«Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci». (Gandhi)
Di norma i media di regime, davanti ad ogni iniziativa di lotta chiara e forte di contenuti, scelgono la via dell’oscuramento e del silenzio per non fargli pubblicità. Quando invece la stessa iniziativa prende piede malgrado la censura, quando ottiene tante e qualificate adesioni, ove quindi la linea dell’oscuramento si è rivelata inefficace, gli stessi media passano al Piano B (che avevano già pronto nel cassetto): lo sputtanamento.
Come si sputtana un avversario politico, tanto più se esterno al teatrino della politica e non corruttibile?
C’è una tecnica da tempo consolidata che il PUPPC — alias: Partito Unico del Pensiero Politicamente Corretto — in questi casi utilizza: quella di satanizzare l’avversario, negandogli dignità politica e presentandolo come l’incarnazione del male, come il più subdolo dei pericoli, come fosse il demonio.
Non è, come si potrebbe pensare, un’operazione impolitica, è piuttosto una squisita operazione politica.
Come con lo spettro della pandemia, il potere fa leva sull’istinto primordiale della paura per governare e soggiogare le masse, la satanizzazione agisce su un piano più sofisticato ma non meno profondo: quello religioso della dicotomia morale bene-male. Una volta sbattuto all’inferno, si è tolto all’avversario non solo legittimazione, ma dignità politica.
Ergo: ove il potere riesca, agli occhi dell’opinione pubblica, a togliere la dignità politica ad un avversario, allora si giustifica e rende lecito ogni mezzo per contrastarlo e annientarlo.
Si parla tanto, dopo decenni di intossicazione ideologica neoliberista, di governance. Questo odioso anglicismo non sta solo a significare una data tecnica per strutturare il potere e la sua catena di comando — ove il criterio mercatista prevale su ogni altra sfera. C’è una governance che attiene alla comunicazione di massa, come potente tecnica di propaganda politica.
Non l’hanno inventata i liberali, bensì i nazisti, per l’esattezza Goebbels: “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volta e diventerà una verità”. Questa tecnica il potere l’ha resa ancor più insidiosa. Essendo nota la sua matrice nazista esso doveva camuffarla per renderla credibile. Ecco quindi che la satanizzazione viene accompagnata e rafforzata dalla hitlerizzazione. Allo scopo di non dare scampo all’avversario, esso non è solo bollato come incarnazione del male morale, ma pure dell’assoluto male politico: il nazismo.
Questa micidiale macchina del fango l’avevamo vista all’opera per giustificare la distruzione manu militari della Jugoslavia e dell’Iraq. Per giustificare i più ignobili crimini di guerra e le più palesi violazioni del cosiddetto “diritto internazionale”; e quindi strappare il consenso delle opinioni pubbliche, Milosevic e Saddam Hussein vennero additati al mondiale pubblico ludibrio come criminali assoluti. Le sanguinarie macchine da guerra del Pentagono e della NATO agirono e la spuntarono grazie al fatto che la strada gli venne spianata dalle armate mediatiche dell’imperialismo, dei pennivendoli con l’elmetto in servizio permanente effettivo.
Collaudato il sistema, i media di regime lo stanno riutilizzando ora verso tutti i movimenti che contestano l’uso politico e terroristico della pandemia. C’è un aggettivo che essi, a tutte le latitudini (segno evidente di una unica regia), stanno utilizzando per squalificare chi non abbocca e anzi respinge il racconto dominante sul virus; l’aggettivo è noto: “negazionisti”. Ecco qua che con una sola diabolica paroletta hanno fuso assieme satanizzazione e hitlerizzazione.
Chi manifesta oggi contestando la narrazione ufficiale è bollato come “negazionista”, e questo stigma è appioppato anche a chi la pandemia non nega, ma condanna senza se e senza ma lo strumentale e cinico uso politico liberticida che ne fanno i governi per consolidare il loro predominio.
E’ la sorte toccata ai manifestanti di Berlino, Londra, Parigi, Madrid. Non poteva essere che noi italiani fossimo risparmiati. Ecco quindi che la nave ammiraglia della flotta italica dell’intossicazione mediatica, nel caso di specie LA REPUBBLICA [ vedi grafica sopra], ha dato il segnale dell’offensiva. La Marcia della Liberazione è accusata di essere una rimpatriata di svitati, per di più insinuando la menzogna che i promotori siano pittoreschi sovranisti d’estrema destra.
In barba ai contenuti su cui la Marcia è stata indetta (LAVORO, REDDITO, DEMOCRAZIA, SOVRANITA’); in barba al comunicato stampa con cui i promotori si sono dissociati dai pagliacci di Bocca della Verità; nonostante sabato 10 ottobre a Roma, le diverse frange dei fascistoidi e dei confusionari esaltati manifestino per conto loro (e per conto di chi vattela a pesca) boicottando dunque la manifestazione di Piazza san Giovanni.
Suppongo che i promotori della Marcia della Liberazione s’aspettassero l’eventualità di quest’attacco.
Sono certo che non cadranno nella trappola.
Come si combatte un’idea? Con un’altra idea. Come si combatte un’azione? Con un’azione ugualmente forte e contraria? Come si combatte la paura del potere? Facendo paura, molta paura al potere. “La moda del nastrino rosso”.