Mi chiedo se molti dei miei amici vaccinati si rendano conto del cambiamento rappresentato dall’instaurazione dell’obbligo del Green Pass in Italia.
Mi chiedo se abbiano compreso quali limitazioni tale strumento pone per i non vaccinati: divieto di accedere a bar e a ristoranti seduti al chiuso; divieto di accedere alle sale di aspetto dei pronto soccorso; divieto di partecipare a feste, sagre, manifestazioni pubbliche; divieto di partecipare a concorsi pubblici; divieto di partecipare a matrimoni o andare a far visita ai parenti nelle Rsa; divieto di frequentare cinema, teatri o musei.
Il Sole 24 ore, che illustra questi elementi, annuncia che presto sarà vietato anche salire sui mezzi pubblici.
Queste misure non hanno precedenti se non in quelle del terzo reich verso gli ebrei.
Semmai la differenza è che al momento le vittime di questa discriminazione sono molti di più degli ebrei tedeschi, in quanto al 17 luglio i non vaccinati risultano il 40%, mentre quelli che non hanno ricevuto la seconda dose sono ancora la maggioranza, il 55%; ma per il Green Pass basta una dose.
Come la discriminazione degli ebrei nel terzo reich, questa discriminazione NON HA ALCUN FONDAMENTO SCIENTIFICO.
I dati sui contagi forniti dal ministero della Salute israeliano indicano che non c’è alcuna differenza nel contagio da covid fra vaccinati e non vaccinati. L’efficienza del vaccino per evitare il contagio risulta ZERO. Dipenderà dalla variante Delta…? Può darsi, ma la “variante Delta” è quella ormai largamente dominante anche da noi.
Gli stessi dati del ministero della sanità israeliana indicano che la proporzione dei malati di Covid che sono stato ospedalizzati è uguale alla quota della popolazione vaccinata: dunque, anche in questo caso, l’efficacia della vaccinazione risulta zero.
(Si veda il grafico accanto)
Andando al Regno Unito, che ha il record europeo di vaccinazioni.
Sulla base dei dati del ministero della sanità inglese, l’autorevole quotidiano Guardian si chiede: “Perché la maggior parte dei morti da Covid sono stati vaccinati (contro il Covid?”)
E vedendo quei dati riferiti al 19 giugno, che danno un 43% dei decessi da Covid fra coloro che hanno ricevuto la doppia vaccinazione, e il 60% che ne ha ricevuta almeno una, se ne deduce che la mortalità da Covid fra i vaccinati è… esattamente uguale a quella della popolazione in generale. Dunque, ancora una volta, l’efficacia della vaccinazione è… zero.
La rete televisiva britannica Cnbc titola ieri: “Il 60% degli ospedalizzati da Covid nel Regno Unito ha ricevuto la doppia vaccinazione”. Dal che, essendo al 17 luglio nel Regno Unito i due volte vaccinati il 53% della popolazione, sembra che il tasso di ospedalizzazione fra i vaccinati sia ancora più alto di quello fra i non vaccinati.
In ultimo il dott. Fauci, deus ex machina della politica sanitaria statunitense da oltre 30 anni, afferma: “La carica virale dei vaccinati affetti da Covid (e dunque la loro contagiosità) è ESATTAMENTE UGUALE a quella dei non vaccinati.
MA QUESTI VACCINI SONO SICURI…???
Leggiamo il testo dell’autorizzazione condizionata al commercio per il vaccino Pfizer (nome commerciale Comirnaty) rilasciata dall’autorità media europea (EMA). Si tratta di una autorizzazione condizionata, e non di una approvazione, come quasi tutti sanno, dato che la sperimentazione, come si deduce da questo stesso testo, finirà nel dicembre 2023.
In tale autorizzazione si legge che il vaccino Comirnaty è stato sperimentato per i soggetti superiori a 12 anni. Già qui si ha una mezza bugia. Il vaccino è stato sperimentato, al momento della autorizzazione, per le persone superiori a 16 anni. Successivamente, come si evince dal testo, si è avuta una limitata, affrettata e anche suscettibile di critiche metodologiche sperimentazione per i ragazzi fra i 12 e i 15 anni.
Ma andiamo avanti. Il testo presenta molte conseguenze rilevate, con la frequenza che è stata accertata. Fra queste la temporanea paralisi facciale (frequenza dichiarata; fra 1/1000 e 1/10000), le miocarditi e le pericarditi (la frequenza non è valutabile) e altre conseguenze gravi o meno gravi, ovviamente esclusa la morte.
