Le elezioni europee e le forze “anti-sistema”
E’ proprio vero, anche nelle vicende minori la storia tende spesso a ripetersi due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa. Se già nel disastro elettorale del 25 settembre 2022 gli elementi farseschi non mancavano – a partire dalla presunzione di autosufficienza di alcuni “generali” immaginari – quel che si va preparando per le elezioni europee è davvero una triste buffonata.
La storia insegna ma non ha scolari, ci ricordava Antonio Gramsci. Ed è davvero avvilente dover constatare come l’assenza di un minimo di riflessione sul passato conduca inevitabilmente ad altri insuccessi.
Non scopriamo oggi la degenerazione della politica italiana. Si tratta di una decadenza figlia della crisi della società, della cultura, della democrazia. Ma mentre le oligarchie questo degrado l’hanno perseguito con forza, a partire dalle leggi elettorali maggioritarie, dalla spettacolarizzazione e personalizzazione all’americana di una politica ridotta a teatrino, è grave che chi dice di rappresentare un’alternativa ne sia anch’esso totalmente invischiato.
Detto in altre parole, se nel campo dei dominanti il processo degenerativo è stato voluto e guidato per poter scardinare ogni principio costituzionale ed ogni meccanismo di rappresentanza, coloro che vi si oppongono avrebbero il dovere di contrastarlo anche con una pratica, un metodo ed uno stile del tutto opposto.
Tutti sanno che in occasione delle elezioni politiche anticipate del 2022 — di contro al settarismo facilone di alcuni amici che andavano farneticando un risultato “a doppia cifra” —, sostenemmo che solo l’unità delle forze antisistema (o almeno di una buona parte di esse) avrebbe evitato una comune sconfitta. Non venimmo ascoltati.
Le cose, in vista delle elezioni europee, stanno andando ancor peggio che nel 2022. Agli amici di Insieme Liberi, che ci chiesero a novembre di unirci a loro in una lista comune, rispondemmo che l’impresa era assolutamente velleitaria visti il numero mostruoso di firme da raccogliere per presentare una lista e le scarse forze militanti. Scalare la montagna della raccolta firme appariva vieppiù irrealistico in considerazione del fatto che, contemporaneamente, Marco Rizzo e Francesco Toscano, a nome di Democrazia Sovrana e Popolare, avevano annunciato di voler correre da soli e semmai soltanto con il neonato raggruppamento Indipendenza di Gianni Alemanno.
In queste condizioni, dicemmo che il rischio era che le cose andassero ancora peggio che alle elezioni politiche: non solo non si sarebbe superata la soglia di sbarramento del 4%, ma l’opposizione antisistema non sarebbe nemmeno riuscita a presentare alcuna lista.
Qual è dunque il quadro attuale? Triste dirlo, ma tra i frantumi della vecchia area “no green pass” almeno 5 simboletti (Vita, Insieme Liberi, Noi Agricoltori, Movimento per Italexit, Sovranità) troveranno il loro spazio sulla scheda elettorale all’interno del marchio “Libertà” di Cateno De Luca (che di simboletti ne contiene addirittura 19…), mentre Dsp non sarà della partita solo perché il De Luca ha respinto le pretese di Rizzo e Toscano, dopo che questi ultimi avevano già firmato varie intese con lui.
Giusto per completezza precisiamo, per chi non l’avesse chiaro, che dietro alle minuscole sigle di cui sopra vi sono i nomi di Sara Cunial (Vita), Ugo Rossi (già 3V, ora Insieme Liberi), Francesco Amodeo (Noi Agricoltori), Giuseppe Sottile (Movimento per l’Italexit) e Marco Mori (Sovranità).
Tutti costoro sono entrati senza batter ciglio, peraltro da una porticina secondaria, nel capiente tendone del Circo De Luca, vero monumento del trasformismo italiano edizione 2024. Una fine piuttosto ingloriosa per certi “duri e puri”… Nel Circo De Luca non ci sono programmi, né potrebbero esservi, visto che contiene sovranisti ed europeisti, liberisti ed antiliberisti, meridionalisti e nordisti, autonomisti e centralisti, vaccinisti ed antivaccinisti, filorussi ed antirussi, eccetera.
