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USARE IL RISPARMIO PRIVATO PER NON FARCI SCANNARE DALLA FINANZA SPECULATIVA

di Umberto Spurio*
26 Maggio 2020
in Economia
0
Letture: 671

In tre giorni lo Stato, dal 18 al 20 Maggio, ha rastrellato circa 14 miliardi di Euro dai risparmiatori privati. Senza fare nessuna patrimoniale, emettendo titoli con rendimento positivo, i cosiddetti BTP Italia. L’operazione è stata giudicata un successo, ha prodotto un abbassamento dello spread e un lieve rialzo della borsa.

Nel documento dal titolo “LA VERA VIA D’USCITA  – proposte per evitare la catastrofe dell’Italia” noi di Liberiamo l’Italia indicammo le misure che a nostro avviso erano – e restano – necessarie per il nostro paese. Una era la seguente:

“Salvaguardia del risparmio dei cittadini. Oggi esso è controllato dal sistema bancario privato speculativo, mentre potrebbe essere tutelato, valorizzato e utilizzato come una risorsa per la rinascita del paese. Si dovranno emettere Titoli di stato di solidarietà a sottoscrizione facoltativa con un interesse positivo dedicati esclusivamente ai cittadini italiani.”

In Liberiamo l’Italia non ci sono maghi, e non siamo certo i soli a dirlo, visto che una misura come quella  enunciata è diffusa tra chi si muove nella logica della Costituzione che prevede “la tutela del risparmio privato, coordina, disciplina e controlla l’esercizio del credito” (art.47).

Ma qual é l’insegnamento importante ai fini degli interessi delle classi popolari? E cosa c’entra con l’uscita dall’Euro, cosa che per noi di Liberiamo l’Italia è essenziale?

Il risparmio privato in Italia ammonta a circa 4000 Mld di Euro. Così come il BTP Italia ha chiesto ai risparmiatori privati di aderire per finanziare le spese del coronavirus, noi proponiamo di fare lo stesso per un programma nazionale dedicato al lavoro (con assorbimento di tre milioni di disoccupati), alle infrastrutture (per mettere in moto imprese che recuperano all’efficienza strade, viadotti, gallerie e realizzano nuove opere dove non esistono (nel Mezzogiorno prima di tutto) per creare lavoro e le condizioni di un sano sviluppo economico, ai beni pubblici (scuole, ospedali, edilizia abitativa).

La potenzialità é qui tra noi, non abbiamo bisogno di chiedere soldi all’Unione europea che ha al suo interno forze predatorie che non vedono l’ora di sfruttare la crisi attuale per fare affari d’oro lanciandosi come un branco di squali sul ghiotto boccone rappresentato dalle imprese che andranno inevitabilmente in fallimento o in forte sofferenza perchè prive di liquidità.

E siamo arrivati alla seconda domanda: cosa c’entra l’uscita dall’Euro? Moltissimo. Anzi possiamo dire che è la condizione necessaria perchè i trattati europei vietano – ripeto: vietano – un intervento attivo dello Stato per la programmazione economica appena descritta. E mantengono la disoccupazione perche’ la politica monetaria dell’Ue persegue il controllo dei prezzi (piu’ disoccupati significa meno consumatori, dunque meno domanda di beni e quindi prezzi più bassi). E in questo hanno il sostegno di tutti i prenditori che brigano per avere disoccupati sempre pronti a fare concorrenza a chi lavora, per tenerli buoni e sotto ricatto. Tutta brava gente insomma.

Conclusioni: se avete avuto la pazienza di aver letto fin qui credo che abbiate compreso che se la salvezza dell’Italia passa solo per quanto detto, i nemici del nostro Paese e del popolo che lavora sono tutti quelli che non si oppongono all’Unione europea.

Poiche’ non siamo degli sprovveduti e nemmeno avventurieri, diciamo che l’uscita dalla Ue va accompagnata da una serie di misure.

Propongo qui il collegamento al nostro comunicato dove sono elencate quelle da noi proposte.

*Umberto Spurio è membro del Coordinamento nazionale di Liberiamo l’Italia

Tags: crisi economicaeuroITALEXITUmberto SpurioUnione europea
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