Ci chiedono in molti cosa ne pensiamo del costituendo Comitato di Liberazione Nazionale lanciato un mese fa da Ugo Mattei. Risposta secca: come Liberiamo l’Italia, visto che siamo nati invocando la nascita di un CLN (alcuni di noi, per la verità da molto tempo prima), abbiamo accolto favorevolmente l’iniziativa e da subito abbiamo partecipato alle prime riunioni. Ben presto siamo stati posti davanti ad un dilemma, per la verità un vero e proprio ultimatum: quello di accettare entro 24 ore lo Statuto propostoci due o tre giorni prima, oppure lasciare la “cabina di regia”. Abbiamo lasciato. Non potevamo risultare come proponenti e patrocinatori di uno Statuto sbagliato e incondivisibile. L’uscita dalla “cabina di regia” non impedisce, sia di continuare un dialogo onesto e trasparente, sia di collaborare nella pratica. Il legno nasce storto. Sarà possibile raddrizzarlo? Sarà possibile che questo CLN diventi un’effettiva alleanza o blocco delle forze antisistemiche? O finirà per diventare, sotto le mentite spoglie del CLN, un altro partitino?
Qui sotto la breve lettera in cui abbiamo esposto le nostre motivazioni.
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Cari tutti del nascente “CLN”,
con rammarico debbo comunicarvi la mia indisponibilità ad assumere un ruolo fondativo nel costituendo “CLN”.
Invitato da Ugo Mattei, che ringrazio, ho partecipato alle prime riunioni come osservatore, condividendo pienamente l’idea di dare vita ad una alleanza — certo con un forte centro politico, culturale e organizzativo — che includesse, se non tutte, almeno le principali anime dell’opposizione sociale e politica.
Opposizione, segnalo, che non è solo composta da organizzazioni e associazioni, ma anzitutto dal movimento politico di massa nato nell’estate scorsa contro il “green pass”. Opposizione non solo al governo Draghi ma al disegno strategico delle potenti élite globaliste, atlantiste ed europeiste che lo sostengono — quindi all’operazione Covid, utilizzata per attuare il passaggio a quello che chiamiamo “cyber capitalismo”: un sistema sociale neo-schiavista di tirannia tecnocratica in cui gli stati nazionali, privati delle loro sovranità, sono ridotti a mere signorie o diocesi imperiali.
Debbo purtroppo ribadire quanto già detto in riunione: nello Statuto proposto, abborracciato assai, che definisce modus essendi e operandi del cosiddetto CLN, non ho trovato, né una base programmatica all’altezza della sfida, né un modello organizzativo davvero inclusivo e flessibile (peculiare ad ogni vera alleanza di lotta che si rispetti). Insomma un paradosso: ad una evidente indeterminatezza programmatica corrispondono un’architettura organizzativa rigida e poco performante ed un sistema decisionale verticistico assai — prova ne sia la richiesta di approvare lo Statuto in fretta e furia.
A me pare insomma che non stia nascendo un nucleo dell’auspicabile Comitato di Liberazione Nazionale, bensì una nuova organizzazione politica a tutto tondo, con spiccate ambizioni elettorali.
Sono certo che non scambierete la franchezza per ostilità. Avremo modo infatti di cooperare fraternamente per combattere contro il comune nemico ed aiutare il popolo a trovare la via della sovranità che per Costituzione gli appartiene.
Il mio non è quindi un Addio ma un arrivederci nelle lotte che ci attendono.
Cordiali saluti
Moreno Pasquinelli
25 gennaio 2022
Non conoscoa lo Statuto in questione ma mi chiedo se non sia controproducente un diniego in questo .momento già tanto divisivo.
Con stima
Moreno, sono con te.
Circa un anno fa, in preda all’entusiasmo di un auspicato cambiamento, mi sono iscritta ad Ancora Italia. Mi ritrovo adesso in un campo politico di stampo preminentemente cattolico in cui non intendevo approdare. Delusione. Così come mi ha deluso il prof. Mattei già con il lancio del referendum.
Vi prego, tenete la barra dritta. Vi seguo.
In questo momento storico, con piazze strapiene che non si vedevano da decenni, in molti (italexit, Ancora Italia, Ugo Mattei, e altri) pensano di cavalcare l’onda spontanea del popolo per approdare nei palazzi del potere, a loro dire per cambiare il sistema. Nessuna neoformazione partitica ha peró affrontato il grande problema del “parabola m5s”. Continuano come se nulla fosse accaduto nell’ultimo decennio, nessuna menzione al problema, nessuna analisi, ma tante tante promesse. Molto sospetto.
Moreno, sono con te. Mattei è certamente una brava persona, ma politicamente pericoloso e divisivo. La presentazione di una lista a Torino è stato un fallimento, cosi come l’estemporaneo tentativo di un referendum anti gree pass, finito nel nulla. Quindi, dobbiamo costruire un fronte di resistenza o, almeno un coordinamento di tante associazioni che sono state la spina dorsale del movimento di massa, vera opposizione antisistema.
Ciao Moreno, condivido la tua analisi pur non conoscendo il testo che ti è stato sottoposto. Il mio timore, purtroppo fondato, è che ci sia una corsa verso le elezioni future, con vari partitini che sgomitano per ottenere visibilità. Ci vorrebbe veramente uno sforzo collettivo, di grande maturità, di tutti i leader in campo. Spero che tu riesca a fare in modo che vi sia reale pluralismo, rispetto, ponderatezza, chiarezza, lucidità. Ci troviamo in una situazione gravissima, bisogna rifondare l’Italia, sprecare l’occasione di fermare questi criminali per le solite beghe personalistiche e narcisistiche, sarebbe imperdonabile. Un abbraccio. Maurizio Rossi.
Non conosco nei dettagli il famoso Statuto del CLN di Mattei quindi non posso esprime un giudizio “di merito”. Tuttavia, in linea generale, resto sempre dell’idea che in questo momento non ci si possa prendere il lusso di essere troppo “intransigenti” e “schizzinosi”. Inevitabilmente bisognerà scendere a compromessi… e se necessario bisognerà anche turarsi il naso. Sia per quanto riguarda le alleanze sia per ciò che riguarda i punti programmatici.
La PRIORITÀ, in questo momento storico, deve essere la vittoria sul terribile nemico che abbiamo davanti. Un nemico che trova la sua forza anche e soprattutto nelle divisioni esistenti all’interno del Popolo.
Francesco F.
Manduria (Ta)
Uno statuto da prendere o lasciare e un CLN che si immerge in convegni. ORA. No, non ci siamo. Lontano e assente. Chiuso nell’accademismo più ancora che nella preparazione di un partito politico tagliato su.misura. Grande delusione. Non inaspettata, dopo l’infelice proposta referendaria.
C’è bisogno di lotta organizzata contro un nemico molto attrezzato nei mezzi e trappole da mettere sulla via, molto di meno negli strumenti prima cognitivi che politici. Per questo non è vero che chiunque va bene a mio parere. Anzi.
Come, purtroppo, facilmente prevedibile, il CLN di Mattei, non va avanti. Invece di ambizioni nazionali, Mattei potrebbe fare un buon lavoro a Torino (se ci riesce) irrobustendo il suo CLN torinese. Purtroppo le caratteristiche egocentriche, unite a una ingenuità politica che lo portano a essere divisivo più che unitario e più pericoloso che utile. Il recente appello di Toscano, mi sembra una base molto più seria.