Ma quelle che sono più interessanti sono le avvertenze e gli elementi che si dichiara di non conoscere.
“Somministrare con cautela” nei casi di trombocitopenia, disordini della coagulazione, emofiliaci e sottoposti a terapia anticoagulante
“Non è stata valutata” l’efficacia, sicurezza e immunogenicità per gli individui immunocompromessi, o sottoposti a terapia immunosoppressiva
Gli studi sull’interazione con altri farmaci “non sono stati svolti”
“Non c’è abbastanza esperienza” sull’uso in donne gravide.
“Non si sa” se il farmaco è secreto nel latte materno.
“Gli effetti sulla fertilità “non sono stati svolti sugli umani”
Studi sulla genotossicità (cioè sugli effetti genetici) e sulla carcinogenicità (cioè se provoca il cancro) “non sono stati svolti”
La durata della protezione “è sconosciuta”.
IL SISTEMA EUROPEO DI VIGILANZA
Eudravigilance è il sistema europeo di registrazione dei sospetti effetti avversi dei farmaci, e quindi anche dei vaccini per il Covid.
Questo è il report per il vaccino Pfizer (nome commerciale Comirnaty, nome scientifico Tozinameram).
Si rilevano, per l’Unione Europea, circa 250.000 sospette reazioni avverse (circa mezzo milione per i quattro vaccini in uso) fra gravi e non gravi. Alla data del 3 luglio Eudravigilance indicava in 17.503 le morti sospette attribuibili ai vaccini.
Ma bisogna fare due osservazioni: la prima è che quelle considerate sono le SOSPETTE reazioni avverse, e dunque quelle derivanti effettivamente dal vaccino sono sicuramente solo una parte di queste. Ma l’osservazione più importante è che questi dati sono raccolti attraverso la SORVEGLIANZA PASSIVA: perché siano registrati è perciò necessario che un cittadino riesca a scovare il sito di Eudravigilance, oppure che convinca un medico a segnalarlo e che questo medico lo faccia.
Diverse ricerche stimano la differenza fra casi registrati mediante la sorveglianza passiva e casi effettivi da 1 a 10 o da 1 a 100. Nel caso dell’evento morte c’è da sperare che la proporzione sia più vicina al limite più basso.
SORVEGLIANZA ATTIVA: IL CASO DELLA SCOZIA
Sulla base della richiesta di un cittadino scozzese, il ministero della sanità della Scozia (la sanità è uno degli elementi della “devolution” alla Scozia) ha fornito i dati sui morti fra i vaccinati entro 28 giorni dalla vaccinazione, raccolti nei primi 6 mesi dell’anno.
Tale dato è di 5.522 morti. La media dei decessi in Scozia in 28 giorni fra il 2016 e il 2019 è di 4.420; la media per l’anno 2020, che per molti versi è eccezionale, è di 4.918.
Dunque il numero dei decessi fra i vaccinati nei 28 giorni successivi alla vaccinazione è di almeno il 25% superiore ai morti medi nello stesso periodo di tempo in Scozia, e del 12,3% superiore a quello dell’anno della pandemia.
Ma considerando che i vaccinati sono solo una quota della popolazione (68% al 17 luglio, e certamente meno nel mese di giugno), si può facilmente dedurre che l’aumento della mortalità fra i vaccinati, nei primi 28 giorni è superiore di oltre il 30% rispetto alla media, e del 20% almeno rispetto all’anno della pandemia.
Insomma, e per concludere, si vuole forzare con metodi che hanno precedenti solo durante il terzo reich i cittadini a effettuare una vaccinazione che è inutile contro la malattia, non sperimentata, pericolosa per la salute fino alla morte, dagli effetti sconosciuti secondo i loro stessi sostenitori nel lungo periodo.
Cosa chiediamo dunque agli amici vaccinati che abbiano compreso il carattere delirante e nazista delle misure del Green Pass, e abbiano compreso che questo cozza contro tutti i principi costituzionali, scientifici, etici, a partire dal Codice di Norimberga che fu stabilito dopo il processo ai medici nazisti…???
Chiediamo di non collaborare. Chiediamo di non presentare, di dimenticare a casa il green pass. Chiediamo di boicottare gli esercizi che lo chiedano. Chiediamo di denunciare i medici, qualora ce ne fossero, che si rifiutano di curare i non vaccinati. Chiediamo perciò di comportarsi da democratici. E di partecipare con noi alle manifestazioni contro il Green Pass.
