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CONSIDERAZIONI SCOMODE SULLA MANIFESTAZIONE DI SANREMO

di Fronte del Dissenso
20 Febbraio 2023
in Lotte
1
CONSIDERAZIONI SCOMODE SULLA MANIFESTAZIONE DI SANREMO
Letture: 798

A dieci giorni dalla manifestazione dell’11 febbraio a Sanremo, riteniamo utili alcune considerazioni a freddo su quella giornata che, se da un lato ha visto il flop dell’operazione propagandistica imbastita dalla Rai e dal governo, dall’altro ha messo in luce diversi problemi nel campo di chi si oppone alla guerra della Nato.

Con queste brevi note ci proponiamo tre obiettivi: ristabilire la verità dei fatti, denunciare le gravi scorrettezze commesse dal Cln di Mattei, iniziare a guardare in avanti affinché quel che è successo non si ripeta più.

Partiamo dunque dai fatti. Qualche settimana fa, appena si è saputo della comparsata di Zelensky al Festival di Sanremo, molte realtà hanno iniziato a muoversi per portare il No alla guerra in piazza. Mentre un appello di intellettuali raccoglieva migliaia di adesioni, movimenti politici e gruppi sociali che erano stati in prima linea nella Resistenza contro l’Operazione Covid-19 e il cosiddetto “Green Pass”, a partire da quelli della Liguria, concordavano di svolgere proprio a Sanremo una unitaria manifestazione di protesta.

Come Fronte del Dissenso abbiamo immediatamente aderito alla proposta, suggerendo altresì che parallelamente si svolgessero presidi di protesta sotto le sedi regionali della RAI. Abbiamo dunque pubblicizzato al massimo la manifestazione, delegando le decisioni sull’organizzazione e la gestione della piazza agli amici liguri, avendo avuto assicurazioni sul carattere plurale ed unitario della manifestazione. In tutta evidenza, le stesse assicurazioni erano state date anche a tutti gli altri soggetti interessati a partecipare, tant’è che la locandina ufficiale dell’evento riportava la firma (ed i loghi) di quasi trenta realtà a vario titolo organizzate.

Tutto è andato per il meglio fino al giorno precedente alla manifestazione, quando, in maniera del tutto inopinata, il Cln diffondeva una propria locandina dalla quale sparivano tanto i loghi che gli interventi delle altre organizzazioni. Restava solo il Cln, con il suo simbolo, i suoi interventi e quello di altri decisi dal Cln stesso in maniera separata da tutti gli altri partecipanti.

Questo tentativo di impossessarsi di una manifestazione unitaria all’unico scopo di rafforzare la propria sgangherata parrocchia era del tutto inaccettabile, ed i primi a ribellarsi a questa arrogante pretesa sono stati proprio gli amici liguri, sostenuti in questo dalle altre organizzazioni. Come Fronte del Dissenso abbiamo detto un chiaro no al tentativo del Cln, insieme ad un chiaro sì ad una gestione veramente unitaria dell’evento. In questo senso, al fine di evitare una spaccatura in piazza che avrebbe fatto del male all’intero movimento, abbiamo accettato una prima mediazione, fatta poi di nuovo saltare dal Cln.

Naturalmente, la pretesa del CLN di impadronirsi della manifestazione – pretesa respinta da tutti gli altri partecipanti – non poteva che fallire. Alla fine, tutti hanno potuto parlare, e le ragioni dell’opposizione alla guerra della Nato, non di un semplice pacifismo all’acqua di rose, sono state portate in piazza.

Quel che è successo a Sanremo non si deve ripetere. Con chi usa certi metodi pare molto difficile collaborare, questa è la prima lezione da trarre.

Ma se la responsabilità di quanto accaduto è fin troppo evidente, dobbiamo invece interrogarci sulle ragioni strutturali della debolezza del movimento contro la guerra nel nostro Paese. Mentre a livello di opinione l’opposizione alle scelte di guerra del governo sta crescendo – da qui le stesse difficoltà a gestire il pagliaccio ucraino sul palcoscenico sanremese – una vera mobilitazione ancora non c’è.

Sempre con il massimo spirito unitario, il Fronte del Dissenso è stato promotore e protagonista delle principali mobilitazioni di questo anno di guerra, da quella di Bologna del marzo 2022, a quella del 1 maggio a Padova, a quella di Aviano del dicembre scorso, passando per innumerevoli manifestazioni regionali. Ma mentre siamo fieri del lavoro svolto, siamo anche consapevoli delle difficoltà e di una generale inadeguatezza rispetto alla gravità del momento.

Detto in altre parole, un vero movimento contro la guerra ancora non esiste nel nostro paese, così come non esiste nel resto d’Europa. Certo, questo dipende da tanti motivi, ma possiamo andare avanti così? Noi pensiamo di no. Pensiamo che tutte le forze consapevoli debbano fare un passo in avanti in termini di unità, coordinamento ed obiettivi comuni. Per arrivare a questo salto di qualità il Fronte del Dissenso farà la sua parte, chiamando tutte le altre forze che condividono questa esigenza a fare altrettanto.

Ed è proprio nella prospettiva di gettare le fondamenta di un movimento europeo per la pace e contro le politiche di guerra della NATO che si svolgerà a Roma nei giorni 4-5 marzo 2023 un primo Incontro Internazionale. Hanno già assicurato la loro presenza delegazioni provenienti da Russia, Georgia, Germania, Austria, Spagna, Francia e Grecia

Fronte del Dissenso

20 febbraio 2022

 

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Comments 1

  1. Lidia Beduschi says:
    1 mese fa

    Ottimo. Niente protagonismk sterili.
    Il problema dell’assenza di un grande movimento non episodico per la pace risiede, a mio parere, nel poco impegno applicato sino ad ora da TUTTE le organizzazioni del dissenso nella formazione di una base politicizzata e stabile sui territori.

    Rispondi

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