Con i lavoratori della Gkn
Contro il governo dei licenziamenti e del Grande Reset
Una settimana dopo lo sblocco dei licenziamenti decretato dal governo Draghi, i licenziamenti sono arrivati anche laddove non ve n’era sentore. Alla faccia di chi, come CGIL, CISL e UIL, ha firmato l’accordo del 30 giugno a Palazzo Chigi, cantando pure vittoria.
Il caso dei 422 licenziamenti della GKN driveline di Campi Bisenzio è l’emblema dell’odierna situazione italiana, di quella dei lavoratori in particolare. La distruzione dei diritti di chi lavora è arrivata al punto che la GKN si è permessa pure di licenziare via e-mail, proprio nel giorno in cui le maestranze erano state poste in permesso collettivo (Par) per le ferie estive.
Ma questa arroganza delle multinazionali – la GKN è di proprietà di un fondo inglese – si spiega solo con la piena sudditanza dei governi neoliberisti, di quello presieduto da Draghi in particolare. La loro teoria è che le multinazionali possano e debbano agire sul territorio italiano senza alcun vincolo. Questo al fine di “attrarre investimenti”… al posto dei quali arrivano invece i licenziamenti di massa.
La GKN non è in crisi. La scelta di chiudere lo stabilimento fiorentino annuncia piuttosto una delocalizzazione della produzione all’estero, probabilmente nell’est Europa. Ma il caso GKN non è l’unico. Nei giorni scorsi 152 comunicazioni di licenziamento (sempre per mail) sono arrivate ai lavoratori brianzoli della Gianetti Ruote, proprietà del fondo tedesco Quantum. Ed anche in questo caso l’ipotesi più probabile è quella del trasferimento della produzione all’estero. Se ai tempi del governo giallo-verde si era almeno parlato (pur senza risultati) di rendere più difficili le delocalizzazioni, con Draghi questo tema è semplicemente un tabù.
Che di fronte alla politica filo-confindustriale del governo di cui fa parte, il segretario del Pd Letta dichiari oggi che “se l’andazzo è quello di GKN bisogna rivedere la norma sui licenziamenti” è semplicemente penoso. Forse non era chiaro quale sarebbe stato l’effetto dello sblocco? Almeno evitino di prendere in giro i lavoratori.
La verità è che i posti di lavoro si potranno salvare solo con una totale inversione della politica economica. La verità è che l’attività delle multinazionali va posta sotto controllo, bloccando le delocalizzazioni. La verità è che i lavoratori devono tornare protagonisti, non solo mobilitandosi adesso per difendere l’occupazione, ma ritornando forza attiva e determinante della vita nazionale.
La verità è che lo “Stato d’emergenza” che vogliono prorogare all’infinito serve anche e soprattutto a condurre in porto un’operazione di macelleria sociale senza precedenti, fatta di licenziamenti, precarizzazione del lavoro, distruzione delle piccole aziende. E’ questo l’obiettivo principale del Grande Reset voluto dall’oligarchia dominante.
E’ solo a partire da questa consapevolezza che si potrà resistere all’attacco in atto contro il lavoro.
- Con i lavoratori della GKN, per impedire la chiusura della loro fabbrica!
- Pieno sostegno all’occupazione della GKN, per impedire il trasferimento dei macchinari!
- Per mandare a casa il governo dei licenziamenti e del Grande Reset!
Liberiamo l’Italia – Toscana
Ancora Italia – Toscana