Il Circo De Luca – certamente la risultante di un’odiosa legge elettorale che tende ad escludere chi non è già in parlamento – ha infatti un solo comun denominatore: fare mucchio, in maniera indistinta, per provare a superare la soglia del 4%. Nel qual caso sarà il gioco delle preferenze a decidere chi andrà a Strasburgo. E qui sta il trucco: perché, ad esempio, il voto dato ad un pacifista anti-Nato potrebbe finire per contribuire all’elezione di un eurista filo-Nato, visto che in quelle liste di tutto vi sarà e che proprio il De Luca (cioè, il padre-padrone che guiderà la formazione delle liste) è apertamente sia atlantista che filo-UE.
Fin qui il Circo De Luca nella sua attuale conformazione, perché non è escluso che prima della presentazione delle liste vi possa essere qualche ulteriore (e negativa) sorpresa. Democrazia Sovrana e Popolare (Dsp) continua invece, almeno formalmente, la raccolta delle firme. Ma con quale credibilità? In poche settimane sono state tante le giravolte del duo Rizzo-Toscano. Dopo la resistibile saga dell’Alemanno sì, Alemanno no, Alemanno forse, questo duo è passato alle contraddittorie mosse sulla presentazione alle europee. Prima il loro abituale “solo noi”, con un’insolita anticipazione delle liste a fine anno e l’inizio della raccolta delle firme alla fine di gennaio; poi – visto il prevedibile flop della raccolta – l’annuncio della ricerca di intese con altre forze esentate dalle firme. Quindi il pastrocchio degli accordi con De Luca, andato avanti fino a metà marzo; poi di nuovo il ritorno alla raccolta, complice anche il dimezzamento del numero delle firme decretato dal parlamento.
Il Fronte del Dissenso esprime dunque la propria profonda preoccupazione per la situazione che si va determinando in vista delle elezioni europee. Il prevalere del trasformismo e dell’autoreferenzialità, in breve di una politica senza principi, fa solo il gioco del sistema, esattamente come quell’antipolitica imperante in ampi settori del vecchio movimento no green pass. Di più: la politica politicante di certi apprendisti stregoni è l’altra faccia della stessa medaglia di un’antipolitica anch’essa alimentata dal regime. Lo scopo, ed il risultato, è infatti alla fine lo stesso: allontanare i cittadini dalla politica, dunque dall’impegno, quindi dalla lotta.
Il Fronte del Dissenso non intende rassegnarsi a questa prospettiva, che va anzi contrastata con ogni mezzo, innanzitutto con la mobilitazione per fermare la politica del blocco USA-NATO-UE di guerra alla Russia e per la solidarietà con la Resistenza palestinese. E’ su queste basi che potrà e dovrà sorgere una nuova opposizione, una vera alternativa politica antisistema. E’ su queste basi, diametralmente opposte a quelle del trasformismo senza principi e del settarismo presuntuoso, che cercheremo di costruire tutte le alleanze possibili. E’ tenendo fede a questi fondamenti che ci muoveremo, e prenderemo una posizione in vista delle prossime elezioni europee ed amministrative.
Ahimè! Ahinoi! Orwell, “1984” (1949): “la venticinquesima ora” non è l’ultima; è già una dopo l’ultima.
L’apocalisse dell’Occidente è senza escaton.
Purtroppo non credo ci siano vie d’uscita. Il “mondo umano” non è più da questa parte. Il sole sorge e tramonta ad Est e a Sud.
… tranquilla Lidia: …SUPER MARIO è di nuovo “sceso in campo”: salverà gli Italiani anche dall’Apocalisse… dopo averli salvati dal Covid… :)))
Francesco F.
Manduria (Ta)
Al di là del sarcasmo: la cosa DRAMMATICA è che sono TANTE le persone che realmente sono convinte che gli Italiani non si siano “estinti” a causa del Covid solo grazie all’ intervento “salvifico” di SuperMario e del suo Siero Miracoloso…
Francesco F.
Manduria (Ta)
Sì Francesco, la deculturazione progettata, programmata, attuata, dalla fine della seconda guerra mondiale ha prodotto milioni di menti perdute, e una infinita solipsistica solitudine. Il mondo occidentale è “unheimlich” , “spaesato”, non più “praticabile”.