Quale dovrebbe essere il parametro da usare, in questa temperie politica, sociale, economica e culturale, premessa a qualcosa la cui entità è molto più ampia, in una disamina tra violenza e non violenza?
Una breve analisi di quel che è accaduto, dalla dichiarazione dello stato di emergenza, mette chiaramente in luce che, tutti gli atti compiuti dal governo, sono stati atti di violenza che hanno oltrepassato i limiti umanamente sopportabili
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«UOMINI SIATE E NON PECORE MATTE»*
Non è violenza infliggere un confinamento, chiudendoci in casa, privandoci di ogni relazione con gli altri, togliendoci, in un colpo solo, rapporti affettivi e sociali, lavoro ed istruzione?
Non è violenza sottoporre tutta la popolazione a giorni infiniti di terrore, facendo crescere paure, psicosi ed ipocondrie, specie tra chi era solo, abbandonato a se stesso, senza contatti possibili con gli altri, tra gli anziani soli o nelle case di riposo, davanti alla televisione e ad i suoi bollettini di guerra e terrore, tra chi era debole o malato?
Non è violenza il linguaggio di guerra e le immagini, altrettanto di guerra, come le famose bare di Bergamo, che caratterizzavano i telegiornali, una sorta di Danza Macabra rimbalzata dai mass media per terrorizzare, attraverso la spettacolarizzazione della morte?
Non è violenza vietare ai bambini i parchi, obbligarli a portare mascherine che gli coprivano il viso per 4/8 ore al giorno?
Non è violenza obbligarli a restare seduti, a non potersi scambiare matite, colori, gomme, a rinunciare a ricreazione, momento di unione, condivisione e socializzazione?
Non è violenza farli rinunciare al gioco, allo stare insieme?
Non è violenza obbligarli a stare ore davanti a quegli stessi schermi che, solo qualche giorno prima erano, da ogni pediatra, ritenuti dannosi?
Non è violenza vietargli di fare sport, suonare uno strumento, danzare o, perfino, cantare?
Non è violenza obbligare, prima il personale sanitario, poi gli insegnanti, ad una terapia sperimentale come fossero cavie da laboratorio?
Non è violenza spingere ragazzi e giovani adulti, che non corrono alcun rischio, ad una terapia sperimentale altamente rischiosa?
Non è violenza spingere lavoratori non tutelati ad affrontare, ricattati della perdita del posto di lavoro, lo stesso rischio?
Non è violenza lasciare i malati soli in ospedale?
Non è violenza rendere gli stessi ospedali incapaci di fornire quelle cure che dovrebbero assicurare?
Non è violenza blindare biblioteche, musei, cinema e teatri?
Non è violenza far fallire attività produttive?
Non è violenza aver messo sul lastrico migliaia di famiglie?
Non è violenza discriminare, far crescere la tensione, dividere, annullare, precarizzare?
Se tutto questo non è violenza, forse dovreste rivedere la vostra idea di essere umano, perché in voi, a causa del terrore instillato, non è morto solo il senso critico ma ogni traccia di umanità.
Perché sì, tutto questo è violenza.
Invece, non è violenza voler difendere i propri figli, i propri cari, il proprio lavoro, la propria casa, la propria dignità e chi non riesce a difendersi da solo.
Siamo stati attaccati con una violenza fisica e psicologica inaudita, non possiamo che resistere difendendoci e difendendo il nostro senso di comunità di donne e uomini liberi, in cui resta vivo quel sentimento di verità, amore per la vita e giustizia che distingue da sempre chi non accetta di adeguarsi alla banalità del male.
* Paradiso: V, 80
Fonte: FRONTIERE
Fino a quando? Ora può essere vera la dubbiosa Historia magistra vitae: alla violenza estrema i popoli non hanno potuto e non potranno che rispondere con violenza estrema e terribile.
Si tutto vero.
Da sempre i potenti sono in mano al male e hanno desiderato di governare il mondo con loro scopi subdoli ed economici.
Il valore dell’essere umano è ormai considerato tale da pochi uomini. Se i loro progetti diabolici si potranno realizzare sarà colpa e grande responsabilità di ogni essere vivente che in questi ultimi 20 anni con l’era digitale, si sono lasciati ammaliare con conseguente disgregazione della famiglia, con consumismo sfrenato sul futile e inutile. La scuola come le università da 20 anni e più sono diventate la causa della crescita di giovani inetti e privi di personalità e l’altra invece di far crescere la scienza e la coscienza creano bravissimi venditori di ipocrisie.
I medici non esistono più sono solo imprenditori, venditori di farmaci inutili e creatori di malattie inesistenti.
Mi dissocio da tale responsabilità, ho sempre cercato di vivere onestamente con i doni della terra e con l’utile non dannoso, ho sempre scelto io e non ho mai seguito ciò che trovo illogico. Le persone (maschere) credono di vivere una vita consapevole ma sono ormai come automi (prima allegri ed ora tristi ed arrabbiati perché si rendono conto che l’hanno presa in quel posto) credono di sceglier ma in realtà sono indotti dal sistema.
Credo spero e prego Dio che il bene e l’amore vincano come è giusto che sia, ma credo anche che chi vive in questa terra come un parassita minaccioso debba sparite.
La prima violenza e’ l’ipocrisia e di questa grondano partiti, governi, imprenditori e, diciamoci la verita’, troppi lavoratori in Italia. Quelli che piagnono contro la violenza sono in primi squadristi, da sempre. Occhio per occhio e dente per dente.