Il Covid 19 non è certo un virus peggiore di quello dell’Asiatica (1957-58), probabilmente neppure di quello dell’influenza di Hong Kong (1968-69), ma la classe politica che lo gestisce certamente lo è. E di gran lunga, come ben si vede dall’osservatorio italiano.
C’è un personaggio che esemplifica l’attuale disastro. E’ il buffone mascherato che governa la Campania. Vincenzo De Luca è uno e trino. E’ lo sceriffo col lanciafiamme che tutto vorrebbe chiudere, verrebbe da pensare per sempre. E’ il presidente di una Regione che non è riuscito a potenziare i posti di terapia intensiva, come avrebbe dovuto e come sarebbe stato possibile. E’ il politico che, nonostante tutto ciò, anzi forse proprio grazie anche a tutto ciò, ha vinto le elezioni del 20 settembre col 69% dei voti.
L’epidemia in Campania non ha lasciato tracce nelle statistiche demografiche. La mortalità ufficialmente attribuita al Covid è pari a 0,86 vittime ogni diecimila abitanti, molto più bassa della normale influenza stagionale. Eppure lo sceriffo col lanciafamme ha chiuso le scuole dalla sera alla mattina, anche se poi – a seguito della mobilitazione delle mamme – ha dovuto riaprire in fretta e furia almeno le scuole dell’infanzia. Sulla chiusura al momento il governo dice di dissentire, ma non mi stupirei se in un prossimo futuro De Luca risultasse l’apripista di analoghe decisioni governative.
Abbiamo detto delle terapie intensive. Mentre ululava mascherato davanti alle telecamere, il piddino De Luca ben poco faceva su quel versante. Lo denuncia addirittura un suo collega di partito, il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia. Il quale, parlando della Campania, dichiara che:
«Prima del Covid aveva 335 posti letto di terapia intensiva. Il governo attraverso Arcuri ha inviato 231 ventilatori per le terapie intensive e 167 per le sub intensive. Oggi risultano attivati 433 posti, devono essere 566».
Come mai in Campania manchino 133 posti di terapia intensiva rispetto al previsto nessuno lo sa, ma su questo De Luca non è solo. Ecco cosa dice – sempre nello stesso articolo de la Repubblica – l’Alto (si fa per dire) commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri:
«In questi mesi alle Regioni abbiamo inviato 3.059 ventilatori polmonari per le terapie intensive, 1.429 per le subintensive. Prima del Covid le terapie intensive erano 5.179 e ora ne risultano attive 6.628 ma, in base ai dispositivi forniti, dovevamo averne altre 1.600 che sono già nelle disponibilità delle singole regioni ma non sono ancora attive. Chiederei alle Regioni di attivarle. Abbiamo altri 1.500 ventilatori disponibili, ma prima di distribuirli vorremmo vedere attivati i 1.600 posti letto di terapia intensiva per cui abbiamo già inviato i ventilatori».
Bene, cioè malissimo, ma almeno Arcuri dà i numeri. Degli oltre 4mila posti aggiuntivi in terapia intensiva di cui si parla da marzo, ne sono stati attivati sull’intero territorio nazionale solo 1.449, cioè meno di un terzo. Di chi è la colpa? Certamente dei tanti De Luca che governano le regioni italiane, ma Boccia ed Arcuri (cioè il governo e la pletora dei tecnici superpagati di cui si circonda) colpevoli lo sono anche loro. Avvilente dover leggere sulla stampa la loro denuncia, senza che ci dicano una parola su cosa hanno fatto loro in questi mesi.
Quale intervento, quale iniziativa? Semplicemente non si sa, dunque lo si può capire benissimo: non hanno fatto nulla. O meglio, hanno fatto (e stanno facendo) a gara nello spargere terrore, nel diffondere la paura, nel prendersela con i “negazionisti”, nel reclamare nuove chiusure alla faccia del milione e mezzo di disoccupati in più che già hanno creato.
Ora anche l’OMS dice che…
Neanche lontanamente paragonabile alla Spagnola, ho già detto in premessa che la portata dell’epidemia in corso appare invece simile a quella delle altre due pandemie influenzali del secolo scorso: l’Asiatica e l’influenza di Hong Kong. Forme influenzali certamente più gravi della media, ma non esattamente l’Apocalisse di cui si narra oggi. Questa verità, facilmente intuibile da qualunque persona abbia provato ad analizzare i dati con un minimo di razionalità, ci viene adesso confermata perfino dall’OMS.
Confrontando i dati di ottobre con quelli del picco di marzo, il Corriere della Sera del 16 ottobre ha dovuto riconoscere il crollo della letalità allo 0,3%. Ma in realtà anche questa percentuale è sovrastimata, dato che più che i casi acclarati con tampone si dovrebbe tener conto della stima dei contagiati reali. Proprio per questo le valutazioni dell’OMS sono interessanti.
Secondo le “migliori stime” del dottor Michael Ryan, responsabile del programma per le emergenze sanitarie dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 10% della popolazione mondiale (pari a circa 780 milioni di persone) è già stato infettato da Sars-Cov-2. Si tratta una stima effettuata utilizzando i numerosi studi di sieroprevalenza realizzati in tutto il mondo. Rapportando questa stima al numero dei decessi ufficialmente attribuiti al Covid, il tasso di letalità effettivo sarebbe pari allo 0,14%. Decisamente inferiore a quello dell’Asiatica (0,40%) e presumibilmente a quello un po’ più incerto dell’influenza di Hong Kong. Certamente in linea con le normali influenze stagionali (circa allo 0,10%).
