Curioso quello che è accaduto in questi giorni nel teatrino della politica nostrana. Curioso e imbarazzante, ma non sono aggettivi appropriati. Nel senso che in realtà per una sorta di pudore scrittorio li voglio usare al posto di vergognoso e incredibile.
Mi riferisco alla polemica interna al Partito Democratico tra il neosegretario Enrico Letta e il capogruppo dei senatori piddini Andrea Marcucci. Il primo voleva che i capigruppo del partito, entrambi uomini o maschi se preferite, cedessero il loro posto a due “capegruppo” femmine o donne per stemperare le polemiche sorte dal fatto che nel nuovo, si fa per dire, governo, quello dell’unto del Signore professor Mario Draghi, il PD non ha nominato ministre femmine o donne.
Ripeto sempre maschi e femmine uomini e donne non perché in dubbio sulla loro appartenenza sessuale, ci mancherebbe, e tra l’altro non me ne frega nulla, ma perché non so quali suscettibilità potrei urtare con l’uso dell’uno o dell’altro termine. Maschi e femmine mi rimandano ai bei tempi delle scuole elementari di decenni fa, quando i maestri usavano queste parole con sicurezza naturale… Ora anche loro poveretti devono star attenti alle sensibilità e alle precoci turbe sessuali infantili.
Torniamo alla seria e grave questione interna al partito che governa l’Italia con un nugolo di altri alleati.
Marcucci, senatore di provata ed antica fede renziana ma rimasto nel PD nonostante il dramma personale (?) di lasciare l’amico fondatore di Italia Viva, non ha preso affatto bene la non so quanto gentile richiesta del segretario Letta di cedere il passo ad una senatrice. Anzi, ha fatto fuoco e fiamme: oddio, quel fuoco e quelle fiamme che ci si aspetta in un partito misurato, unito, coeso come il suo. Ha rivendicato il suo lavoro triennale, il suo impegno, la sua fedeltà… Oddio, quella che ci si aspetta nel PD… insomma non intendeva mollare la poltrona, pardon, il suo ruolo.
Letta, uomo dotato di grande e sperimentata pazienza accresciuta durante l’esilio scelto dopo il trattamento ricevuto dal senatore Renzi che lo fregò e divenne presidente del consiglio al posto suo togliendogli di mano la campanellina del potere, però non ha ceduto. Un partito che non dà l’esempio di una vera parità di genere al suo interno è “IRRICEVIBILE”. A parte l’uso assai discutibile dell’aggettivo: ricevibile da chi, quando, perché … non si capisce il senso di tutto ‘sto casino a meno che non si voti PD e dunque si sia abituati alle zuffe interne e non si abbia memoria storica. Quella che difetta agli italiani da sempre. Il che è una sciagura certo, ma a volte, in modo misterioso e misericordioso, salva l’italiano dalla follia…
In realtà è chiaro che in gioco c’è o c’era, a sentire le ultimissime notizie di un “cedimento” ragionevole e politicamente corretto dell’on. Marcucci, alle pressioni altrettanto ragionevoli e politicamente corrette del segretario Letta, la resa dei conti tra renziani, tanti, del PD, e lettiani, trombati dai renziani. Gira e rigira si torna sempre al conferenziere di Riyad.
Marcucci è legatissimo a Renzi: mai ha tradito davvero l’amico. Marcucci teme che nella vicenda del capogruppo-donna al posto suo si celi la vendetta postuma di Letta. Insomma, nell’ennesima diatriba interna al sempre monolitico PD tutto c’è fuorché il sincero interesse per la rappresentanza femminile.
Questione divenuta stucchevole; politicamente corretta, che gronda di tutta l’ipocrisia della politica italiana, europea e non solo, contemporanea. Pensate a Biden, che appena eletto presidente al posto del detestabile per tutti i democratici italiani ed europei Trump, bombarda in Siria, e non credo solo uomini; a meno che le bombe americane, oltre che intelligenti, siano anche dotate di rilevatore del sesso di appartenenza dei bombardandi. In compenso Biden è additato come esempio di apertura democratica mondiale perché si circonda di donne nel suo staff. Ed una è, udite udite, vicepresidente! Pensate in Europa a Merkel e a Von der Leyen donne (Oddio si fa per dire), di potere e acume politico teutonico, vere e proprie Von Bismarck in tailleur, anche se ciò non è storicamente proprio una garanzia. Almeno per noi italiani.
Io sono femmina e donna e in entrambi i sensi possibili. Però non ho mai capito perché fosse così importante e fondamentale per il mio essere donna che io votassi una donna. E infatti non l’ho mai fatto. Cosa abbia un candidato dalla vita in giù non mi ha mai interessato. Da vecchia comunista, cosa di cui mi vanto, ho sempre tenuto conto di ciò che c’è dalla vita in su, della testa, del cervello, del senso etico per la politica, dell’ideologia e sincerità politica di colui che mi apprestavo a votare. Certo che sono femminista! Ma da qualche tempo usare questa parola così abusata dai politici intriganti e politiche intriganti in ugual misura mi scoccia non poco.
