Come volevasi dimostrare. Il raccolto è amaro. Non solo l’APPELLO DEI 100. Li avevamo messi in guardia: uniti ce la possiamo fare, divisi vi schianterete.
Si sono sfracellati contro il muro (infame) del 3%. Non lo avevamo detto solo noi: unità era il grido che saliva da tutte le piazze.
C’erano più senso di realtà e raziocinio alla base che nelle vanitose cabine di regia. I responsabili di questa Caporetto sono ora chiamati a fare un doveroso bagno di umiltà.
Dovranno riconoscere i loro errori e fare autocritica, altrimenti dovranno farsi da parte. Sembrano invece prevalere la presunzione, lo scaricabarile, la grottesca ricerca del capro espiatorio. Se nessuno deve pretendere atti di umiliazione, nessun colpevole può pretendere l’assoluzione.
Sarebbe bello che le conseguenze della sconfitta ricadessero solo sui generali che l’hanno causata. Purtroppo dovremo fare fronte a scoraggiamento e demoralizzazione.
Davanti a noi c’è una spaventosa salita, ma non c’è alternativa se non quella di aggredirla. C’è bisogno come il pane di un grande fronte d’opposizione. Ma come per il pane occorre il lievito, per fare fronte occorre un centro di spinta e di gravitazione.
Questo centro non può che essere un vero e potente partito politico. Vero e potente, dotato quindi di visione, strumenti adeguati, una sufficiente massa critica.
Non c’è nessun gruppo che possa riuscire nell’impresa contando solo sulle proprie forze. Occorre un processo costituente che raggruppi qui e ora le forze soggettive migliori e sperimentate. Hic Rodus, hic salta!
In teoria la “farina” per fare questo “PANE”‘ c’è ed è pure abbondante: sono quei 18 milioni di Italiani che hanno.deciso di non recarsi alle urne, più tutti quelli che hanno votato per una delle liste del Dissenso, hanno lasciato la scheda un bianca o l’hanno volutamente annullata.
Speriamo di riuscire a creare quanto prima possibile il “lievito” necessario. Tra poco ce ne sarà TANTISSIMO bisogno…
Francesco F.
Manduria (Ta)
Sembra quasi che un po di umiltà sia sufficiente a confermare gli attuali gruppi “dirigenti”. Ero per l’unita, pur con diverse riserve, ma se da soli si voleva andare era bene farlo fino in fondo, anche se non ne ero convinto. L’accrocchio elettorale di ISP non l’ho proprio digerito, e come me molti altri di AI, che a mio avviso ha perso oltre il 50% fra iscritti e simpatizzanti. Non credo che seguirò ancora chi spreca queste occasioni
Non ho votato il sistema criminale che governa l’Italia. Elezioni farsa per un Parlamento che ratifica ordini provenienti da élite internazionali su cosiddette Agende. Tutto è stato preparato dal Sistema affinché l’agenda Draghi continui. Draghi che doveva occuparsi solo di affari correnti si è fatto una legge con cui assume pieni poteri su asset strategici, come energia che guarda caso è entrato in vigore il 24 settembre. Quindi la Meloni avrà pieni poteri. Ci stanno costruendo un’enorme prigione a cielo aperto. L’unica arma è la Disobbedienza e l’astensione da legittimare il Parlamento Roschild
Chi fa da se… fa un Flambè
Condivido in pieno l analisi fatta
Qualcheduno va dicendo che la legnata presa dalle forze antisistema va interpretata come un punto di partenza. Nel ragionamento c’è della logica purtroppo, anche un problema: ha torto marcio. Si tratta di una disfatta mortale, micidiale dalla quale sarà difficile riprendersi e certamente non è possibile una ripartenza con coloro che hanno lavorato per dividere, arrivando persino a scontrarsi fra di loro, antisistema, come una destra e sinistra qualsiasi di regime. Così non ti puoi dare nessun nuovo inizio. Ma poi….avete visto come si usa: Antonio Tajani, nel commentare a “caldo” i risultati elettorali, fra l’altro afferma che FI ha un buon risultato perché ben presente sul territorio e, con il rispetto riconosciuto in Europa (forse si riferisce al “bubu settete” fatto da Berlusconi alla Cancelliera Merkel, la culona inchiavabile), si appresta a essere l’ago della bilancia ( l’ago non manca mai più difficile trovare il cammello per farlo passare dalla cruna) del prossimo governo. A proposito di presenza sul territorio la Marta Fascina ce l’ha fatta: la compagna di Berlusconi eletta alla Camera in Sicilia. Nell’Isola non si è mai vista: “Mi ci portava mio padre da bambina”, si è limitata a dire. Eppure l’ha scelta il 45 per cento degli elettori. Che carina…da bambina…il papà. Semplice, vero? E noi qui, in basso, litigiosi a manetta.