E’ da notare come la stima attuale dell’OMS sia profondamente diversa da quel 3,4% indicato a marzo dalla stessa organizzazione. Una cifra utilizzata in tutti i modelli di allora per giustificare ogni forma di chiusura e confinamento. Lo 0,14% è infatti 24 volte (ventiquattro) inferiore al 3,4%, ma è a quelle politiche che molti vorrebbero nella sostanza tornare.
Ad essere pignoli, è molto probabile che il raffronto con le pandemie influenzali del secolo scorso risulti alla fine ancor più favorevole, dato che nel passato gli epidemiologi hanno sempre fatto i loro calcoli sull’eccedenza di mortalità registrata, mentre oggi ragioniamo con i dati ufficiali in base ai tamponi. Numeri, questi ultimi, verosimilmente superiori all’eccedenza di mortalità effettiva, come sembrerebbero indicare alla grande i dati provenienti dagli Stati Uniti. In Italia ogni ragionamento su questo punto è al momento difficile. Infatti, in un Paese dove ormai nulla più funziona, pure l’Istat ha smesso di fornire dati aggiornati. Tuttavia, quelli comunicati fino a luglio mostrano un calo della mortalità, rispetto all’anno precedente, nei mesi di gennaio, febbraio, maggio, giugno e luglio. Dunque, dopo il violento picco di marzo ed aprile, la situazione si è di fatto rapidamente normalizzata. Quel che possiamo dire ad oggi è che ben difficilmente l’aumento di mortalità del 2020 risulterà superiore a quello registrato nel 2015 (con 49.207 decessi in più dell’anno precedente), evento che allora non scaldò minimamente i media.
Meditate gente, meditate…
Mentre scrivo è in arrivo l’ennesimo Dpcm, figlio dell’emergenzialismo imperante e dello stato d’emergenza vigente. Stavolta si parla di chiusura dei locali alle 22, nonché di lockdown nel fine settimana. Qualcuno saprebbe spiegarci la razionalità di questi decreti a raffica? Che forse la situazione cambia tutte le settimane? Almeno un po’ di serietà non guasterebbe.
Schierandosi contro lockdown ed emergenzialismo, Donald Trump ama ripetere che “la cura non può essere peggio della malattia”. Parole sagge che nessuno segue. Ma è chiaro come un nuovo lockdown, anche se un po’ attenuato, sarebbe il colpo di grazia per centinaia di migliaia di piccole aziende, con la certezza di una nuova valanga di disoccupati.
Ci dicono i benpensanti che sì, è vero, non c’è l’emergenza di marzo, però le terapie intensive potrebbero saturarsi. Ma è così, o siamo di fronte alle solite esagerazioni mediatiche? Giusto per fare un esempio, oggi l’Ansa ha parlato di una saturazione all’83% in Piemonte. Dato smentito da un tweet di Guido Crosetto, non proprio l’ultimo arrivato. Leggiamo:
«Questa è l’@Agenzia_Ansa. Io la leggo e capisco che in Piemonte l’83% dei posti in terapia intensiva siano occupati. Allora chiamo @Alberto_Cirio (il presidente della Giunta regionale, ndr). Scopro che ci sono 33 ricoverati sui 327 posti ordinari. Che possono arrivare a 586 per emergenza».
La saturazione in Piemonte è dunque del 10%, non dell’83. Vogliamo domandarci una buona volta del perché i media facciano questo sporco gioco?
Peraltro, che le terapie intensive vadano in crisi durante i picchi influenzali non è cosa nuova.
«Milano, terapie intensive al collasso per l’influenza: già 48 malati gravi, molte operazioni rinviate». Questo titolo del Corriere della Sera non è del 2020, bensì del 10 gennaio 2018. Toh, meno di tre anni fa! Ed anche allora un’influenza provocava intasamenti, rinvio delle operazioni e decine di malati gravi. Meditate gente, meditate.
La verità è che la Paura (con la P maiuscola) è un’ottima arma di governo. E, come dimostra il caso del buzzurro De Luca, anche di consenso. La verità è che il virus è un gigantesco business. Un modo per ridisegnare in peggio la società, disumanizzandola a più non posso. Non a caso la parola d’ordine è “distanziamento sociale”. Avrebbero potuto dire “distanziamento fisico”, e sarebbe stato anche più preciso. Invece no, distanziamento sociale. Detto e scritto ovunque ed h24. Perché quello è l’obiettivo più profondo: una società di atomi impauriti senza diritti e senza coscienza.
Fantascienza? Può darsi, ma qualcuno di voi immaginava un anno fa l’incubo di questo 2020? Sarà meglio svegliarsi il prima possibile, prima che questo incubo diventi la nuova normalità. Che è esattamente quel che qualcuno vuole.
Ottimo articolo. È difficile trovarne di simili e così obiettivi, visti i dati statistici riportati. Sono allibito e scandalizzato dal lavaggio del cervello che è imperante sui giornali, radio e TV. Fra qualche anno studieranno la follia delle scelte intraprese dal nostro governo. L’età media dei decessi è altissima, per soggetti con patologie pregresse. Massimo rispetto per la vita di tutti, giovani ed anziani. Tuteliamo questi ultimi dal covid con misure ad hoc per loro, non distruggiamo però l’economia per il mondo del lavoro, non devastiamo a livello psicologico i bambini. Mio figlio di 7 anni ha l’angoscia per la mascherina. Nel mio piccolo diffonderò il vostro articolo. Grazie.
Vorrei saperne di piu’sul movimento