Nell’universo della militanza politica “anti-sistemica”, quella per capirci che ha saputo coniugare la missione di riconquistare la piena sovranità italiana con la consapevolezza che dietro lo spregiudicato uso politico della vicenda covid 19 si celi un preciso progetto autoritario e anti-umano, in questo mondo che è il nostro, quando si discute della presenza dei media mainstream alle manifestazioni, assistiamo sostanzialmente all’esprimersi di due diverse scuole di pensiero.
Da una parte, alcuni ritengono che sarebbe comunque utile avere nelle piazze i (giustamente) disprezzati cronisti di regime, nell’ottica che una informazione pesantemente viziata, contraffatta e ostile sia comunque preferibile, seppur di poco, all’essere totalmente ignorati e oscurati, dall’ altra parte si afferma che la presenza dei pennivendoli di regime sia una iattura assoluta e molesta, da evitare ad ogni costo, non diversa dal bucare una ruota mentre ci si trova di notte alla guida della propria automobile, in una strada di campagna per niente frequentata.
Il punto su cui tutti concordiamo, è questo: quando ci troviamo infreddoliti in una piazza dicembrina a manifestare il nostro dissenso e ci chiediamo con ansia quale sarà l’afflusso di popolo, all’improvviso fa capolino l’occhio amico della telecamera di una web TV alternativa, il sole torna a splendere e ci sentiamo coccolati, rispettati, persino amati, come accadeva nella più tenera infanzia.
Ma siamo sicuri che sia davvero così? Cari amici, parliamone. Confrontiamoci senza fette di salame sugli occhi. E magari scopriremo che nel magico mondo dell’informazione barricadera le magagne e le storture non mancano.
Milano, 28 agosto 2021: è l’occasione per fare le “prove generali” del grandissimo successo politico che sarà l’evento di Roma, la manifestazione dei centomila del 25 settembre. Intanto, il 28 agosto, in piazza del Duomo siamo trentamila. Non proprio bruscolini. Per la prima volta, a livello nazionale, al coordinamento di associazioni e soggetti politici del Fronte del dissenso si affiancano No Paura Day, e i leader di Ancora Italia e M3V, Toscano e Teodori.
Nelle riunioni preparatorie nazionali del Fronte del dissenso, si individua come oratore che dovrà rappresentare il Fronte nel suo insieme Rosa Maria Pilato, attivista del cpt di Torino di Liberiamo l’Italia.
Come mai non riuscite a legare questo nome ad un volto, ad un frame televisivo? Niente
paura, non soffrite di amnesia o, peggio ancora, di Alzheimer precoce. Più semplicemente, di tutti gli interventi dal palco di quell’assolato e afoso pomeriggio, quello di Rosa Maria Pilato è l’unico a non venire trasmesso nei servizi serali di byoblu. Nei giorni immediatamente successivi, chiediamo lumi alla redazione degli amici di byoblu, i quali ci rispondono che si è trattato di una banalissima dimenticanza del tecnico addetto alla scaletta della programmazione di giornata, e l’ intervento verrà trasmesso a breve. A tutti gli effetti, trascorsi sei mesi, non abbiamo ancora avuto questa soddisfazione, e abbiamo il lieve sospetto che ci toccherà attendere ancora a lungo, come nel Deserto dei tartari di Dino Buzzati.
Torino, 15 febbraio 2022, manifestazione a sostegno dello sciopero indetto dalla Fisi. In poche parole, l’esito è lo stesso, gli interventi a nome di Liberiamo l’Italia e Fronte del Dissenso vengono nuovamente oscurati da byoblu presente al nostro evento.
Che lezione dobbiamo trarre da tutto ciò?
Forse anche i giornalisti “alternativi” preferiscono offrire e presentare al proprio gentile pubblico i volti già noti della galassia no green pass, soubrettes grandi e piccole, medici, avvocati e scrittori che offrono soluzioni (troppo) facili a problemi assai complessi e dalle conseguenze drammatiche. Una TV che culla il telespettatore all’interno di una comfort zone, fatta di sdegno, indignazione, ma totalmente priva del valore immenso di una strategia politica di liberazione dalla tirannia.
Forse, talvolta si preferisce dare spazio (e spago) a capi e capetti di partitini politici che nelle piazze non hanno mai messo piede, gli stessi che ci tacciavano di essere dei terrapiattisti, dei rettiliani, quando denunciavamo i primi, già inquietanti decreti liberticidi del governo Conte2, gli stessi che ora, ingolositi a dismisura dalle distese infinite di pagnoncelliana memoria, vorrebbero fagocitare e parassitare il dissenso.
Magari a chi guarda byoblu potrebbe interessare venire a conoscere che esiste una comunità politica che riesce a fare dialogare e lavorare insieme persone diversissime fra loro per provenienza politica, sensibilità e prassi, una comunità trasversale e fedele allo spirito della Costituzione del 1948, che sa fare proposta politica sui territori, sa dare corpo e respiro, soprattutto organizzazione, a chi spera di uscire dall’ attuale incubo distopico.
La nostra è soltanto una modesta proposta rivolta agli amici di byoblu: aprite i vostri palinsesti, provate a fare un vero servizio pubblico, la collettività ve ne sarà grata.
Alberto Melotto, mette il dito nella piaga. Lo fa’ con una modalità che non condivido perche’ un po’ troppo “lagnosa”. Non è da ora che si notavano delle cose strane: l’eccessivo spazio dato a Mattei che, al di là del valore come giurista, politicamente non ne becca una, mi ha fatto raddrizzare le orecchie. Per farla breve, e senza volere dare consigli non richiesti, avrei solo a una preghiera AIUTATE A UNIRE E NON A DIVIDERE!