*Alessandro Chiavacci – Liberiamo l’Italia, Siena
Bravo Alessandro, condivido il tuo invito
Bravo Chiavacci, bel lavoro!!
Eviterei di portare gli ebrei quale esempio per talune tematiche. Non vi sembra che abbiamo sofferto anche troppo? Certi paragoni dimostrano la scarsa sensibilità e conoscenza storica della Shoah. Complimenti.
Articolo fenomenale purtroppo, una perfetta risplendente perla ai porci. Questo passa. Certo, facciamo in quanti siamo e non in quanti dovremmo essere; non é la prima volta e potrebbe non essere nemmeno l’ultima. Il condizionale è dovuto: l’età, lo sfinimento di più di cinquanta anni di attività politica ostinata e contraria, pesano. Certo che situazioni difficili ne abbiamo avute tuttavia, come questa, mai. Colpisce, senza affondare, non tanto le decisioni dei DPCM/CPMD/PMDC o chiamateli come vi pare (tanto trattasi di rumenta) ma la facilità con la quale vengono subiti. Ho fatto bene a rifiutare la religione impostami: inutile orpello, presepe prossimo all’epifania verso un carnevale concesso e subito la quaresima. Barbatrucco svelato subito. Ciao
Da “amico vaccinato” devo dire che la verita sta come sempre, purtroppo, nel mezzo. E’ ahimè vero che la vaccinazione non riduce se non di poco la probabilita di infettarsi. E’ pure vero che non riduce se non di poco la carica virale e quindi la possibilità di infettare gli altri. E’ invece falso che il vaccino sia inefficace perche in Israele o in Gran Bretagna c’è un’alta percentuale di vaccinati fra ospedalizzati e decessi: questo è esattamente quello che ci si aspetta dall’interazione di un vaccino efficace al 90% e una copertura vaccinale quasi completa nella popolazione. In buona sostanza, piu aumentano i vaccinati e piu aumentano in numero le persone che pur vaccinate non sono protette (10 ogni 100). Questi 10, pur avendo avuto il vaccino, non sono protetti da conseguenze gravi, ma gli altri 90 sono protetti eccome!
Condivido l’assurdita’ del nascondersi dietro al dito del green pass per costringere i cittadini a una vaccinazione non obbligatoria. Ci vorrebbe – come in Israele in in Gran Bretagna – completa libertà di scelta. Ognuno soppesi i rischi per la propria fascia di eta stile di vita e condizione di salute ( rischio di morire di Covid, o rischio di noti effetti collaterali a breve termine ). Di rischi nel medio periodo non ce ne sono. Di quelli a lungo e lunghissimo periodo non possiamo sapere nulla ma, per rispolverare una frase celebre: “nel lungo periodo siamo tutti morti”.
Una restrizione pero la metterei: quando una persona che ha rifiutato la vaccinazione senza una ragione medica si presenta in PS con una polmonite da covid, questa non viene ricoverate ma viene rispedita a casa sua per incontrare il suo destino.
Che in Israele ci sia libertà di scelta, è una falsità inaudita, purtroppo, e anche lì hanno il loro coercitivo green pass.
Se va a guardare i dati ufficiali del ministero della sanità di Israele, scoprirà, con disappunto, che con il 90% della popolazione vaccinata, sono alle prese con ricoverati, contagiati e decessi in numero maggiore rispetto a quando il vaccino non c’era, e che tra i ricoverati ci sono molti più vaccinati.
Per risolvere la “spinosa” questione, è già arrivata la terza dose agli over sessanta, presto anche ai quarantenni. E vedremo appena arriva la nuova variante, la velocità con cui procederanno alla quarta e quinta dose.
Le faccio una domanda: a fronte di una maggioranza di vaccinati in tutto il paese, come si spiega il terrore che avete dei non vaccinati? Se siete così protetti da un salvifico farmaco, di cui anche in Italia andranno presto in circolazione le triple e quadruple dosi, perché questo sacro terrore di pochi non vaccinati? Al punto da pensare di rispedirli a casa se si presentano in ospedale? Sarebbe un reato gravissimo di omissione di soccorso. E se si applicasse la stessa misura a tutti i vaccinati ricoverati, che direbbe?