Credo da sempre nelle donne e nelle loro capacità in tutti i campi, ma non mi piacciono le pseudo femministe borghesi in tailleur pantalone che comandano a bacchetta uomini e donne, scimmiottando i maschi. “Stronze come un uomo”, direbbe Vecchioni. Sono stufa ed indignata che il tema della parità di genere sia ogni giorno di più sfruttato, usato, violato per giochi di potere in questo o quel partito.
Non usate politici di ogni fazione da destra a sinistra e da sinistra a destra il dramma incompiuto della discriminazione di genere, problema vero ed urgente, come arma per combattervi nei vostri squallidi giochetti. Pensate alle operaie, alle lavoratrici, alle casalinghe che si fanno un mazzo sempre, e di più in questi momenti di lockdown da voi prolungati per mesi e mesi, che devono essere une e trine per seguire lavoro, famiglia, figli in DAD. Di quelle donne, milioni, non vi interessa un bel nulla, cari politici di ogni colore e gradazione cromatica.
Non è poi secondario notare un dettaglio, che tale non è. Letta pare avesse suggerito come onorevoli da sostituire ai precedenti capigruppo Del Rio e Marcucci tra gli altri il nome di Serracchiani e di Madia…Cioè di due onorevoli che si sono segnalate e tanto! Per la pessima gestione della regione Friuli Venezia Giulia, di cui è stata governatrice la prima, che è stata nel tempo bersaniana, renziana, poi zingarettiana, poi non lo so…cambia troppo in fretta! La seconda, la statua lignea bionda e pallida che ha fatto parte del governo Renzi, ha dato il suo nome ad una riforma della pubblica amministrazione incomprensibile e orribile: però deve la sua fama all’aver scopiazzato la sua tesi di specializzazione alla scuola di Alti Studi di Lucca. Cioè, roba da rimpiangere il renziano non renziano di Barga… guasi: con la g come pronuncerebbe lui.
Nel caso specifico PD mi sento offesa nella mia intelligenza di essere umano e nel mio sesso vedendo ancora una volta tirare in ballo tutto l’armamentario ipocrita e borghesissimo della difesa di genere. Dare spazio alle donne, appoggiare la giusta causa della parità di genere, e consimili frasi fatte…
Marcucci cedendo alle richieste del segretario ha fatto il nome della donna per lui “capagruppo” perfetta. Senatrice Malpezzi. Guarda caso, della sua stessa corrente politica… Fidarsi sì, ma cum grano salis … Donna sì, ma fedele.
La vera questione interessante è un’altra: le donne del partito democratico che faranno? Seguiranno la corrente, anzi le correnti interne, obbedendo da brave soldatine o ragioneranno autonomamente delle capacità che loro riconosceranno alle altre senatrici? Purtroppo non mi fido dell’acume di molte mie compagne di sesso, solo di sesso per carità … E poi ho davanti agli occhi esempi recenti e celebri di onorevoli donne del PD peggiori politicamente della grandine. Boschi, Fedeli… Che costoro ragionassero con la loro testa è forse umanamente sostenibile affermarlo?
Si ha la sensazione che nel PD il vero cuore della questione del partito sia riuscire a galleggiare, passando indenni da un segretario all’altro, tutti diversi e tragicamente uguali nelle loro non scelte di fondo dettate da altri; Europa, eurozona.
Tutto ‘sto baccano sulla donna o l’uomo capogruppo è nebbia.
E’ chiaro a tutti, anche a chi teme la politica come il covid. Letta e Marcucci provano a” farsi la pelle” in senso metaforico, ovvio; il primo per consumare vendette tardive e rimuginate da tempo. L’altro per difendere il futuro; ad esempio il suo nome nelle liste dei candidati alle elezioni 2023 su cui inevitabilmente il segretario dirà la sua. E con un passato da renziano della prima ora il senatore potrebbe rischiare grosso. Tutto questo alla faccia del popolo elettore, che il PD pare considerare bue sempre e dovunque e comunque. Da augurarsi una volta di più che il partito già dimezzato dalle oculate scelte del passato, finisca ad una percentuale ad una sola cifra. Purtroppo ciò sarà impossibile, perché tutti gli interessi economico-finanziari italiani ed europei sono con lui, da sempre. E con il conferenziere di Riyad. Sempre presente, sempre nell’ombra… o guasi con la g.
Intanto con la scusa della pandemia il governo, di cui il PD fa parte, continua a tenere in casa gli italiani e le italiane con piena parità di genere, almeno in questo; a proposito, per quanto ancora? I vaccini ci sono o non ci sono? Ci sono per i soliti noti, tra cui alcuni onorevoli, si vocifera.
L’economia nazionale va a puttana… Anche se non so quale parola sia corretta politicamente per indicare il mestiere più antico del mondo esercitato, ammettiamolo, per lo più anche se non solo da donne, non necessariamente femmine. In questo, i maschi o presunti tali, fanno ancora per lo più gli “utilizzatori finali”…
Complimenti, veramente un bell’articolo, lucido e coerente, mi sento ancor più illuminata ed allontanata da quella casta rappresentata dal PD…