Avviso subito i creduloni della serie “andrà tutto bene” di leggere questo scritto accompagnati dai genitori perchè prima già non andava bene per tanta parte del popolo e quell’augurio somiglia a) alla nostalgia per un sistema selvaggio dove il benessere è per pochi e b) un messaggio ottimistico da chi quel sistema selvaggio vuole rimetterlo in piedi riciclando partiti e criteri che lo hanno determinato e che ci ha trascinati sull’orlo del precipizio.
Tutto è accettabile ma non l’idiozia, specie quando le prove sono sotto gli occhi di tutti e si manifestano anche con la perdita di vite umane.
Lo sconvolgimento è appena iniziato, la lotta intestina in seno alla Ue ne è solo un segno.
E’ l’intero modello capitalistico nella fase del dominio del capitale finanziario e sovranazionale ad essere aggredito. Da cosa? Purtroppo non ancora dal popolo ma dalle sue stesse forze, proprio come accade quando in condizioni estreme gli squali di un branco affamati iniziano a mordersi tra loro al solo odore del sangue dei pesci che stanno divorando.
Assisteremo alla messa in onda di tentativi di ogni tipo per perseguire la soluzione della crisi, la più devastante dopo la seconda guerra mondiale, ma – attenti – saranno tutti tentativi per salvare il sistema delle borse speculative e della moneta a debito – il sistema neoliberista.
Quali sono i punti nodali in questo scenario se vogliamo difendere gli interessi del popolo che lavora e dunque guardare le cose con le lenti giuste?
– il principale è che il re è nudo: il sistema basato su globalizzazione, dominio dei mercati finanziari, marginalità del ruolo statale nell’economia per definire strategie e tutelare asset decisivi è fallito
– le proposte che arrivano dagli attori che hanno provocato il fallimento preparano nuove e più devastanti conseguenze proprio perchè non aggrediscono il nodo principale, ossia le regole della finanza speculativa e dei mercati finanziari – gli spazi di manovra si ridurranno sempre più sia all’interno delle forze sistemiche sia tra esse e il proletariato, i ceti medi, le piccole e medie imprese
– si farà sempre più evidente la necessità di una svolta epocale e strutturale e sempre più persone si ritroveranno a pensare, ed agire, come non avrebbero mai pensato di fare
– la crescita di consapevolezza che il cambiamento o è radicale o non è, si farà sempre più strada e saranno corrosi partiti e organizzazioni in modo trasversale, processo che porterà alla nascita di un nuovo fronte sociale, ma non ancora politicamente organizzato, di opposizione al sistema neoliberista, di cui i gilet gialli sono stati un anticipazione
– sara’ necessario raccogliere tutte le energie dissidenti e organizzarle in un fronte ampio e trasversale il cui sentire comune è l’opposizione al sistema della finanza predatoria e speculativa per approdare ad un sistema di economia comunitaria e partecipata dal popolo.
*Umberto Spurio è membro del Coordinamento nazionale di Liberiamo l’Italia
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