In Russia, sulla falsa riga dei torbidi che hanno segnato a lungo la storia dello zarismo, sembra sia in atto un tentativo di colpo di Stato. Esso è ordito dal comando dell’esercito mercenario Wagner (mai fidarsi dei mercenari!). Diciamo “sembra” poiché non è chiaro se sia il gesto disperato del mitomane Yevgeny Prigozhin (che da tempo chiede la testa di Sergei Shoiugu), o se invece si tratti di una vera e propria congiura di palazzo in seno al Cremlino per rovesciare Putin.
Le prossime ore daranno una risposta tuttavia condanniamo questa cospirazione perché fa oggettivamente il gioco del blocco USA-NATO-UE di cui l’Ucraina di Zelensky è il braccio armato operativo. L’attacco golpista è talmente sfrontato che forti sono i sospetti di intelligenza e collusione di Prigozhin col nemico. Sospetti avvalorati dalle infamanti nuove accuse rivolte solo ieri proprio allo stesso Putin per giustificare la sua sedizione, quelle di aver scatenato una guerra “inutile e sbagliata contro Zelensky che era pronto alla pace”, il quale “non ha mai aggredito il Donbass” — accuse, come si vede, che ricalcano quelle delle centrali imperialiste di disinformazione.
Diverse delle critiche che Prigozhin rivolse tempo addietro allo Stato Maggiore e al regime putiniano erano invece legittime e condivise da molti cittadini, lavoratori e soldati russi, tuttavia ognuno capisce che una caduta di Putin adesso sarebbe un disastroso favore al blocco imperialista occidentale ed ai suoi ascari ucraini.
Già l’alcolista Borís Nikoláevič Eltsin si fece strada con discorsi populisti di sinistra. Una volta consolidatosi al potere col colpo di Stato dell’ottobre 1993 egli fece sbranare la Russia dai lupi del capitalismo liberista e consegnò il paese nelle mani degli U.S.A — è molto probabile che fosse al soldo della CIA e del MI6 inglese sin dagli anni ’80.
Come hanno scritto gli amici di Borotba: «Ora è importante porre fine al conflitto armato all’interno del paese il prima possibile, per unire gli sforzi nella lotta contro il regime di Kiev e l’imperialismo della NATO. Nelle condizioni di confronto con l’imperialismo, le contraddizioni interne devono essere risolte in modo pacifico e democratico, sulla base di un’ampia discussione pubblica con la partecipazione del popolo, e non attraverso alte cospirazioni e avventure personali.
Viva l’unità e la solidarietà!»
P.s.
Non appena abbiamo approvato questa risoluzione è giunta la notizia che Prigozhin ha annunciato la fine della sua avventuristica sedizione, ordinando di conseguenza alle sue truppe in marcia verso Mosca di fare dietro front. Sembra quindi sia stato raggiunto un accordo di compromesso tra i rivoltosi ed il governo. Quali sarebbero i termini reali di questo accordo non è ancora dato sapere, impossibile dunque dire se esso abbia basi solide e ponga davvero fine ai disordini. Ci auguriamo che sia così.
FRONTE DEL DISSENSO