nel suo amato Salento, in ogni battaglia in cui ci fosse di mezzo la protesta contro l’ingiustizia e le classi dominanti.
Lo conoscemmo all’inizio del 2003 quando, come Campo Antimperialista, organizzammo la campagna di sostegno alla Resistenza irachena contro l’aggressione a guida USA. E del Campo divenne subito, malgrado la sua invalidante patologia visiva, un generoso militante ed un dirigente nazionale. Indimenticabili i momenti di comunione e di amicizia con lui, la sua difesa appassionata degli ideali rivoluzionari, come anche quando teneva testa a Costanze Preve criticando il suo hegelismo.
La sua fede anarchica era sostenuta non solo da un crollabile ottimismo sul destino dell’essere umano, ma pure da un’acuta intelligenza politica. Un profondo senso di realtà nutriva la sua speranza in una palingenesi rivoluzionaria universale. Ecco spiegata la sua partecipazione alle grandi proteste antimperialiste, così come a quelle locali contro la TAP o lo sterminio degli ulivi in Salento, fino alla battaglia contro l’Operazione Covid-19.
La sua ferma consapevolezza che senza organizzazione politica non si può vincere lo scontro con il capitalismo e ogni forma di opportunismo, spiega la sua successiva adesione al Movimento Popolare di Liberazione e quindi a Liberiamo l’Italia.
Ci pianse il cuore quando, nel marzo 2021, le nostre strade si separarono.
Noi vogliamo ricordarlo così, con la sua chitarra in mano, a cantare la bellezza della vita, dell’amore e della lotta, la certezza che gli ultimi diventeranno i primi, che il bene prevarrà finalmente sul male.